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Il segmento testuale danubiano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 21Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 210

Brano: Ungheria

lambito di una manovra dettata dalle preoccupazioni italiane per un possibile anschluss dell’Austria alla Germania (l'accordo tuttavia non impedì né l’unione fra i due paesi di lingua tedesca né l’espansione economica e politica del Terzo Reich nell’area danubianobalcanica).

Nel corso degli anni Trenta anche l’Ungheria vide la nascita di organizzazioni fasciste che, pur rifacendosi al programma di Horthy, lo estremizzarono nei suoi aspetti nazionalistici e antisemiti. Fra questi gruppi, le Croci frecciate raggiunsero una certa espansione, facendo breccia nella piccola borghesia (particolarmente colpita dalla grande crisi del 1929) e nelle fasce di sottoproletariato: le Croci frecciate poterono inoltre contare sull’aiuto di numerosi gruppi di ufficiali e farsi forti dei successi del Terzo Reich. D’altra parte Horthy, che pure aveva aiutato la Polonia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 507

Brano: [...]. Particolarmente sviluppate vi sono le industrie metallurgiche, meccaniche, chimiche, tessili, dello zucchero, della birra, del vetro e delle porcellane.

La popolazione comprende i due grandi gruppi etnici — entrambi di origine slava — dei Cèchi (abitanti la Boemia e la Moravia e costituenti circa i 2/3 della popolazione cecoslovacca complessiva) e degli Slovacchi, che abitano appunto la Slovacchia, ossia la regione che si trova sul versante danubiano dei Carpazi occidentali e la pianura tra i Carpazi e il Danubio, ai confini con l’Ungheria. Risiede in Ceco

slovacchia anche una consistente minoranza etnica ungherese (500 mila persone), mentre la forte comunità tedesca (circa 3.000.000 di persone) un tempo residente in Boemia, nel territorio dei cosiddetti Sudeti (v.), è stata quasi compietamente trasferita in Germania subito dopo la seconda guerra mondiale. NeH’immediato dopoguerra, per equilibrare la grave carenza di mano d’opera, conseguente alle perdite subite dalla popolazione durante il conflitto e all’esodo dei Sudeti, si ebbe in [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 636

Brano: [...] qui evitato l’estensione del conflitto all’Europa sudorientale e al Mediterraneo, decisione che il Gran Consiglio riconferma.

Di fronte a tendenziose informazioni di origine straniera, il Gran Consiglio dichiara che i rapporti fra Italia e Germania rimangono quali furono fissati dal Patto di Alleanza e dagli scambi di vedute che ebbero luogo — prima e dopo — a Milano, Salisburgo e Berlino.

Precisa che tutto ciò che può accadere nei bacini danubiano e balcanico non può non interessare direttamente l’Italia, date le comuni frontiere territoriali e marittime accresciute dopo l'unione del Regno di Albania a quello d’Italia.

Per quanto riguarda i suoi traffici marittimi l’Italia intende salvaguardarli nella maniera più esplicita e 'per il suo prestigio e per le sue indiscutibili necessità di vita.

Ciò premesso, il Gran Consiglio rivolge un vivo plauso all’opera svolta dal Ministro degli Esteri [Galeazzo Ciano] e gli dà mandato di riferire prossimamente alla Camera dei fasci e delle Corporazioni sulle recenti vicende e fasi della politi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 177

Brano: [...]e, il N.O.V.J. si trasformò in Armata jugoslava, con il grosso delle forze schierate al centro del paese, sul cosiddetto fronte dello Srem. Fu concordato tra il suo Comando supremo e gli stati maggiori angloamericano e sovietico che l’offensiva finale sarebbe stata scatenata congiuntamente e che l’Armata jugoslava sarebbe stata un anello di congiunzione tra gli occidentali avanzanti dall’Italia e i sovietici, i quali avrebbero sfondato il fronte danubiano in Austria. Così avvenne tra il marzo e i primi di maggio del 1945: l’Armata jugoslava avanzò fino all’Isonzo, dove si incontrò con gli angloamericani, e fino all’Austria meridionale, dove si congiunse con i sovietici.

Mentre nella Germania invasa i nazisti capitolavano l’8 maggio, qui invece si batterono accanitamente fino al 15 maggio, cioè fino a quando l’Armata jugoslava non riuscì ad accerchiare gran parte dei gruppi di armate tedeschi « E » ed « F » che avevano operato nei Balcani. Vennero catturati circa 300.000 prigionieri, tra cui lo stesso comandante tedesco per il Sudest, genera[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 640

Brano: [...]r lenire le sofferenze della città, procurare viveri alla popolazione affamata, aiutare i profughi e i colpiti dalle misure di polizia. In seguito al contrasto avuto con un funzionario austriaco, venne chiamato alle armi e congedato solo nel 1917, quando si riaprì il Parlamento austriaco. Si batté per alleviare le condizioni degli internati e dei profughi italiani in Austria.

Nell’ottobre 1918 sostenne un progetto di sopravvivenza dello Stato danubiano trasformato in federazione indipendente di nazionalità autonome (con Trieste, l’Istria e parte del Friuli) sotto il patronato della Lega delle Nazioni. Ma il progetto, che si muoveva nell’orbita deirinternazionalismo democratico di ispirazione austromarxista, era ormai superato dagli eventi.

Nel 1919, fusasi l'organizzazione socialista triestina con il P.S.I., Pittoni venne messo in minoranza dalla corrente massimalista. Successivamente si ritirò dalla scena politica e dopo il 1925, perseguitato dai fascisti, fu costretto a emigrare a Vienna, dove lavorò nei suoi ultimi anni come amministr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 653

Brano: [...] di assicurarsi zone di influenza soprattutto in Europa, egli riuscì a operare in modo da spostare sensibilmente a ovest

i confini territoriali dell’U.R.S.S., ottenendo l’accordo degli angloamericani sulla futura collocazione politica della Polonia. Questa sarà anche la base della cinica intesa, intervenuta nel 1944 fra Stalin e Churchill, per assicurarsi secondo un calcolo letteralmente percentuale la rispettiva influenza sui paesi dell’area danubianobalcanica.

Quando però i “tre grandi” si ritrovarono a Yalta (v.), mentre le armate sovietiche erano attestate a soli 80 chilometri da Berlino (v.), il clima dei rapporti interalleati appariva già meno disteso e il timore di Stalin che gli angloamericani potessero concludere un armistizio separato con i tedeschi lo spinse a gettare tutte le forze nella battaglia per accelerare la caduta della capitale tedesca.

Secondo dopoguerra

Trionfalmente conclusa la guerra, nel suo discorso del 24.5.1945 Stalin si rivolse alla popolazione sovietica con accenti insolitamente autocritici, ammettend[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 144

Brano: [...] realtà dell’unità nazionale jugoslava. Ancora più incerte le prospettive del futuro: il frazionamento dell’hinterland tradizionale del porto giuliano dopo il dissolvimento dell’lmpero austroungarico, imponeva, ai fini della rinascita e dello sviluppo dell’economia locale, problemi di difficile soluzione. Si trattava di ritessere le fila di relazioni internazionali in un’Europa ancora sconvolta dal conflitto o di tentare la conquista dei mercati danubianobalcanici secondo un disegnò vagheggiato da forze imprenditoriali locali e nazionali e assecondato dalla propaganda nazionalista: mire ambiziose e

v

Truppe italiane sfilano a Trieste alla fine della Grande guerra (novembre 1918)

144



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 148

Brano: Trieste

lecitazioni presso le alte sfere governative costituirono il tentativo da parte di gruppi e forze imprenditoriali locali di ripensare concretamente a una ricollocazione economica di Trieste, contrastando il lento declassamento della città e del suo porto. Attraverso progetti articolati e precisi, la conquista economica dei mercati danubianobalcanici sulla scorta delle esperienze che solo una città come Trieste poteva offrire venne prospettata non solo come una via d’uscita dalle difficoltà locali, ma anche come una grande occasione per l'economia nazionale. Il vanificarsi di quei progetti alle soglie degli anni Trenta suggellò tanto il definirsi di diversi orientamenti in relazione ai modi e alle linee direttrici dell’espansionismo imperialista italiano, quanto la conclusione di una fase della storia dei gruppi imprenditoriali giuliani. Mentre la crisi della città sembrava ormai irreversibile, alcuni di quei gruppi subirono grav[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine danubiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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