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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale altopiano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 100Entità Multimediali , di cui in selezione 26 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 742

Brano: [...]usseguirsi di furiosi attacchi partigiani nel settore di Foca, i tedeschi riuscirono a rinchiudere quella breccia, quindi nemmeno di lì si poteva passare. Senza retrovie e senza rifornimenti, mentre l'aviazione e le artiglierie nemiche seminavano di bombe, di raffiche di mitraglia e di granate il territorio circondato, con i feriti e gli ammalati che ostacolavano i movimenti, Tito cercò un’altra via di uscita non semplice né facile: la zona dell’altopiano del Vucevo, ai piedi del monte Maglie, lungo il corso medio del fiume Sutjeska. Da lì, gradualmente raggruppate, le forze partigiane avrebbero dovuto avviarsi verso la Bosnia. L’altopiano, posto tra i canyon della Drina, della Sutjeska e della Piva, costituiva la chiave della vallata della Sutjeska. Gli ordini furono impartiti il 26 maggio. A prendere possesso del Vucevo Tito mandò la 11 Brigata Proletaria, ordinando alle altre forze di muoversi dai rispettivi settori e avviarsi nella medesima direzione attraversando la Piva, raggiungendo l’altopiano, spingendosi successivamente sul monte Zelengora. Tutte le forze impegnate nel Sangiaccato dovevano pure ritirarsi e raggrupparsi sulla sponda sinistra del fiume Tara.

Ostacolate nella manovra dagli ininterrotti bombardamenti e mitragliamenti, le unità partigiane si spostarono con enormi difficoltà a causa anche delle ripide gole e dei boschi, sotto la pioggia, percorrendo erti sentieri e attraversando passi invalicabili in notti senza luna. Fu giocoforza abbandonare e distruggere le armi pesanti ancora a disposizione. La mancanza di viveri si faceva sentire fra i combattenti ormai sfiniti[...]

[...]aggiunsero il Vucevo, stroncando ulteriori tentativi tedeschi di impossessarsi di quella posizione strategica. Negli altri settori della linea di accerchiamento, a occidente di Kolasin e a nord di Niksic, le truppe italiane continuavano a incalzare. Tito e il suo Comando restarono fino all'alba del 28 maggio presso il lago Crno Jezero sotto il Durmitor in attesa dell’arrivo della Missione militare britannica paracadutata la notte precedente sull'altopiano di Negobudje, a est di Zabljak. Ne facevano parte, oltre ad alcuni radiotelegrafisti, il maggiore William Stewart e il capitano Frederick William Deakin, quest’ultimo amico personale del premier Churchill.

Al momento dell'arrivo della Missione i tedeschi avevano ormai già occupato l'intero Sangiaccato e i reparti partigiani di quel settore si erano ritirati sulla sponda sinistra della Tara. All'inizio di giugno, fallito il tentativo di incastrare e distruggere le forze partigiane fra i valloni della Piva e della Tara, le truppe italotedesche si concentrarono nella valle della Sutjeska e su[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 239

Brano: [...]di abitanti. Capitale Addis Abeba (468.000 ab.). Città principali: Gondar, Debra Ta

bor, Debra Marcos, Dessié, Harrar, Diredaua, Gimma, e inoltre Massaua, Cheren, Agordat, Adigrat, Axum e Adua in Eritrea. Confina con la Somalia Francese, la Somalia, il Kenia e il Sudan; a nord, la costa eritrea è bagnata dal Mar Rosso (porto di Assab). La popolazione è composta per la maggior parte da amhara e abissini (abitanti YAbissinia, vasta regione dell’altopiano etiopico), più evoluti economicamente e di religione cristianocopta; per 1/3 da galla e per il resto da dancali e somali, di religione islamica.

L’attuale costituzione etiopica risale al 1955. Il Parlamento è composto da un Senato (nominato la prima volta nel 1961) con 105 membri e da una Camera di 250 deputati. La maggior parte del potere rimane però concentrato nelle mani dell'imperatore e i due rami del Parlamento hanno funzione più che altro consultiva.

L’economia è fondata soprattutto sull’agricolturà (caffè, cereali, cotone, tabacco, semi oleosi) che assorbe il 90% della popolazio[...]

[...]i ras Alula sulla base militare italiana divenne così minacciosa da indurre San Marzano a fortificarsi sulle alture di Massaua.

Alla morte di Giovanni IV (caduto in combattimento contro i dervisci nel 1889), il re degli scioani Menelik II (18421913) si proclamò negus neghesti (re dei re) e, continuando la politica di intesa personale con gli italiani che aveva iniziato alcuni anni prima in cambio del loro sostegno, ne accettò la presenza sull'altopiano, eritreo. Il 2.5. 1889 ratificò il trattato di Uccia!li.

Il negus Menelik II con la famiglia (1893)

239



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 582

Brano: [...]rreva poi lungo la sponda destra

del Piave fino al mare. Tutto il Veneto orientale era invaso dagli austroungarici che, entrati a Belluno e a Udine, erano dilagati nella pianura veneta giungendo fino a pochi chilometri da Treviso e Venezia. Con 55 divisioni bene armate e galvanizzate dalla vittoria conseguita, gli austroungarici puntavano strategicamente su Milano.

Ma, nonostante la grande disparità di forze, i loro reiterati attacchi sull’altopiano di Asiago, sul Grappa e soprattutto lungo il Piave si infransero contro l’insospettata e tenacissima difesa italiana, cui veniva data una mano non irrilevante da 3 divisioni britanniche, 2 francesi, una cecoslovacca (composta da ex prigionieri di guerra passati a combattere contro l’impero absburgico) e un reggimento statunitense. Queste truppe alleate, armatissime e ottimamente equipaggiate, giunte in linea proprio nei giorni di Caporetto furono di grande aiuto non solo morale ma anche materiale per lo sconvolto esercito italiano e si batterono generosamente, tanto da registrare al termine d[...]

[...]reggimento statunitense. Queste truppe alleate, armatissime e ottimamente equipaggiate, giunte in linea proprio nei giorni di Caporetto furono di grande aiuto non solo morale ma anche materiale per lo sconvolto esercito italiano e si batterono generosamente, tanto da registrare al termine della guerra ben 1.500 morti e oltre 5.000 feriti.

Dal 10 novembre alla fine del 1917 le dure battaglie difensive sostenute con successo dagli italiani sull’altopiano di Asiago, sul Grappa e lungo il Piave indussero il Comando austriaco a sospendere, data anche la congiuntura invernale, l’azione offensiva. Questa tregua consentì al Comando italiano di riprendere fiato e di ricostruire le forze, mentre il nemico si limitava a compiere

Il 67.11.1917, data la tragica si Uscita dei fanti da una trincea del San Gabriele

582



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 357

Brano: Brescia

La regione prealpina gravitante sul Passo dei Brennero

no. Sin dall’inizio della Guerra di liberazione operarono, in queste zone, le formazioni partigiane che in seguito avrebbero dato vita al Gruppo Divisioni d’assalto Garibaldi « A. Garemi ».

Un primo gruppo partigiano si formò a ConcoFontanelle, sulle pendici dell’altopiano di Asiago, ma in conseguenza di infiltrazioni nemiche e dopo l’assassinio di 4 tra i suoi migliori componenti, tra cui il capitano Crestani e Puntarolo (ambedue già garibaldini in Spagna), la piccola banda si sciolse. Da questa prima esperienza gli organizzatori locali furono persuasi della necessità di dare alle formazioni una più solida strutturazione. Venne allora costituita la Divisione « Stella », la prima del Vicentino, che inizialmente si attestò nella zona di Recoaro (Spitz, Staz, Campodavanti, Campobruno). Successivamente i partigiani si spinsero verso la bassa valle dell’Agno, fino [...]

[...] Novenio. Tra i più importanti avvenimenti di cui fu protagonista questa formazione, si ricordano il rastrellamento di Posina, la battaglia di Malga Zonta (v.), la distruzione dei ponti sulla stradale che porta a Rovereto, azione — quest’ultima — che permise di salvare Schio da sicura distruzione.

Una terza divisione, la « Pasubiana », sorta in questa stessa zona dopo il rastrellamento di Posina, tenne la posizione omonima, nonché quella dell’altopiano di Asiago e tutta la vai d’Astico. Tra le sue principali azioni è da annoverare la distruzione della caserma degli allievi ufficiali della Guardia nazionale repubblicana di Tonezza del Cimone. Una quarta divisione, la « Pino »f si era ugualmente attestata sull’altipiano di Asiago dopo il rastrellamento di Grenezza che aveva provocato la disgregazione delle Brigate « Mazzini » e « Sette Comuni ». La « Pino », rimasta sola sull’altipiano dopo la sconfitta subita dalle altre formazioni, operò nel Trentino e nella Valsugana.

Del Gruppo « A. Garemi », oltre alle quattro divisioni citate, faceva[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 144

Brano: [...]ine e dominato da cime più elevate, lungo circa 50 km in direzione nordsud e largo 20 km in direzione estovest, sembrava particolarmente favorevole alla guerriglia partigiana: una vera fortezza dalle pareti rocciose, dalle pendici coperte di foreste e ricche di grotte offrenti riparo e forti posizioni per la difesa. L’insieme, limitato dalle valli dell’Isère, del Drac, della Dròme e del Rodano, aveva soltanto otto vie di accesso all’interno dell’altopiano: tre salenti fino alla cresta, le altre striscianti lungo il fondo delle gole. Per penetrare aH’interno di questa fortezza naturale era necessario prendere una di quelle vie tortuose, scavate nella roccia e ben controllabili da chi stava a monte. L’altopiano, occupato da 3.000 partigiani divisi in due zone, era stato attrezzato con magazzini, ospedali, parchi automobilistici, munito di reti telefoniche e, seppure insufficientemente, rifornito di armi dall’aviazione alleata. Le unità partigiane erano rafforzate da un distaccamento senegalese e da un commando di paracadutisti americani, ma del tutto prive di artiglieria.

I tedeschi, che si sentivano continuamente minacciati nei loro movimenti da quel focolaio di resistenza, dopo infruttuosi tentativi decisero di liquidarlo e vi riuscirono ricorrendo a un astuto e poderoso attacco dall’aria. In p[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 295

Brano: [...]e.

19.1: Mussolini va a incontrarsi con Hitler a Berchtesgaden. Il Fuhrer gli promette l’invio di truppe corazzate tedesche in Libia per il mese di febbraio, e un massiccio intervento in Grecia a primavera.

I.2: Il Partito fascista ordina in Italia la « mobilitazione civile » di 8 milioni di cittadini dai 18 ai 55 anni. Truppe tedesche, affidate al comando del generale Rommel, cominciano a sbarcare a Tripoli.

519.2: Aspra battaglia sull’altopiano di Cheren, in Africa orientale, dove gli italiani respingono un attacco di forze angloindiane. In Somalia le truppe italiane vengono messe in rotta.

II.2: Mussolini convoca Franco a Bordighera e cerca di convincerlo

a intervenire nel conflitto, ma il Caudillo tergiversa.

24.2: Mussolini, in un discorso, annuncia agli italiani: « A primavera verrà il bello, in ognuno dei quattro punti cardinali ».

1.3: Il duce si reca in Albania per ispezionare le truppe. Vi resterà fino al 20 marzo.

9.3: Sul fronte grecoalbanese, Mussolini ordina un attacco improvviso, ma i greci resistono tena[...]

[...] intervenire nel conflitto, ma il Caudillo tergiversa.

24.2: Mussolini, in un discorso, annuncia agli italiani: « A primavera verrà il bello, in ognuno dei quattro punti cardinali ».

1.3: Il duce si reca in Albania per ispezionare le truppe. Vi resterà fino al 20 marzo.

9.3: Sul fronte grecoalbanese, Mussolini ordina un attacco improvviso, ma i greci resistono tenacemente:

5 giorni di sanguinosi e inutili combattimenti.

15.3: Sull'altopiano di Cheren riprende la battaglia che si concluderà il 20.3 con la ritirata italiana (20.000 caduti su 35.000 combattenti).

27.3: Colpo di stato in Jugoslavia, a opera di Pietro II, il quale firma un patto di non aggressione con i’U.R.S.S..

2730.3: Negli scontri navali di Gaudo e Capo Matapan la flotta italiana subisce duri colpi.

I.4: In Africa orientale gli inglesi occupano Asmara. In Africa settentrionale Rommel, di propria iniziativa, attacca improvvisamente le armate britanniche,

4.4: Truppe tedesche invadono la Jugoslavia. Rommel riconquista Bengasi.

6.4: Truppe sudafricane[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 490

Brano: [...]i), Andrea Casi ini (Rocco) e i partigiani sovietici Semion Kopcenko (Simone), llarion Etanov (Donez), Alexander Nogin (Molotov). A ricordo dello scontro il commissario politico Arturo Moretti (Renzo) comporrà, sull’aria di « Monte Camino », la canzone « Malgalunga » divenuta poi inno ufficiale della 53a Brigata. Anche il distintivo della Brigata ricorderà questo episodio.

D.Per.

Malga Zonta

A Malga Zonta, località (1.700 m s.l.m.) sull’altopiano dei Luzi tra le province di Vicenza e Trento, il 12.8.1944 un piccolo distaccamento della Brigata Garibaldi « Val Leogra » del Gruppo « Garemi » (v.) fu trucidato dai nazifascisti dopo una lunga ed eroica resistenza.

Per espugnare la « zona libera » partigiana della vai Posina, l'11.8.1944 rilevanti forze tedesche appoggiate da mezzi blindati e artiglieria avevano iniziato un grande rastrellamento. Mentre il grosso delle formazioni partigiane era riuscito a mettersi in salvo, un piccolo distaccamento isolato, composto da 12 garibaldini al comando di Bruno Viola (Marinaio), che si era porta[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 491

Brano: [...]le è Bamako, con

180.000 abitanti.

L’economia del Mali, del cui territorio solo il 20% è coltivabile, è basata su un’agricoltura povera. Le sue esportazioni si limitano a modeste partite di arachidi, pesce e bestiame. II sottosuolo non offre ricchezze naturali e il paese non dispone di fonti energetiche.

Cenni storici

Situato nella parte occidentale di quella grande regione africana detta Sudan (tra il Sahara, il bacino del Congo e l’altopiano etiopico), l’antico impero mandingo di Mali (secoli XIIXVI) fu sottomesso dal Marocco nel secolo XVI. Per liberarsi da quel dominio, le popolazioni autoctone lottarono durante duecento anni (protagonisti principali i nomadi tuareg, le piccole monarchie hausa e i Fulbé).

Fino a tutto il secolo XVIII la storia del popolo sudanese, distante sia dalla costa atlantica che dal Mar Rosso dove si avevano i primi insediamenti coloniali europei, non ebbe nessun rapporto diretto con le potenze coloniali, le quali si accinsero alla conquista definitiva dell’Africa occidentale solo a partire dal 1885, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 9

Brano: [...]
Non potendo tollerare tale situazione in un territorio che consideravano annesso al Terzo Reich (i giovani non ubbidivano ai bandi di presentazione alle armi e nessuna via di comunicazione era più sicura per l'occupante) in luglioagosto i tedeschi attuarono massicci rastrellamenti impiegando circa 15.000 uomini.

Le Brigate « Mazzini », « Tollot » e « Piave », per sfuggire al rastrellamento, con una marcia di parecchi giorni si portarono sull’altopiano del Cansiglio (v.). Si trattava di circa 2.000 uomini armati e guidati dal Comando di divisione, che sull’altopiano costituirono una « zona libera », unendosi al Gruppo Brigate « Vittorio Veneto », che già si trovava sul posto con altri 2.000 uomini.

All’inizio di settembre i tedeschi rivolsero il loro attacco al Cansiglio, salendo in più di 15.000 da Sacile e dalla vai Cellina. Seguirono scontri violentissimi che, oltre alla « Nannetti » e alla « Vittorio Veneto », investirono le formazioni cattoliche di PagnocaBianco e la « Fortunato Calvi ».

Dopo questi rastrellamenti, che pure non riuscirono a disperdere le forze partigiane, sorsero in seno al C.L.N. di Belluno contrasti politici che portarono a [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 180

Brano: [...]o Civitas Garibaldina, Le 18 biografie dei bergamaschi dei Mille, Bergamo, 1960, pp. 57134, con bibliografia citata alle pp. 1304.

A. Se.

Nuoro

Provincia sarda di 7.272 kmq comprendente 102 comuni, nella parte più impervia e meno abitata dell’isola. Ha un reddito tra i più bassi d’Italia (circa la metà della media nazionale), tanto che buona parte della popolazione (275.000 ab. nel 1972) è stata costretta a emigrare. Il capoluogo, su un altopiano granitico a 550 m s.I.m., ha circa 30.000 abitanti. Le principali risorse sono costituite dalla pastorizia e dall'agricoltura, ancora precaria.

La provincia di Nuoro fu costituita nel 1927, con comuni staccati dalle provincie di Cagliari e Sassari.

La Barbagia

La provincia comprende gran parte della Barbagia, la zona più montuo

sa e caratteristica della Sardegna e che, anche a causa della sua struttura morfologica, ha conservato più a lungo una propria civiltà autoctona, diversa e spesso opposta a quella della pianura e del continente italiano. La Barbagia ha resistito a lungo all[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine altopiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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