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Il segmento testuale bellicismo è stato estratto automaticamente da un complesso algoritmo di KosmosDOC di tipo "autogeno", ossia sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 50Entità Multimediali , di cui in selezione 8 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 568

Brano: [...]ivano nell'interventismo (v.), il P.S.I. adottò la parola d’ordine « Né aderire né sabotare », che gli consentì di superare la bufera di tre anni e mezzo di guerra, non senza qualche incertezza e oscillazione. Favorito però dall’iniziale neutralità dell 'Italia e dalla precedente espulsione della destra, il partito italiano riuscì nel fondo a distinguersi nettamente da quelle socialdemocrazie centrooccidentali che avevano capitolato di fronte al bellicismo delle rispettive borghesie nazionali, votando i crediti di guerra e confondendosi poi su posizioni socialscioviniste. Con questo bagaglio già ricco di luci e di ombre, toccò a Giacinto Menotti Serrati (v.), alla testa del gruppo dirigente e dell'"Avanti!”, affrontare la crisi del dopoguerra, che fu caratterizzata da un periodo di slancio (e di euforia catastrofica), di forte espansione elettorale e organizzativa (« socialismo di guerra »), poi da un periodo di reazione borghese e dello Stato, che vide affermarsi per la prima volta in Italia il “fascismo” di Mussolini.

Primo dopoguerra

N[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 672

Brano: [...]
Era il punto di arrivo della parabola politica di un uomo che aveva avuto senza dubbio il potere di imporsi per ventidue anni all’interno del paese e all’estero con una politica fatta di ambigue e contraddittorie manifestazioni verbali; con velleitarie ambizioni di primato; col suo millantare la missione italiana in Africa, nei Balcani, in Oriente e addirittura in Asia; col suo continuo esaltare la forza espansiva del fascismo e un inesistente bellicismo italiano; coi suoi ricorrenti attacchi alla Società delle Nazioni e, ora a questa, ora a quell'altra potenza.

Tutto ciò era scaduto pian piano nella morsa dell’alleanza fatale col nazismo e nell’accettazione supina di ogni iniziativa tedesca e di tutti i testi predisposti dal ministero degli Esteri nazista. Preparazione alla totale rinuncia da parte italiana a ogni reazione che sarebbe pur stata giusta, di fronte alla spoliazione della sovranità nazionale in un territorio sanguinosamente conquistato nella Prima guerra mondiale.

Ora Mussolini doveva piegarsi con la forzata rassegnazione [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 668

Brano: [...]o, ma rivelava l’animo col quale aveva trattato. Il disgusto negli ambienti cattolici fu grande e papa Pio XI dovette rispondere, ma con ben maggior finezza dell’arrogante « altra parte in causa ».

Ulteriore dimostrazione dell’instabilità diplomatica del duce fu la persecuzione che due anni dopo la stipulazione del concordato e dei Patti lateranensi, venne attuata, sia pure per un breve periodo, contro l’Azione cattolica (v.).

Diplomazia e bellicismo

Negli anni Trenta Mussolini dedicò la sua attività internazionale, quasi contemporaneamente, ad azioni diplomatiche distensive e ad azioni belliche, con quella oscillazione che rappresenta Ja caratteristica di un' azione alla ricerca del successo, quali ne fossero i canali, la consistenza, la validità, la durata. Di volta in volta l'Italia fu favorevole al(la Gran Bretagna, alla Germania, all’Unione Sovietica, e perfino alla Francia,

« Ma non era quel prudente coltivare più amicizie contemporaneamente che era stato nella tradizione diplomatica dell'Italia liberale: era spirito di avvent[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 769

Brano: [...]e continuava con ciò la politica di cedimenti che, già con il patto navale anglotedesco del 1935 e la passività nei confronti delle successive iniziative militari ed espansionistiche del Terzo Reich (rioccupazione della Renania, coscrizione obbligatoria, Anschluss austriaco) e dell’Italia fascista (conquista dell’Abissinia) e dell’intervento congiunto delle due potenze fasciste in Spagna, era diventata essa stessa fonte di incoraggiamento per il bellicismo nazifascista e un pericolo per la pace.

L'opinione pubblica e il mondo politico inglese furono divisi di fronte alle nuove minacce naziste: mentre i laburisti e una minoranza dei conservatori (tra cui Churchill ed Eden che realisticamente vedevano nell’espansionismo nazista una minaccia per gli interessi politici ed economici deH’Impero britannico) si pronunciavano per l’irrigidimento della politica inglese, il premier Neville Chamberlain (v.) impose la continuazione della politica di ap

peasement e rifiutò l'appoggio armato alla Francia, qualora questa fosse accorsa in difesa della Cec[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 72

Brano: [...]si avevano rafforzato le proprie organizzazioni e conservato validi collegamenti. Si erano anche tenuti otto congressi operai internazionali: a Ginevra, nel settembre 1873; a Bruxelles, nel settembre 1874; a Gand, nell’ottobre 1876; a Coira, in Svizzera, nel settembre 1881; a Parigi, nell’ottobre 1883 e nell'agosto 1886; a Londra, nel novembre 1888. Mentre si accentuavano i contrasti tra le potenze imperialiste europee e cresceva la minaccia del bellicismo prussiano, nei vari paesi la classe operaia si era andata organizzando in partiti politici o, quanto meno, in gruppi e associazioni di lotta politica. In Germania, du

72



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 541

Brano: [...]ne), si fece più j/ivace.

Attaccò la « politica di appeasement » (v.) al momento della rimilitarizzazione della Renania (marzo 1936), rinnovò l’attacco di fronte al cedimento di Monaco (settembre 1938) invitando a non credere che

«questa sia la fine. Questo è solo il principio della resa dei conti ». Il suo punto di vista era pur sempre quello deH’Impero britannico, ma, appunto per questo, cosciente della profonda crisi politica aperta dal bellicismo fascista in Europa, ciò lo indusse anche a mutare posizione sul ruolo deH’Unione Sovietica, e cominciò a battersi per la realizzazione di un sistema di alleanze che, oltre la Francia, comprendesse anche l’U.R.S.S..

Con la dichiarazione di guerra alla Germania (3.9.1939) Chamberlain lo chiamava al governo, alla stessa carica di Lord deH’Ammiragliato che aveva dovuto lasciare nel 1915. Sotto la sua direzione si coronò con successo la caccia alla « Graf von Spee », le cui azioni corsare avevano per mesi importunato i convogli britannici. Quando, con l’invasione della Norvegia (aprile 1940) Hi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 147

Brano: Arte e Resistenza

gna (quella che fu anche la prova generale del bellicismo aggressivo del nazismo, culminato nel brutale bombardamento che, nell’aprile 1937, distrusse pressoché completamente l’indifesa cittadina basca di Guernica, misfatto condannato da Picasso r pochi giorni dopo — col suo capolavoro Guernica) a ispirare numerose opere antifasciste. Le notizie dei crimini commessi dai falangisti correvano per il mondo, riempiendo di orrore e sdegno gli antifascisti. In quell’atmosfera nasceranno opere come Fucilazione nelle Asturie (1936) e Fucilazione, Spagna (1939) di Aligi Sassu; Il combattente ferito di Madrid (1938) che lo spagnolo Xavier Bueno, dal '40 esule[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 124

Brano: [...]fu fondata a Milano, nell’abitazione di Emilio F.T. Marinetti, leader del futurismo (v.), dall’ex capitano Ferruccio Vecchi. Il Carli e il Vecchi furono anche condirettori della pubblicazione L’Ardito.

Non privo di interesse il rapporto tra gli arditi e il movimento futurista. Quest’ultimo aveva sempre espresso la propria vocazione di non limitarsi al campo puramente artisticoletterario, ma di partecipare attivamente (su posizioni di violento bellicismo e di fiero nazionalismo) alla vita politica. Già prima della guerra mondiale i futuristi avevano capeggiato gruppi interventistici e poi, nei giorni della rotta di Caporetto (v.), avevano colto l’occasione per dar vita a Fasci politici futuristi che, nell’intento dei promotori (Marinetti, Carli, Settimelli), avrebbero dovuto promuovere la riscossa morale della nazione. Era quindi naturale che, durante e dopo il conflitto, si avesse la confluenza di una parte degli arditi in quei circoli futuristi che più si davano da


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine bellicismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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