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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 528

Brano: [...] quello francese, curò l’organizzazione dei lavoratori antifascisti di lingua italiana e ne diresse l’organo settimanale.

Nello stesso 1924 venne candidato alle elezioni politiche per la lista di Unità Proletaria in Toscana. Eletto nel collegio di FirenzePistoia, entrò a far parte del Gruppo comunista alla Camera, diretto da Antonio Gramsci. Non condividendo la linea politica di Gramsci né identificandosi più completamente con l’astensionismo bordighiano, in vista del congresso di Lione (v.)f al quale non venne peraltro delegato, nel

1925 Damen fu con Bruno Fortichiari (v.) e Luigi Repossi (v.) tra i promotori del Comitato d’Intesa nazionale. Accusato di “frazionismo”, aH’indomani del congresso fu sospeso dal Partito e destituito dal Comitato sindacale di cui faceva parte.

Nel novembre 1926, con il varo delle Leggi eccezionali fasciste, in quanto deputato comunista venne arrestato e confinato a Ustica. Qui nel dicembre fu raggiunto da un nuovo mandato di cattura e deferito al Tribunale speciale, con una ventina di altri comunisti toscan[...]

[...]mbre fu raggiunto da un nuovo mandato di cattura e deferito al Tribunale speciale, con una ventina di altri comunisti toscani, sotto l’imputazione (nel suo caso infondata) di aver organizzato due anni prima a Lastra a Signa, presso Firenze, una riunione segreta e “armata” contro lo Stato. Condannato il 31.1.1928 a 12 anni di reclusione, uscì anticipatamente dal carcere nel luglio 1933 in seguito ad amnistia.

Emarginato dal P.C.d’I. in quanto “bordighiano”, ma ritenuto “comunista irriducibile” nei rapporti di polizia e sottoposto a 5 anni di libertà vigilata, si stabilì a Milano con la sua fedele e combattiva compagna Cecca, guadagnandosi da vivere dando lezioni private.

Continuò a mantenere contatti clandestini con altri bordighiani e nel giugno 1940 fu internato nel campo di Istonio (Abruzzo). Tradotto poi a Marcoliano (Avellino), in seguito a una grave malattia della moglie gli fu infine concesso di risiedere a Cantù (Como), dove rimase per tutta la durata della Seconda guerra mondiale.

Comunista "internazionalista"

Espulso ufficia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 565

Brano: [...] 6.3.1887, m. a Treia (Macerata) il 18.10.1961; maestro elementare.

Insegnante in provincia di Ascoli Piceno, negli anni che precedettero la Prima guerra mondiale fu un attivo antimilitarista e, nel corso del conflitto, mantenne posizioni rivoluzionarie che gli fruttarono un deferimento al Tribunale militare di Ancona.

Nel 1919 diventò segretario della Federazione socialista di Fermo e, nel 1920, di quella di Ascoli Piceno. Di orientamento bordighiano, nel

1921 aderì al Partito comunista, di cui fu poi un esponente nelle Marche.

Negli anni del fascismo fu perseguitato, per i suoi precedenti politici, dal Ministero e subì trasferimenti punitivi in località sempre più periferiche.

Nel 1943 insegnava a Treia e dopo I’8 settembre rappresentò il P.C.I. nel C.L.N. locale. Nel 1946 venne eletto sindaco del comune.

Gaietto, Leo

N. a Torino il 12.9.1884, m. a Cantalupa di Pinerolo (Torino) il 28.1. 1958; giornalista.

Figlio di operai, nella sua prima giovinezza cercò lavoro come emigrante in America e in vari paesi europei finché [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 527

Brano: [...]rtito comunista. Nel

1923, coinvolto nei licenziamenti di rappresaglia decretati contro i ferrovieri dal governo fascista, si diede con accresciuto impegno alla lotta politica, divenendo fiduciario provinciale del partito. Nel 1924 rappresentò la Federazione comunista pavese al convegno clandestino di Como e votò (esprimendo la volontà della maggioranza della propria organizzazione) la mozione di sinistra presentata da Amadeo Bordiga. Rimasto bordighiano anche dopo il Congresso di Lione (1926), fu emarginato dalla Direzione gramsciana.

Nel 1927 venne arrestato con altri comunisti pavesi e deferito al Tribunale speciale che, il 6.7.1928, lo condannò a 4 anni di reclusione.

Dal giugno 1944 fu tra gli organizzatori della lotta di liberazione a Voghera, rappresentante del P.C.I. nel C.L.N. locale. Subito dopo la Liberazione fu designato sindaco di Voghera, carica che mantenne nelle due successive legislature.

Dall’Ara, Giordano

N. a Cesena (Forlì) il 7.12.1912; fabbro.

Comunista dal 1930, con altri due compagni, costituì nel 1932 a[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 478

Brano: [...]trarre egli stesso la tbc. Rifiutando le proposte di rimpatrio, volle condividere fino aH’ultimo le sofferenze dei commilitoni e, allorché nel settembre 1945 potè rientrare in patria, continuò ad assisterli fino al luglio 1946, quando fu posto in congedo assoluto.

Acquaviva, Mario

N. ad Acquapendente (Viterbo) il

27.6.1900, m. a Casale Monferrato (Alessandria) il 13.7.1945; impiegato.

Membro della Gioventù socialista, di orientamento bordighiano, nel 1921 passò alla Federazione giovanile comunista e di questa fu un noto dirigente. Nel 1924 divenne segretario della Federazione comunista di Asti. Alla fine del 1926 fu arrestato con un gruppo di compagni e deferito al Tribunale speciale che, il 23.9.1927, lo condannò a 8 anni e 6 mesi di reclusione.

In disaccordo con la linea del partito uscita dal Congresso di Lione e amico di Onorato Damen (v.) nei primi anni Trenta si dimise dal P.C. d’I. e aderì alla Frazione di sinistra. Nel 1942, con Damen, fu tra i fondatori del Partito comunista internazionalista e, dal 1943, fra i dirigenti [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 71

Brano: [...]rica che cercava di tradurre a Torino le esperienze della rivoluzione russa, Togliatti si trovò a fianco di Antonio Gramsci e Umberto Terracini (v.) nella polemica

contro la Direzione del P.S.I. che giudicava estremistico quel movimento. Nel 1919 venne eletto vicesegretario della Sezione socialista torinese e nell’aprile 1920, dopo il fallimento del cosiddetto “sciopero delle lancette”, essendosi dimesso per protesta il segretario (un operaio bordighiano), gli subentrò automaticamente nella carica. Allorché, in seguito al deludente esito dell’occupazione delle fabbriche (settembre 1920), si inasprì la polemica che avrebbe spinto i bordighiani a staccarsi dal P.S.I. per fondare il Partito comunista d'Italia (v. Comunista italiano, Partito) secondo le indicazioni di Lenin e della Terza Internazionale (v.), il gruppo minoritario de “L’Ordine Nuovo” (Togliatti compreso), quantunque non condividesse pienamente la linea di Amadeo Bordiga si unì a questi nell’attacco contro i dirigenti riformisti. Quando la Direzione del P.S.I., per tale motivo, dec[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 484

Brano: [...]olte amarezze, Serrati non sollevò tuttavia alcuna questione personale e accettò la quarantena cui era stato destinato. Nominato membro del Comitato centrale e direttore del foglio “Sindacato rosso”, continuò a essere per moltissimi militanti un simbolo di coerenza e un esponente assai amato, la cui onestà politica era fuori discussione. Il ristabilito legame con Antonio Gramsci valse parecchio a toglierlo dalla zona d’ombra in cui il settarismo bordighiano e i rancori massimalisti minacciavano di confinarlo, e da parte sua Serrati collaborò con Gramsci nella preparazione della piattaforma che avrebbe battuto i bordighiani al Congresso di Lione (gennaio 1926), in particolare sulle tesi della strategia sindacale. Rieletto nel Comitato centrale, già nell’aprile del 1926 Serrati aveva riconquistato una salda posizione al vertice del P.C. d'L Su suggerimento di Paimiro Togliatti, venne incaricato di rappresentare l’I.C. alla conferenza del Partito comunista portoghese, prevista per il mese di maggio. Il 10 di questo mese stava recandosi a una riunio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 90

Brano: [...]igente comunista

In seno al Comitato esecutivo del P.C. d’I. ebbe affidata la responsabilità del lavoro sindacale e, di fatto, diresse anche il foglio comunista dal titolo II sindacato rosso. Rieletto alla Camera nelle elezioni del maggio 1921, diresse il settimanale della Federazione comunista milanese La voce comunista e, fino all’aprile 1922, fu anche direttore responsabile della rivista teorica del partito Rassegna comunista.

Esponente bordighiano e tra i più in vista del partito, membro dell’ufficio centrale (legale) dell’organizzazione insediato a Roma, Repossi partecipò anche all’attività dell'lnternazionale Comunista fino al 1923, anno in cui ne fu escluso dal Comitato esecutivo del P.C. d’I. in seguito all’intervento di Mosca, mirante a sostituire la direzione di sinistra bordighiana con quella “centrista” guidata da Antonio Gramsci. Egli continuò tuttavia a svolgere funzioni dirigenti in campo sindacale e a battersi in Parlamento. Rieletto deputato nel 1924, partecipò intensamente all’attività del Gruppo parlamentare. Dopo l’assa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 796

Brano: [...] una audizione di canti popolari promossa dall’istituto nel maggio. [...]

Ogni ulteriore sviluppo dell’istituto è condizionato dalle drammatiche vicende politiche, mentre la reazione fascista è ormai alle porte. [...]

Al congresso di Roma del P.C.d’I. (marzo ’22) si ventila di dare una "sistemazione razionale alle iniziative sorte localmente" e di coordinarle sul piano nazionale con tendenze accentratrici, secondo il caratteristico disegno bordighiano. Non se ne farà nulla, ma ancora a poche settimane dalla marcia su Roma si apprende sul Comunista, (10 settembre ’22) che è stata costituita una sezione italiana del Proletkul’t, e se ne indicano anche i componenti il Comitato centrale. Ecco i nomi: A. Gramsci (a quel tempo ormai in Russia), G. Casale, M. Sarmati (Calosso), Virgilio Bellone (Milano), Giuseppe Berti (Roma), Luigi De Filippis (Roma), Gaspare De Gaetano (Roma), Teresa Falcipieri (Vicenza). Gramsci, Sarmati e Casale costituiscono il Comitato esecutivo provvisorio. In quegli stessi giorni, in un sanatorio presso Mosca, Gramsci chi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 266

Brano: [...]onscio dell’importanza dei problemi nazionali, preoccupato di fondare una coscienza politica nuova e di ascoltare le esigenze culturali del mondo moderno ». Sono, queste, parole di Piero Gobetti (v.) che, insieme con altri intellettuali « democratici », Gramsci aveva chiamato a collaborare e al quale consentirà di allestire per la stampa, mai avvenuta peraltro, una antologia dell’« Ordine Nuovo » settimanale. Certamente l’egemonia dell’indirizzo bordighiano nel partito ostacolava la marcia, e la rinuncia di Gramsci a contrastarlo apertamente non giovò alla vivacità del giornale. Nel maggio ^922, inoltre, l’« Ordine Nuovo » dovette privarsi del contributo insostituibile del suo direttore, inviato a Mosca come rappresentante del Partito comunista italiano neH’Esecutivo dell’Internazionale. Sopravvisse come potè fino all’ottobre, allorché, dopo la marcia su Roma, fu sospeso d autorità insieme con gli altri due quotidiani comunisti. Una perquisizio

ne della polizia costò, in quella circostanza, un rinvio a giudizio per il redattore capo Leonetti,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 373

Brano: [...]i infatti, dopo un difficile lavoro di preparazione che fece capo soprattutto a Scoccimarro, dal 20 al 26.1. 1926 Tassise si riunì. Il Comintern vi era rappresentato da Humbert Droz.

Gramsci tenne la relazione politica generale e Bordiga svolse una controrelazione di minoranza. Togliatti riferì sul lavoro sindacale. Tra gli interventi di maggior rilievo, si ricordano quelli di Ravazzoli; di Longo, allora dirigente del movimento giovanile; del bordighiano Perrone; di Giacinto Menotti Serrati, che parlò a sostegno delle tesi gramsciane; e di Angelo Tasca, che attaccò Togliatti e la parola d’ordine dei Comitati di agitazione (v.). Sotto la guida di Gramsci, la dura battaglia contro il bordighismo venne vinta. La mozione della Centrale ebbe il 90% dei voti. Al termine della battaglia congressuale, Gramsci insistette perché Bordiga accettasse di entrare nel nuovo Comitato Centrale. I suoi membri effettivi risultarono così: Antonio Gramsci (segretario generale), Luigi Allegato, Luigi Bagnolati, Amadeo Bordiga, Alessandro Ceriana, Vittorio Flecchia,[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine bordighiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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