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Il segmento testuale democristiane è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 596Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 367

Brano: [...]rale e meridionale, la I e II Brigata « Italia », la Brigata « Orlandini » e gruppi minori. Queste forze avrebbero inflitto al nemico perdite considerevoli: 1.612 morti, 731 feriti e 14.103 prigionieri.

Liguria: non risultano vere e proprie unità facenti capo alla Democrazia cristiana. Gruppi di cattolici operarono però in tutte le formazioni.

Piemonte: a parte le formazioni « Di Dio » (collegate al Comando generale di Milano), 3 divisioni democristiane operarono in Piemonte; altre, in gran parte democristiane, furono inquadrate fra le Brigate Autonome (v.) al comando di Mauri. Si calcola una forza complessiva di circa 6.500 uomini, con 127 caduti in combattimento. Veneto: 18 brigate democristiane inquadrate nelle varie divisioni, mentre « in altre 21 brigate, i due terzi dei componenti provenivano dalla Democrazia cristiana ». In totale, circa 14.500 uomini, con 176 caduti e 71 arrestati. Perdite inflitte al nemico: 1.218 morti, 26.500 prigionieri. Particolarmente notevole l'attività di sabotaggio della Brigata « Cesare Battisti » della Divisione « Monte Grappa », che causò interruzioni ferroviarie per 2.692 ore, nonché la distruzione di 34 locomotive e 52 carri ferroviari. Considerando l’insieme del terri



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 79

Brano: [...] si dimostrava d’altra parte quanto mai necessaria e urgente, anche per i preoccupanti fenomeni di « qualunquismo » che già in quel momento stavano manifestandosi in Italia e che costituirono, in effetti, i primi sintomi di quel neofascismo che ben presto potè sorgere e svilupparsi nel paese.

I congressi nazionali deH’A.N.P.I.

Nel dicembre del 1947 si svolse a Roma il I Congresso nazionale dell’associazione, nel corso del quale le correnti democristiane e liberali attuarono quella prima scissione della Resistenza che porterà, tre mesi dopo, alla nascita della Federazione italiana volontari della libertà (v. F.I.V.L.).

Nel 1948, alla vigilia delle elezioni politiche, iniziarono le persecuzioni antipartigiane, mentre di pari passo andava sviluppandosi, in taluni settori del paese, un’azione di aperta rivalutazione del fascismo. L'A.N.P.I. reagì prontamente e con il II Congresso, tenuto a Venezia nel marzo 1949, rafforzò la sua politica e la sua organizzazione, malgrado il

79



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 19

Brano: [...]1 e V2, e di Panzerfaust (fucili anticarro, a reazione).

Verso la metà dello stesso mese si costituì in Dalmine il Comitato di liberazione nazionale che, oltre a operare nell’azienda, esercitò funzione dirigente su tutta la zona circostante. Contemporaneamente fu attivo nella fabbrica il Comitato di agitazione, organo di natura prevalentemente sindacale, mentre i responsabili delle organizzazioni di partito (comuniste, socialiste, azioniste e democristiane, presenti in diversa misura e più o meno costantemente), pur mantenendosi autonomi, accettarono una direzione unitaria della lotta. Mentre nello stabilimento si susseguivano gli arresti, l’organizzazione clandestina predispose i servizi d’informazione per prevenire possibili deportazioni in massa di tutto il personale e il trasferimento degli impianti in Germania. Nella notte tra il 24 e il

25.4.1945 apposite squadre entrarono puntualmente in azione occupando lo stabilimento e impedendo qualsiasi atto di sabotaggio da parte del nemico.

A.Sc.

Dalmonte, Marino

Medaglia d'oro al valo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 53

Brano: [...]industriale biellese, caduto eroicamente sull'Argimonia (Bocchetto di Sessera), combattendo nella 2a Brigata Garibaldi;

Alberto Saini, di Cressa (Novara), e l’ingegnere Motta, di Alagna, entrambi fucilati dai fascisti.

Altri industriali e dirigenti d’industria parteciparono attivamente alla Guerra di liberazione. Tra questi si ricordano:

Enrico Mattei (v.), comandante di formazioni cattoliche e rappresentante delle formazioni partigiane democristiane nel C.V.L.; l’ingegnere Fermo Solari (v.), comandante di formazioni partigiane nel Friuli e poi vicecomandante del C.V.L.;

Eugenio Dugoni, di Mantova, ispettore regionale delle « Brigate Matteotti »;

Enrico Tosi, di Busto Arsizio (Varese), comandante di una Divisione « Di Dio »;

Attilio Tissi, industriale di Belluno, commissario del Comando Zona del Piave;

Ulisse Guzzi, figlio del noto costruttore di moto di Mandello Lario, che lasciò l’azienda paterna per combattere nella I Divisione Garibaldi nella Bassa Valtellina, divenendo capo di stato maggiore del Raggruppamento divisioni d[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 774

Brano: [...])

Sturzo in persona si fece promotore della « lista civica » comprendente, accanto ai democristiani, candidati del M.S.I. e del P.N.M.. L’« operazione Sturzo », contrabbandata come l’estremo tentativo di impedire che Roma, sede del pontefice e cuore della Chiesa cattolica, « divenisse una succursale di Mosca, una serva obbediente del Cremlino », incontrò resistenze nel P.L.I., nel P.R.I., nel P.S.D.I., e qualche tentennamento anche nelle file democristiane, sicché fu abbandonata. Nonostante le smentite postume, tutto il retroscena di questa operazione fu presto noto: del resto sin dal 5 aprile il presidente del P.N.M. Achille Lauro aveva rivelato in una intervista i contatti avuti con la D.C. perché l’intesa elettorale fosse valida dovunque, progetti falliti solo per il fatto che la Direzione democristiana pretendeva che l’alleanza non fosse allargata in modo dichiarato al M.S.I..

La tattica elettorale della D.C. per sfaldare a proprio tornaconto lo schieramento di estrema destra si era concentrata anche sulle manovre scissionistiche all’int[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 71

Brano: [...] l’altro quella dellr« alternativa », la politica socialista si indirizza al superamento del « centrismo », cioè dell’alleanza privilegiata fra D.C., P.S.D.I., P.R.I. e P.L.I..

Specialmente dopo la morte di Morandi (che aveva ricostituito nel partito un solido apparato organizzativo, pur avviando le prime aperture verso il mondo politico cattolico), Nenni si muove come leader della corrente autonomistica e intreccia il dialogo con le sinistre democristiane.

Le due prese di posizione del 1956 sul socialismo nell’U.R.S.S. e sullo stalinismo, l’incontro di Pralognan con Saragat nello stesso anno e la stessa ripresa deila polemica sulla scissione comunista al Congresso di Livorno (v.) del 1921 sono soltanto episodi di una linea che contribuisce a stabilire la piattaforma del centrosinistra, cui ci si avvia definitivamente dal iuglio 1960, dopo il rovesciamento del governo Tambroni appoggiato dai neofascisti e, quindi, con l’assenso deHamministrazione americana (J.F. Kennedy) e dei più avanzati ed accorti esponenti della Chiesa e della Democrazia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 455

Brano: [...]oma) il 2.11.1975; scrittore e regista.

Figlio di un militare di carriera, dopo T8.9.1943 lasciò Livorno dove prestava servizio militare e raggiunse la famiglia sfollata a Casarsa, nel Friuli. Non risulta che Pasolini abbia attivamente partecipato alla Resistenza, dal cui ambiente egli trasse comunque profonde impressioni e un’esperienza addirittura traumatica allorché, nel febbraio 1945, il fratello minore Guido, arruolatosi nelle formazioni democristiane « Osoppo », si trovò coinvolto nei tragici fatti di Porzus (v.) e venne ucciso da altri partigiani italiani.

Laureatosi in Lettere a Bologna a! termine della guerra, Pasolini insegnò fino al 1949 nei dintorni di Casarsa, approfondendo il suo interesse filologico e poetico per la lingua friulana.

Nel 1942 aveva pubblicato in tale lingua le Poesie a Casarsa e, tre anni dopo, aveva fondato con un gruppo di amici I' Accademiuta de lenga furlana, centro per lo studio della cultura regionale.

Trasferitosi a Roma con la madre, andò maturando la propria esperienza letteraria fino a cogliere [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 827

Brano: Quattordici luglio (1948)

sedi democristiane e dell’Uomo Qualunque.

Ad Abbadia San Salvatore, sulle pendici del Monte Amiata, dal primo pomeriggio del 14 luglio iniziò

lo sciopero spontaneo dei minatori, che si riunirono alla locale Casa del popolo. Vennero organizzati un corteo e un comizio e si diede la caccia a democristiani e fascisti, distruggendo le sedi della D.C. e delle A.C.L.I.. Gruppi di ex partigiani crearono posti di blocco lungo le strade, interrompendo la circolazione. Un gruppo occupò la cabina amplificatrice dei telefoni di Stato che consentiva i collegamenti tra il Centro e il Nord dell'Italia, e interruppe il re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 125

Brano: [...]il nodo fondamentale della sua origine e natura autonoma (e, anche, autonomistica). Ormai restano ancora bande dette “autonome” perché libere da espliciti condizionamenti di partito (molte però sono, di fatto, monarchiche moderate), ma la maggior parte è aggregata sotto segni di partito (4050% sono formazioni “Garibaldi”, controllate in sostanza dal P.C.I.; 30% “Giustizia e Libertà”, ispirate al P. d’A.; molto meno le socialiste “Matteotti” e le democristiane “Fiamme Verdi”).

Ciò significa che è giunta a imporsi largamente la convinzione che la Resistenza sia, comunque, un movimento con tratti non solo militari ma politici e che si debba puntare anche sulla massima maturazione di questi ultimi (s’intende, con i loro diversi colori) nei singoli combattenti. Di là dall’istituzione, già ricordata, del Comando unico del C.V.L., rimasto in gran parte sulla carta, la scelta politica fu la strada sia per intensificare le operazioni militari, rimaste all'autonoma decisione delle bande, sia per passare gradualmente dallo scatto morale alla consapevolezz[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 672

Brano: [...]i.

Il movimento giovanile liberale stampò a Torino, dall’agosto 1944, Gioventù liberale. In Piemonte, inoltre, i liberali egemonizzarono due fogli partigiani di un certo rilievo: Il Patriota, edito dal dicembre del 1944; e Risorgimento, edito dal febbraio del 1945 quale foglio delle Formazioni Autonome delle Langhe comandate da Enrico Martini Mauri. Entrambi i giornali, quantunque formalmente sotto l’egida del P.L.I., risentivano di influenze democristiane e, soprattutto, da parte degli Alleati.

La stampa dei C.L.N.

Tra le pubblicazioni ufficiali più continue e diffuse va ricordata La Riscossa italiana, organo del C.L.N. Regionale del Piemonte, edito dall’ottobre del 1943 con una tiratura di 10.000 copie e stampato prima nel Canavese, poi in Francia. Dell’organo ufficiale del C.L.N. dell’Alta Italia uscirono invece pochi numeri, mentre il Bollettino di notizie dello stesso C.L.N.A.I., stampato a Lugano, coprì solo il periodo dal settembre 1944 al marzo 1945. Oltre alle numerose ma intermittenti edizioni di fogli dei C.L.N. locali dell'Emi[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine democristiane, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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