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Il segmento testuale fanatismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 346Entità Multimediali , di cui in selezione 20 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 328

Brano: [...]heggio della Francia, Hitler scrisse al Reichsleiter Alfred Rosenberg: « Ebrei, frammassoni e i nemici ideologici del nazionalsocialismo sono gli autori della guerra in atto contro il Reich. La lotta spirituale contro queste forze è un compito di necessità bellica », e nei mezzi di lotta spirituale comprendeva morte e saccheggio.

Traballanti giustificazioni che in realtà volevano coprire un coacervo di motivazioni, nel quale si mescolavano il fanatismo dottrinario di Hitler, la piaggeria dei suoi corifei, le ambizioni e gli interessi personali dei grandi gerarchi nazisti, ma soprattutto il totale arbitrio e la volontà di distruggere l’identità nazionale e culturale dei popoli oppressi.

Distruzione dell’« arte degenerata »

Per Hitler (caso limite di una posizione culturale aberrante) l'arte moderna non era altro che degenerazione e prostituzione della cultura; che espressione di bolscevismo culturale fatta di « rottami marxisticoleninisti », di « raccapriccianti disturbi visivi », di « eccessi morbosi di individui traviati e usciti di [...]

[...]landesi del XVII secolo o dei tiroiobavaresi del XIX e vagheggiando

11 ritorno, in nome del sangue e del suolo, ad una intatta ruralità culturale quale depositaria dei valori eroici della razza ereditati dai greci e dai romani, ai cui canoni estetici, come a quelli dei grandi italiani del Rinascimento ad essi ispiratisi, la politica culturale nazista doveva informarsi. E fu buona sorte per l'umanità se, talvolta, il senso pratico prevalse sul fanatismo portando alla massiccia vendita di opere “degenerate” in grandi aste internazionali come quelle del 1939 e del 1941 a Lucerna, indette dal governo tedesco al fine di raccogliere valuta pregiata.

La rapina nazista in Europa

Una volta sfogato il suo provincialismo con la distruzione dell’arte “degenerata” o con la sua alienazione per moneta, dal 1938 il Terzo Reich passò alla annessione manu militari di tutti i capolavori dell'arte classica reperibili in Europa, in modo che nessun Paese potesse possedere un patrimonio artistico più grande e più prezioso di quello tedesco; esempio non nuov[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 726

Brano: [...]Stato mahdista

Di famiglia povera araba, il predicatore musulmano Mohammed Ahmed Ibn Abdallah chiamato Mahdi (Messia), in nome della “vera fede islamica” nel 1880 sollevò le popolazioni del Sudan contro gli invasori bianchi e i loro complici egiziani, compreso l’alto clero. Estromesso dalla chiesa musulmana ufficiale, il Mahdi strinse intorno a sé una setta (dervisci) e chiamò il popolo alla lotta. Con una massa armata di bastoni ma spinta da fanatismo religioso, alla testa dei suoi seguaci il Mahdi colse una vittoria dopo l’altra: il 9.12.1881 affrontò un presidio di 1.400 uomini comandato dal governatore egiziano di

Fashoda (oggi Kodok) distruggendolo completamente; il 18.1.1883 attaccò a El Obeid un'armata di 4.000 soldati egiziani, sbaragliandola; nell’autunno dello stesso anno fu la volta del generale inglese Hicks che, giunto alla testa di 10.000 soldati egiziani, si trovò di fronte a 40.000 dervisci inferociti e subì una catastrofica sconfitta (solo 500 dei suoi uomini si salvarono ed egli stesso cadde in combattimento). Nel 1884 [...]

[...]federazione militare di tribù e principati feudali, retta secondo princìpi integralisti islamici e tenuta insieme da una rigorosa disciplina, ma con criteri sociali comunitari alquanto avanzati, anche se nella storiografia deH’Occidente si continuò a parlare dei dervisci come di bande semiselvagge e fanatiche.

Nel diario tenuto durante l’assedio di Khartum, il generale Gordon prima di cadere ucciso fece in tempo a scrivere: « Non credo che il fanatismo esista più come una volta nel mondo, a giudicare da quanto ho visto in questo paese, che chiamano paese di fanatici. Si tratta piuttosto di una questione di proprietà, e sembra piuttosto il comuniSmo sotto la bandiera della religione ». Cfr. Endre Sik, Storia dell’Africa Nera, La Pietra, 1970, voi. I, pag. 321.

Per quasi un ventennio dall’inizio della loro lotta i dervisci si difesero strenuamente da egiziani, inglesi e anche italiani nel Sudan orientale (189699), ma poiché la loro unità si fondava in gran parte sulla figura del Mahdi, alla morte del “messia” (1885) cominciarono a sorgere [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 713

Brano: [...]e antipartigiana, in base,fra l’altro al famigerato ordine Nacht und Nebel emesso dal maresciallo Keitel (il 7.12.1941); con gli orrori dei campi di sterminio e di lavoro.

La ferocia dei crimini nazisti raggiunge il culmine di intensità e di gravità soprattutto nei paesi dell’Europa orientale e in special modo in Polonia e nei territori sovietici occupati. Qui, ai pregiudizi razziali e nazionali contro le popolazioni slave, si aggiungevano il fanatismo antisemita e, contro TUrss, anche il fanatismo antibolscevico.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 47

Brano: [...]dini, fece chiaramente comprendere agli imperialisti che il dominio coloniale volgeva alla fine. Nel giugno 1947 l’Inghilterra varò così la « Legge dell’indipendenza » e le truppe britanniche si apprestarono a lasciare l’india. Nello stesso tempo, il territorio coloniale venne diviso in due nuove formazioni statali: l’india propriamente detta e il Pakistan (v.), quest’ultimo comprendente i territori con prevalenza di popolazione musulmana.

Il fanatismo religioso, subdolamente alimentato daH’imperialismo inglese, rese complicata e drammatica la divisione territoriale dei due Stati, da un lato per i massicci spostamenti di popolazione da entrambe le parti; dall’altro, per un san

Conferenza stampa di Gandhi a Nuova Delhi, durante un suo digiuno di protesta (14.1.1948)

guinoso conflitto originato dalla assegnazione dello JammuKashmir. Questo territorio, abitato in prevalenza da musulmani, ma rivendicato dall’india e da questa militarmente occupato, costituirà fonte di gravi tensioni e anche di sanguinosi conflitti (1965). Inoltre, la solu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 12

Brano: [...]r divenne capo dell’esercito della riserva, estendendo quindi anche i suoi poteri militari. Come tale divenne, fra l’altro, responsabile dell’organizzazione militare del Volkssturm, la milizia popolare creata nel settembre del 1944 dal regime per raccogliere le ultime energie (vi dovevano entrare tutti gli uomini dai 16 ai 60 anni) per la disperata difesa estrema del territorio nazionale. In questa funzione Himmler diede un’estrema prova del suo fanatismo, con gli insensati ordini di distruzione materiale della Germania e di decimazione di coloro che avessero abbandonato la lotta, ordini voluti da Hitler

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 116

Brano: [...]a e alleata. Doenitz divenne così una delle personalità militari naziste di maggior prestigio, al punto che nel gennaio 1943 Hitler lo nominò comandante in capo della marina da guerra, in sostituzione deH’ammiraglio Raeder, sul quale venne fatta ricadere la responsabilità per i primi insuccessi che preludevano al mutamento definitivo delle sorti della guerra a sfavore della Germania.

Distintosi per la sua fedeltà personale al Fuehrer e per il fanatismo nel condurre la guerra al di là di ogni realistica prospettiva di successo, ne ricavò che Hitler, in punto di morte, nel testamento politico del 29.4.1945 lo nominasse suo successore nella presidenza del Reich. Nacque così il governo Doenitz, il cui proposito fondamentale, espresso nei proclami al popolo tedesco e alla Wehrmacht dell'1.5.1945, risultò essere quello di raggiungere l’armistizio con le potenze occidentali per poter continuare la lotta a oriente contro il « bolscevismo », assumendosi così in pieno l’eredità e la continuità del regime nazista. Costretto invece ad accettare la capi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 447

Brano: [...]to nel

1942 a Firenze, e poi nel 1943 a Perugia. Dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza.

Dopo la Liberazione ha diretto per alcuni anni l’Università italiana per stranieri a Perugia, costituendo i Centri di otientamento sociale. Incaricato di Filosofia morale all’università di Pisa, ha cercato di costruire un sistema di riforma religiosa e politica basato sulla non violenza e orientato contro il fanatismo e il dogmatismo, che si riallaccia per qualche verso alla concezione di Gandhi. Ha organizzato movimenti e convegni per una riforma religiosa, sulla non violenza, per un incontro tra Oriente e Occidente, per la pace, sulla riforma della scuola. Ha diretto la rivista mensile Azione non violenta.

Numerosi i suoi scritti di carattere religioso e pedagogico: Elementi di un'esperienza religiosa, 1937; Saggio sul soggetto della storia, 1947; Nuova società e riforma

religiosa, 1950; Religione aperta, 1955; Discuto della religione di Pio XII, 1957; Antifascismo tra i giovani, 1966.

Capo Bert[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 341

Brano: [...]lla Cancelleria del partito, membro del governo del Reich e del Consiglio interministeriale di difesa; i suoi poteri furono ulteriormente rafforzati dalla nomina, il 12. 4.1943, a « segretario del Fuhrer ». Ciecamente legato a Hitler (a Bormann si deve fra l’altro l’iniziativa di raccogliere quella fonte preziosa per la conoscenza del pensiero del Fuhrer durante la guerra che sono le cosiddette « Conversazioni a tavola »), si distinse per il suo fanatismo antisemita, anticristiano e antislavo. Fu tra gli artefici principali della «soluzione finale» che si concluse con lo sterminio degli ebrei; tra i protagonisti della campagna di diffamazione e della lotta contro le Chiese cristiane, alle quali voleva opporre una sorta di paganesimo razzista; fu, infine, tra i più intransigenti sostenitori della trasformazione della campagna sul fronte orientale in vera e propria guerra di annientamento delle popolazioni slave,, e in questo senso caldeggiò la più spietata politica d’occupazione. Il suo estremismo e la pretesa di estendere il suo monopolio ideo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 182

Brano: [...]one decisiva a tutti i principali piani operativi della Wehrmacht e la sua personale nota oltranzista, dall’invasione della Norvegia all’offensiva in Occidente e al progetto di invasione dell’Inghilterra, nel quale Jodl si impegnò particolarmente, fino ai piani di aggressione contro la Grecia e la Jugoslavia. Fu ancora Jodl che il 29.7.1940 trasmise al generale Warlimont lordine di predisporre i piani per l’aggressione aH’Unione Sovietica.

Il fanatismo e la dedizione di Jodl al nazismo si espressero fra l’altro nel rigore e nell’intransigenza con i quali egli si impegnò per lo sfruttamento dei territori occupati dalla Wehrmacht, specie a oriente, e nella repressione dei movimenti partigiani. Un documento della sua virulenza filonazista e antibolscevica fu il rapporto tenuto ai Gauleiter nazisti riuniti a Monaco di Baviera il 7.11.1943 e nel quale diede anche conto delle contromisure attuate dalla Wehrmacht per punire il « tradimento » dell’Italia.

La firma che egli appose a numerosi ordini repressivi e di rappresaglia nei paesi invasi, d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 597

Brano: [...]bardamenti del febbraio ’45

uomini bene armati ed equipaggiati. Ma ancora più grave per i tedeschi era il fatto che, con le sconfitte subite a Stalingrado e in Africa, era sfumata definitivamente la loro speranza di poter raggiungere le fonti di approvvigionamento di petrolio nella Transcaucasia e nel Medio Oriente, condizione essenziale per poter proseguire la guerra. Divenne quindi chiaro che la continuazione del conflitto si doveva solo al fanatismo dei nazisti, freddamente decisi a sacrificare il popolo tedesco e a compiere qualsiasi altra azione nei paesi occupati pur di ritardare il momento della resa dei conti, con la speranza che emergessero divisioni e contrasti aH’interno della coalizione nemica. Data questa situazione, nel '44 le vicende belliche coinvolsero sempre più le popolazioni europee in quella che sarà chiamata “guerra totale”. Con la trasformazione dell’intero continente in campo di battaglia, i nazisti moltiplicarono gli eccidi e le stragi di civili in tutti i paesi occupati per stroncare i movimenti popolari di resiste[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine fanatismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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