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Il segmento testuale autonomismo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 111Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 377

Brano: [...]tico nella crisi dello Stato liberale (19181926), Torino, 1969; G. Fiori, Vita di Antonio Gramsci, Bari, 1969; G. Fiori, Gramsci e il mondo sardo, in AA.VV., Gramsci e la cultura contemporanea, Atti del convegno internazionale di studi gramsciani tenuto a Cagliari il 2327 aprile 1967 a cura di P. Rossi, I, Roma, 1969; G. Sotgiu, Questione sarda e movimento operaio, Cagliari, 1969; M. Brigag lia, Sardegna perché banditi, Milano, 1971; S. Sechi, L'autonomismo in Sardegna, in AA.VV., Il fascismo e le autonomie lo

cali, a cura di S. Fontana, Bologna, 1973; G. Sotgiu, Lotte politiche e sociali nella Sardegna contemporanea (18481922), Cagliari, 1974; A. Boscolo M. Brigaglia L. Del Piano, La Sardegna contemporanea, Cagliari, 1974; S. Sechi (a cura di), Il movimento autonomistico in Sardegna (19171925), Cagliari, 1975; L. Podda, Dall'ergastolo, Milano, 1975; G. Melis (a cura di), Antonio Gramsci e la questione sarda, Cagliari, 1975; M. Brigaglia, Emilio Lussu e "Giustizia e Libertà", Cagliari, 1976; E. Lussu, Per l'Italia dall'esilio, a cura di M. [...]

[...] Milano, 1975; G. Melis (a cura di), Antonio Gramsci e la questione sarda, Cagliari, 1975; M. Brigaglia, Emilio Lussu e "Giustizia e Libertà", Cagliari, 1976; E. Lussu, Per l'Italia dall'esilio, a cura di M. Brigaglia, Cagliari, 1976; F. Manconi G. Melis

G. Pisu, Storia dei partiti popolari in Sardegna 18901926, Roma, 1977; P. Sanna, Storia del P.C.I. in Sardegna dal 25 luglio alla Costituente, Cagliari, 1977; G. Sotgiu, Movimento operaio e autonomismo. La questione sarda da Lussu a Togliatti, Bari, 1977; A Mattone, Velio Spano. Vita di un rivoluzionario di professione, Cagliari, 1978; F. Spanu Satta, Il Dio seduto. Storia e cronaca della Sardegna 19421946, Sassari, 1978; L. Nieddu, Dal combattentismo al fascismo in Sardegna, Milano, 1979; M. Coni F. Serra, La portaerei del Mediterraneo. La Sardegna nella seconda guerra mondiale, Cagliari, 1980; A. Corsi, Socialismo e fascismo nell'Iglesiente, a cura di F. Manconi, Cagliari, 1981; G. Fois, Storia della Brigata “Sassari", Sassari, 1980; M.S. Rollandi, Miniere e minatori in Sardegna, Cagliar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 605

Brano: Spagna

Anche da questo trasse forza la “questione” catalana.

La sconfitta del 1898 subita dalla Spagna nella guerra contro gli U.S.A. mostrò la debolezza del centro spagnolo (Madrid) e indusse ad accentuare la ribellione delle province “più attive”. Dal 1898 il “regionalismo” catalano, sostenuto fino a quel momento soprattuto dagli intellettuali, diventava in maniera esplicita “autonomismo” e si parlava ormai in maniera aperta di “nazione catalana”.

Nel 1901 la Lliga catalana (autonomistica) ottenne una straordinaria e inattesa vittoria elettorale e la lotta per l'autonomia ebbe veramente inizio.

« Il governo assoldò fuorilegge, gli anarchici furono provocati o aizzati, i poliziotti stessi collocarono ordigni esplosivi davanti alle case di pacifici cittadini allo scopo di creare una atmosfera tale da giustificare la sospensione delle garanzie costituzionali » (Brenan) e l'intervento repressivo dell'esercito. Una situazione generale largamente conosciuta: gli operai di Bar[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 85

Brano: [...] Morandi e Oreste Lizzadri nel sostenere una politica unitaria col P.C.I. (anche dopo l'insuccesso del Fronte democratico popolare nelle elezioni del 18.4.1948) e nel contrastare le spinte alla divisione esistenti nel partito. Fu quindi contrario e contrastò la scissione socialdemocratica guidata da Giuseppe Saragat (Palazzo Barberini, gennaio 1947), ma nello stesso tempo si oppose alla segreteria di Lelio Basso (v.), del quale non condivideva l’autonomismo, da lui giudicato privo di respiro strategico in quanto avrebbe messo in pericolo il patto di unità d'azione col P.C.I..

Definito un “unitario intransigente” in realtà Tolloy fu un uomo dell’apparato morandiano contrario a ogni processo di disgregazione dei quadri e del funzionariato, il cui ruolo riteneva insostituibile e da potenziare attraverso l’istituzione di una scuola nazionale del partito. Tenne saldamente in mano l’organizzazione del P.S.I. fino a metà degli anni Cinquanta e approvò poi i mutamenti di linea seguiti alla crisi dei rapporti con i comunisti: svolta del centrosinistra[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 615

Brano: [...] alla Camera, venendo riconfermato nel 1921. Fu segretario del Gruppo parlamentare riformista e sottosegretario alle Finanze con il governo Facta (1922).

Non venne rieletto alla Camera nel 1924 e durante gli anni del fascismo si ritirò dalla scena politica, per dedicarsi esclusivamente alla professione di avvocato civilista ad Agrigento.

Si impegnò nuovamente nell’azione politica dopo la Liberazione, conducendo una vigorosa battaglia per l'autonomismo dell'isola, come membro della Consulta regionale incaricata di elaborare lo Statuto regionale siciliano.

Lanfranconi, Luigi

Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. N. a Voltri (Genova) nel 1913, m. a Sampierdarena (Genova) il 20.2.1945; impiegato.

Orfano di un caduto nella Prima guerra mondiale, lavorò come impiegato presso la Cassa di Risparmio di Genova e Imperia.

L'8.9.1943 prestava servizio militare in una batteria costiera e, dopo lo sbandamento del suo reparto, si diede alla macchia. Contribuì all'organizzazione dei primi gruppi partigiani sorti fra la Liguria e l’Emi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 385

Brano: [...] presi d’assalto e parzialmente distrutti i caseifici.

La risposta dei gruppi politici più avvertiti alla drammaticità dei nodi della “questione sarda” era l'adesione alle posizioni antiprotezioniste, di cui, intorno agli anni della guerra di Libia, si fece sostenitore, soprattutto sulle colonne della “Nuova Sardegna”, il giovane socialista nuorese Attilio Deffenu (18901918), considerato uno dei “padri” del movimento autonomistico sardo.

L’autonomismo sardo

L’esperienza della Prima guerra mondiale, e soprattutto quella specifica esperienza che molti sardi, fecero nella Brigata "Sassari" (una delle poche formazioni dell'esercito a base regionale), portarono nel do

385



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 127

Brano: [...]ottura l’aver salvato l’identità e l’unità nazionale, cancellando il peggio e il più della degenerazione fascista rispetto all’eredità risorgimentale.

Ingiusto non ricordare che solo la lotta partigiana consentì di avere titoli per salvare Trieste, per limitare a piccole zone il passaggio alla Francia di terre italiane. E che solo essa salvò il paese da una divisione quale quella subita dalla Germania. Non trascurabile, anche, la ripresa dell’autonomismo in forme aggiornate di reale crescita dell’autogoverno. Per certi versi (qui sono i comunisti a insistere più degli altri) la rinascita dei partiti dopo i! loro annientamento da parte fascista.

Ma qui si apre la discussione ancora in atto fra gli storici italiani.

Ragioneri sembra a non pochi, e alla luce di quarantanni di logoramento della “formapartito” rispetto alla partecipazione del “paese reale”, un po' troppo ottimista nel definire i partiti come « l’unica for/na di associazione veramente autonoma delle classi sociali » e, per questo, l'unico potere alternativo alla continuità de[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 582

Brano: [...]ornali triestini dal 1863 al 1902, Trieste 1976; C. Silvestri, Dalla redenzione al fascismo. Trieste 19181922, Udine 1966; E. Apih, Italia, fascismo e antifascismo nella Venezia Giulia 19181943, Bari 1966; AA.VV., Nazionalismo e neofascismo nella lotta politica al confine orientale 19451975, Trieste 1977.

Sul movimento nazionale a Trieste fino alla Prima guerra mondiale: G. Negrelli, Al di qua del mito. Diritto storico e difesa nazionale nell’autonomismo della Trieste asburgica, Udine 1978; R. Monteleone, La politica dei fuorusciti irredenti nella I guerra mondiale, Udine 1972; F.S. Romano, Liberalnazionali e democratici sociali di fronte al problema delle nazionalità a Trieste nel 1918, in II movimento nazionale a Trieste nella prima guerra mondiale, a cura di G. Cervani, Udine 1968; L. Valiani, La dissoluzione dell'AustriaUngheria, Milano 1966.

Picei!!, Guido

N. a Parma il 9.9.1889, m. a Mirabueno (Spagna) ;l 5.1.1937; artigiano.

Frequentate le scuole medie, dopo aver svolto altre attività nel 1912 aprì a Parma un negozio da orolog[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 105

Brano: [...]ta da agenti gollisti.

Il 29.5.1945 la I Divisione francese Chasseurs des Alpes occupò i colli del Piccolo San Bernardo e di Rhemes, nonché il fondovalle fino a Pré St. Didier, e solo l’intervento congiunto degli Alleati, delle autorità del C.L.N., del prefetto Passerin d’Entrèves e del sindaco di Aosta Carlo Torrione potè impedire che l’occupazione si estendesse alla valle; ciò non potè evitare, d’altra parte, l’urto tra le due correnti dell’autonomismo valdostano: quella orientata verso la semplice autonomia amministrativa nel quadro del

lo Stato italiano e quella separatista, indirizzata verso l’annessione della Valle d’Aosta alla Francia.

La serietà di quei contrasti e i consensi riscossi dalle idee separatiste in taluni strati della popolazione indussero il governo italiano ad accelerare il provvedimento per la concessione alla valle d’Aosta della autonomia istituzionale. Questa fu sanzionata dal D.L.L. del 7.

9.1945 n. 545, che contemporaneamente disciplinava anche la creazione del primo Consiglio regionale. Uno « statuto speci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 525

Brano: [...]e. Si giunse così alle elezioni del 12.1.1919, nelle quali risultarono eletti 3 indipendenti, 61 socialdemocratici, 16 rappresentanti della Lega dei contadini, 25 democratici, 9 conservatori e 66

cattolici. Tutta la stampa era nelle mani dei partiti borghesi.

La decisione del governo di laicizzare le scuole provocò proteste da parte del clero e tra i contadini. Si chiesero le dimissioni di Eisner, al quale la borghesia non perdonava il suo autonomismo rispetto al Reich, il suo genuino antimilitarismo e l’appoggio di cui godeva da parte dei Consigli operai. Pacifista convinto, Eisner aveva per di più pubblicato documenti che provavano la responsabilità della Germania imperiale nello scatenamento della guerra; era quindi considerato un venduto alle potenze dell’Intesa e accusato perfino di ritardare volutamente il ritorno in patria dei prigionieri di guerra tedeschi.

In un clima di provocazione, il governo si dimise e il socialdemocratico di destra Auer concordò con il Consiglio degli operai che le dimissioni sarebbero state presentate al[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 466

Brano: [...]ani, come testimoniano i discorsi di Giuseppe De Felice Giuffrida in vari dibattiti alla Camera. Non si può dire la stessa cosa del Partito socialista, il quale non raccolse l’eredità dei Fasci siciliani e considerò il fenomeno della mafia come un fatto locale, circoscritto all’azione repressiva degli agrari e non estesa a quella dello Stato. L’incomprensione dei riformisti e dei massimalisti nei confronti della questione meridionale (v.) e dell’autonomismo siciliano impedì loro anche di capire come il compromesso tra la mafia e lo Stato italiano non fosse che un particolare aspetto del più generale compromesso tra la borghesia italiana e.la classe dirigente siciliana.

Gli anni del fascismo

Gli anni del primo dopoguerra furono caratterizzati anche in Sicilia da crisi e da violenti contrasti. I contadini si riorganizzarono e, quando a Torino gli operai occuparono le fabbriche, in alcuni comuni della Sicilia i contadini occuparono le terre. Di fronte ai reduci che chiedevano terra e lavoro, gli agrari

non erano tranquilli. Si fecero allor[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine autonomismo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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