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Il segmento testuale artigiana è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 176Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 235

Brano: [...]i primi organizzatori del Partito comunista e del movimento unitario antifascista nel Cuneese, e poi del C.L.N.. L’8 settembre, nei giorni in cui i militari della IV Armata rientravano disordinatamente dalla Francia passando per le valli cuneesi, Giovanni Barale moltiplicò le sue energie per mettersi in contatto con ufficiali e soldati, onde incitarli a riprendere le armi e a condurre la lotta contro tedeschi e fascisti. Raccolta la prima banda partigiana nel vallone di San Giovanni di Boves, trasformò la sua bottega artigiana in sede di comando, stabilì legami con Pompeo Colajanni, Antonio Giolitti e altri comandanti partigiani; fu tra i più entusiasti animatori della Resistenza, li 29.12=1943. insieme a Carlo Ba

va (commissario di collegamento delle formazioni partigiane della zona) e a Paolo Cinanni (ispettore del P.C.L), si recò alla sede del Comando partigiano in montagna. L’indomani, ridiscesi a San Dalmazzo, i tre furono informati che i tedeschi, in possesso di notizie particolareggiate sulla dislocazione delle formazioni partigiane, si accingevano ad attaccarle in forze. Barale e Bava decisero allora di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 89

Brano: [...]; artigiano vetraio.

A 14 anni cominciò a lavorare come apprendista presso i Cantieri Riuniti di Monfalcone, nel settore aeronautico, e dal 1940, collegato con i fratelli Fontanot, fu attivo nel Soccorso Rosso. Nel luglio 1943 venne arrestato dalla polizia fascista, ma durante la traduzione alle carceri di Udine riuscì a fuggire.

Dopo I'8 settembre fu tra i primi organizzatori dei G.A.P. della Bassa friulana, a protezione della Intendenza partigiana diretta da Silvio Marcuzzi (Montes). Diventato comandante della 1a Brigata G.A.P. (di pianura), nell'estate 1944 fu chiamato a far parte del Comando unificato “GaribaldiOsoppo” (di pianura).

Nel settembre 1944 cadde in mano dei fascisti e venne tradotto alle carceri di Palmanova, ma riuscì a evadere con l’aiuto del partigiano Fmotti. Braccato dalla Decima Mas che aveva posto sulla sua testa una taglia di 100.000 lire, fu catturato ancora una volta nel dicembre, rinchiuso nelle carceri di Udine e condannato a morte, ma il 7.2.1945,

tre giorni prima della data fissata per l’esecuzione, ve[...]

[...]i Rossi. Ripresa la lotta, nominato capo di stato maggiore della Divisione Garibaldi “Picelli”, alla fine della Guerra di liberazione venne smobilitato con il grado di comandante della Divisione Garibaldi “Sinistra Tagliamento”. Tutti i membri della sua famiglia (padre, moglie, cognato e cognata) hanno attivamente partecipato alla Resistenza con incarichi di responsabilità.

Attualmente vive a Cervignano del Friuli, dove svolge la sua attività artigiana.

L.fì.C.

Tonelli, Virginia

Luisa. Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. il 13.11.1903 a Castelnuovo del Friuli (Pordenone), m. a Trieste il 29.9.1944; sarta. Di famiglia poverissima, subito dopo le scuole elementari lavorò come apprendista sarta. Ebbe un'infanzia funestata dalla precoce morte del padre (per malattia contratta nel lavoro) che lasciò una vedova assolutamente priva di mezzi con 7 figli a carico. Nel primo dopoguerra, per aiutare la famiglia Virginia alternò il lavoro di sarta a domicilio con quello di infermiera. Nondimeno fu costretta a lasciare il paese na[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 449

Brano: [...]eridionalisti, Roma, 1964. Studi su U.Z.B.: Umberto Zanottl Bianco (18891963), Roma, 1908; Umberto Zanottl Bianco meridionalista militante, Milano, 1981.

S.VI.

Zanti, Angelo

N. a Cavriago (Reggio Emilia) il 24.9.1896, m. a Reggio Emilia il 13.1. 1945; operaio.

Garzone cestaio a 10 anni, a 16 entrò nella Gioventù socialista. Compiuto il servizio militare durante la Prima guerra mondiale, lavorò a Cavriago come falegname in una bottega artigiana e nel 1920 venne eletto consigliere comunale socialista. Nel 1921 aderì al P.C. d’I. e lottò poi contro Io squadrismo fascista, finché dovette abbandonare la città per lavorare, sempre come falegname, in varie località della provincia.

Sposatosi nel 1922 con la giovane militante comunista Amelia Panciroli, operaia in un calzificio reggiano, nel 1923 emigrò in Francia, nella banlieue parigina di Argenteuil, dove si trovavano tanti altri emigrati politici cavriaghesi e venne raggiunto nel 1924 dalla moglie che, nel frattempo, aveva avuto la figl ioletta Carmen.

Attivo militante comunista [...]

[...]on i compagni dal Tribunale straordinario militare di guerra di Reggio Emilia (8.1.1945). Per intervento di autorità germaniche, tra cui il colonnello Eugenio Dollmann, venne fucilato soltanto Zanti, in quanto era il solo che risultasse comunista. L’esecuzione avvenne 5 giorni dopo la sentenza nel cortile della Caserma di viale Allegri, a Reggio.

Alla sua memoria è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare.

La figlia Carmen, partigiana combattente nei G.A.P. di Reggio Emilia dall’ottobre 1943, sarà una popolare dirigente dell’U.D.I. e parlamentare comunista dal 1963 al 1976.

Bibliografia e fonti: Loretta Uso, Angelo Zanti (Amos), Reggio Emilia, 1955; Guerrino Franzini, Storia della Resistenza reggiana, Reggio Emilia, 1966, ad indicem; Angelo Zanti martire dell'antifascismo, Cavriago, 1975; Martiri di Cavriago della reazione nazifascista (19211945), Comune di Cavriago, 1973; Rolando Cavandoli, Cavriago antifascista. Cronache 19221946, Reggio Emilia, 1975, ad indicem; Antifascismo militante. Testimonianze e saggi (Pref. di[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 176

Brano: [...] al punto che decise di passare con i partigiani.

Alla fine di quello stesso mese, insieme al caporalmaggiore Johann Fritz, il capitano Jacobs caricò un autocarro di fusti di benzina e, a tutta velocità, si diresse verso Sarzana dove, secondo accordi prestabiliti, un patriota italiano membro del C.L.N. e in collegamento con i partigiani locali lo attendeva sul ponte del Magra. Un’ora dopo i due tedeschi giungevano al Comando della formazione ^artigiana e venivano accolti nelle file della Resistenza.

Nella Resistenza italiana

Dopo aver attivamente partecipato alla lotta partigiana nelle file della Brigata Garibaldi « Muccini », il 3.

11.1944 Rudolf Jacobs volle guidare personalmente una audace azione contro i fascisti di Sarzana. Fatte indossare a 12 partigiani le divise della Wehrmacht, l’ex ufficiale tedesco calò a Sarzana, si presentò col suo drappello alla caserma delle Brigate Nere, chiese del comandante e, appena se lo trovò di fronte, gli

Rudolf Jacobs

intimò la resa spianandogli contro l’arma. Senonché i fascisti reagirono con prontezza e s’accese una mischia furiosa, con perdite sanguinose da entrambe le parti. Cadde, con altri, il capitano Jacobs.
[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 518

Brano: [...]zione sovietica si è costituita in Repubblica Democratica Tedesca. La città di Berlino, pur essendo la capitale della Repubblica Democratica Tedesca, è tuttora soggetta a un governo militare quadripartito.

Origini del movimento operaio

Nella Confederazione tedesca dominata dal Regno di Prussia, il proletariato di massa si formò intorno al quarto decennio del secolo XIX, quando la grande industria cominciò a liquidare le forme di produzione artigiana e il commercio piccoloborghese. Già verso il 1835 si ebbero gravi tumulti di affamati in alcuni villaggi di tessitori della Sle

sia colpiti dalla crisi economica. Carlo Marx (v.), nato nel 1818 nella casa di un modesto avvocato di Treviri (nella parte della Germania più influenzata dalla Rivoluzione francese), iniziava intanto i suoi studi universitari a Berlino, tra i giovani seguaci del filosofo Hegel. Nel 1836 sorse la prima organizzazione proletaria tedesca, la Lega dei giusti, fondata in Francia da fuorusciti tedeschi e ispirata ai principi egalitari di Babeuf. Da questa organizzazion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 709

Brano: [...]alcuni di loro avevano avuto il privilegio, davvero eccezionale per un guineano, di arrivare fino all’università di Lisbona. Qui, a contatto con l’opposizione antifascista, cominciarono a nascere le prime idee politiche che avrebbero modellato il P.A.I.G.C. e la sua iniziativa.

Il gruppo lavorò per lo più a Bissau, trovandovi un ambiente particolarmente favorevole tra i lavoratori portuali, i marittimi e alcuni settori della piccola borghesia artigiana. La sua attività iniziale fu peraltro modesta, partendo dall’errato presupposto che, grazie alla pressione in atto in tutta l'Africa, anche il Portogallo sarebbe arrivato a un ragionevole compromesso

709



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 245

Brano: [...] per il centenario di A. Labriola, « Stato operaio », ediz. di New York, novembre 1941gennaio 1943, Reprint Feltrinelli, 1966; A. Gramsci, Il materialismo storico, Einaudi, Torino, 1949; P. Togliatti, Per una giusta comprensione del pensiero di A. Labriola, « Rinascita », nn. 47, 1954; L. Cafagna, Profilo biografico e intellettuale, « Rinascita », numeri citati.

Labriola, Arturo

N. a Napoli il 21.1.1873, ivi m. il 23.6.1959.

Di famiglia artigiana, si laureò ventiduenne con una tesi sulle dottrine economiche di Quesnay. A

14 anni già militava nel Circolo della Gioventù Operosa, di tendenze repubblicane, e qui conobbe il giovane Gino Alfano, più tardi deputato comunista.

Nel 1890 fu tra i promotori della prima manifestazione per il Primo Maggio a Napoli e, per questa iniziativa, l’anno dopo venne condannato a 5 mesi di carcere. Nel 1894, per aver svolto propaganda in favore dei Fasci siciliani, venne sospeso per 1 anno dall’Università e si ebbe 18 mesi di domicilio coatto, poi non applicati. Intanto collaborava a « Il Paese » di N[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 385

Brano: [...]al generale D’Asper, testimoniava il nascere di una embrionale coscienza di classe. La topografia politicosociale della Livorno del tempo era caratterizzata nelle sue linee generali dalla presenza di « una moderata grossa borghesia per lo più formatasi attraverso la speculazione edilizia fatta con la disponibilità di nuove aree fabbricabili; democratica invece appariva la piccola borghesia mercantile, democratiche e radicali la piccola borghesia artigiana e le prime formazioni operaie che facevano capo a Enrico Bartelloni, democratico intransigente, aperto alle prime suggestioni del socialismo proletario ». Fondamentali furono, per la formazione politica della nascente classe operaia livornese, la penetrazione delle nuove ideologie socialiste e l’opera svolta dall’anarchico Bakunin, più tardi continuata da Pietro Gori (v. Elba, Isola d’).

Dopo il 1870 e l’esperienza della Comune francese, lotte sociali ed economiche si svilupparono in numerose città della Toscana, in particolare a Pisa, Livorno e Firenze, nonché in centri minori come Empoli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 539

Brano: [...] Gorizia (v.).

Marelli Ercole, Società

Complesso industriale elettromeccanico fondato nel novembre 1891 da Ercole Marelli (n. a Milano nel 1867, m. ad Azzano nel 1922); nel 1973 occupava circa 6.500 dipendenti negli stabilimenti di Sesto San Giovanni (Milano).

Dalle origini al fascismo (18911922)

Già operaio del Tecnomasio, ditta elettromeccanica milanese, Ercole Marelli diede avvio alla propria attività autonoma aprendo una officina artigiana in via Ausonio a Milano, per produrre piccole macchine elettriche, pile, accumulatori, parafulmini, lampade ad arco. L’arrivo dei primi « agitatori d’aria elettrici » di fabbricazione americana gli suggerì di imitarli per venderli poi a prezzi di concorrenza. I suoi modelli incontrarono tanto il favore del mercato che la piccola officina diventò presto insufficiente a soddisfare le richieste sicché l’anno dopo si impose il trasferimento dell'attività di produzione in una sede più adatta in via Farini, dove il numero degli operai raggiunse rapidamente il centinaio. Nel 1900, « per disporre di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 657

Brano: [...]ggredirono, col

pendolo a morte, lo stradino Ugo Morara, propagandista socialista, che morirà l'indomani.

Nel maggio 1922 gli squadristi distrussero la cosiddetta Camaraza, un luogo di ritrovo cooperativo al centro del paese; poi attaccarono e saccheggiarono un bar gestito dai fratelli Lamberti, socialisti, ferendo i titolari; infine aggredirono il dirigente socialista Nicola Luminasi, mettendo inoltre a soqquadro la sua piccola tipografia artigiana. Dopo la seduta consiliare svoltasi il 24.4.1922 sotto la presidenza del sindaco socialista Enrico Mingardi, gli amministratori furono minacciosamente diffidati dai fascisti a non tenere altre riunioni. In seguito al tentativo di organizzare una seduta nell’agosto 1922, dall’1 gennaio 1923 (con i fascisti al governo) fu imposto al Comune un commissario prefettizio e infine la gestione passò a un podestà fascista.

Nel 1924 venne celebrato il processo per i fatti accaduti presso l’azienda Portonovo. In un clima intimidatorio, il Tribunale infierì contro i « rossi », infliggendo a 23 imputati[...]


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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine artigiana, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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