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Il segmento testuale altipiano è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 84Entità Multimediali , di cui in selezione 30 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 487

Brano: [...]anci a quota

2.000, le sue bufere di neve e una temperatura invernale di —15°, fu sempre sotto il controllo della « Pa

subiana ». il 22.2.1945, quando le

S.S. tentarono di snidare i partigiani in località Griso, ebbero gravi perdite. In quella stessa occasione, i partigiani Giovanni e Conti, dopo aver disarmato 4 S.S., le passarono per le armi.

Alcuni reparti della divisione si spinsero a nord verso l’alta Valsugana, alle spalle dell'altipiano di Asiago, e operarono fra Grigno, Borgo e Pergine; in questa ultima località Mirko attaccò con il suo distaccamento una colonna tedesca, distruggendo 7 automezzi e uccidendo 12 soldati nemici.

Fra le molte altre azioni di questa unità, composta di elementi selezionati (nella quasi totalità giovani montanari, operai e contadini valligiani) spicca l’assalto alla caserma degli allievi della G.N.R. di Tonezza: con grande decisione, una quarantina di uomini al comando di Turco attaccò circa 200 fascisti, mettendone ben presto fuori combattimento alcune decine e costringendo gli altri a sgombra[...]

[...]endo 12 soldati nemici.

Fra le molte altre azioni di questa unità, composta di elementi selezionati (nella quasi totalità giovani montanari, operai e contadini valligiani) spicca l’assalto alla caserma degli allievi della G.N.R. di Tonezza: con grande decisione, una quarantina di uomini al comando di Turco attaccò circa 200 fascisti, mettendone ben presto fuori combattimento alcune decine e costringendo gli altri a sgombrare definitivamente l’altipiano.

Divisione «■ Pino »

Comandata da Marte e composta da circa 500 effettivi e 300 « territoriali » (patrioti militanti nelle S.A.P.), aveva le sue basi nella parte occidentale dell'altipiano di Asiago, a contatto con la « Sette Comuni » e la Divisione « Ortigara », formazioni non garibaldine. La « Pino » operò congiuntamente alla « Pasubiana » nella vai d’Astico e nella Valsugana, ed entrambe adottarono una stessa tecnica di guerriglia, così come erano simili, per audacia e aggressività, i due comandanti Marte e Turco, entrambi deceduti, per incidenti diversi, nei giorni immediatamente successivi alla Liberazione.

La « Pino » assolse egregiamente il compito di tenere sotto controllo gran parte dell’altipiano di Asiago e di proteggere il fianco sinistro della « Pasubiana ». La [...]

[...]a », formazioni non garibaldine. La « Pino » operò congiuntamente alla « Pasubiana » nella vai d’Astico e nella Valsugana, ed entrambe adottarono una stessa tecnica di guerriglia, così come erano simili, per audacia e aggressività, i due comandanti Marte e Turco, entrambi deceduti, per incidenti diversi, nei giorni immediatamente successivi alla Liberazione.

La « Pino » assolse egregiamente il compito di tenere sotto controllo gran parte dell’altipiano di Asiago e di proteggere il fianco sinistro della « Pasubiana ». La divisione ebbe carattere spiccatamente locale per l'estrazione dei suoi combattenti, quasi tutti deli'Altipiano, strettamente legati alla loro terra e alla contrada. Benché non meno agile delle altre unità, raramente operò su obiettivi lontani dalle sue basi.

Divisione « Avesani »

Sorta nel luglio 1944 sul Monte Baldo come distaccamento al comando di Romano Marchi, completava il dispositivo delle « Garemi »

487



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 486

Brano: [...]torno a Fonte Abelina.

Ormai collaudata, la formazione di Campetto si sviluppò ulteriormente: si divise in due distaccamenti fra Marana e i Caile e ricevette nuovi quadri, fra cui Pino e Luigi Pierobon [Dante), futura Medaglia d’oro. Il 17.4.1944 essa divenne Brigata Garibaldi « Ateo Garemi », sotto il comando di Nello Boscagli, incorporando un'altra formazione, il Battaglione « Apolloni » che, nel frattempo, Vangelista aveva organizzato sull’altipiano di Asiago con un centinaio di giovani provenienti da Treschè Conca, Cesuna e Canove. Guidato da Franco, da Oreste, dal veronese Romano Marchi (Mirro) e da Gimrny, l’« Apolloni » era dislocato a nord dell'altipiano sopra la Valsugana, fra Porta Manazzi e la Piana di Marcesina presso Foza, quando subì, ai primi di maggio del ’44, un durissimo rastrellamento.

Si stavano ancora ricostituendo le basi dopo questo attacco tedesco, che affluirono da Malo (Vicenza) 150 volontari garibaldini guidati da 7ar. Forzando di notte i blocchi della vai d'Assa sotto Canove, i partigiani si spostarono a sud, presso Treschè, insediandosi nei vecchi camminamenti militari del Forte Morbin, da dove operarono per l’intera estate, scendendo nella valléjcij Arsie.ro e nella Valsugana, lungo le vie. di comunicazione della fasc[...]

[...]tera estate, scendendo nella valléjcij Arsie.ro e nella Valsugana, lungo le vie. di comunicazione della fascia pedemontana.

Alla vigilia delle operazioni del giugno 1944 la Brigata « Garemi » presentava il seguente schieramento: Battaglione « Stella », nella valle del Chiampo e in quella di Recoaro; Battaglione « Pasubio », al comando di Valerio. Caroti (Giulio) di Schio, nella vai Leogra e nella conca di Schio; Battaglione « Apolloni », sull'altipiano di Asiago, da Treschè Conca a Rubbio, fin sopra Borgo

Valsugana. Già si andava profilando quello che sarebbe stato il settore centrale dell'intero dispositivo.

Struttura organizzativa

Ognuno, dei 3 battaglioni superò ben presto la forza di 350 uomini, assumendo così il ruolo di brigata. Fu allora costituito il Gruppo brigate « Garemi », con le seguenti variazioni: il Battaglione « Stella » diventò Brigata « Stella »; il « Pasubio » si trasformò in Brigata « Pasubiana »; si costituì una nuova brigata, la « Martiri di Val Leogra », al comando di Valerio Caroti; il Battaglione « Apollon[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 488

Brano: 

Garemi, Gruppo divisioni

sull’arco prealpino dal Brenta al Garda. I primi quadri dirigenti della « Avesani » furono 6 partigiani appositamente distaccati dalle formazioni dell’altipiano di Asiago e qui inviati con Marchi. Nell'autunno del 1944 il distaccamento aveva già assunto l’organico di una brigata ordinata su 4 battaglioni: il « Rossetti », l’« Aquila », il « Gino » e il « Lulli ».

La formazione compì decine di importanti azioni, nell'alto come nel basso Veronese, nella Lessinia, sulle pendici del Baldo e nella vai d’Adige, configurandosi come l’unità partigiana più combattiva e meglio strutturata della provincia, collegata a nord con le formazioni del Bresciano. A parte le numerose azioni dei primi mesi, per la conquista di armi e munizioni, vennero realizzati dall[...]

[...]ioniere a Peschiera, una vasta azione di sabotaggio delle linee telefoniche nemiche e numerosi disarmi di presidi fascisti tra la Lessinia e il Monte Baldo.

Le tre Brigate

Altre tre formazioni, i cui effettivi non superarono il massimo consentito a una brigata, completavano l’inquadramento del Gruppo « Garemi »: la Brigata « Mameli », con circa 350 uomini dislocati nella zona fra Piovene Rocchette, Chiuppano, Fara e Breganze, ai piedi dell’altipiano di Asiago; la « Martiri della Libertà », fra Thiene, Villaverla, Dueville, Marano e con un organico pari a quello della « Mameli »; la « Martiri di Grancona II » (dopo la dispersione della precedente, omonima brigata, avvenuta in seguito ai persistenti rastrellamenti nemici), ricostituitasi nella zona del basso Vicentino e comandata da Alberto Sartori (Gracco o Carlo). Tutte e tre queste unità diedero il loro contributo alla lotta, in modo particolarmente incisivo nelle zone di pianura e nei mesi che precedettero l'insurrezione nazionale.

Comando generale

Nella primavera del 1945 il Gru[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 640

Brano: [...] Italia Libera », « Garibaldi » e « Matteotti », tutte dirette da un Comando unico che comprendeva il capitano Giorgi (Lodovico Tedesco), il capitano Riva (Emilio Crestani) e l'aiutante maggiore Bill [Andrea Cocco) della Brigata « Italia Libera ». AH’inizio dell'estate

1944 i partigiani presenti sul Grappa ammontavano a circa 1.700 e dominavano due importanti linee ferroviarie per il Trentino e l'Austria. Altre formazioni operavano sul vicino Altipiano di Asiago, fino al Pasubio, e nella pianura a sud del Grappa. Sui monti Cesen, Cimone e Visentin delle Prealpi bellunesi erano dislocate le Brigate garibaldine « Mazzini » e « Tollot ». Sulle montagne a nord di Feltre operava la Brigata « Gramsci »; intorno ad Agordo, nei pressi della vai Pusteria, la Brigata « Pisacane »; ancora più a nord, la Brigata « Calvi »; e, sull’altipiano del Cansiglio, la « Vittorio Veneto ». Tutte queste brigate formavano, nel loro insieme, la Divisione Garibaldi « Nino Nannetti » (v.) che contava circa 5.000 uomini.

Il rastrellamento

Nell'agosto 1944 il generale Kesselring dispose di operare nella zona del Grappa un massiccio rastrellamento, al quale parteciparono unità deM'esercito, delle S.S. e della polizia, con cannoni e carri armati. Si

trattava complessivamente, secondo i dati del nemico, di 6.000 uomini; altri forti contingenti tedeschi furono concentrati a Udine, nel Trevigiano e nel Bellunese.

L'operazione ebbe inizio i[...]

[...]con l’accerchiamento dei monti Cesen, Cimone e Visentin. Contro la popolazione della zona furono scatenate le prime rappresaglie: incendi e distruzioni dei villaggi, impiccagioni.

Per alcuni giorni le formazioni attestate sul Pian del Cansiglio (v.) opposero una tenace resistenza che causò al nemico sensibili perdite, ma dopo l’afflusso di nuove forze nazifasciste i partigiani furono costretti alla ritirata. Il 910 settembre la battaglia sull'altipiano poteva dirsi terminata e i tedeschi si apprestarono a passare al setaccio l’intero massiccio del Grappa.

Il Comando unico del Grappa ordinò la resistenza a oltranza. Il 19 settembre i partigiani fecero saltare il ponte della Vittoria, presso Rocca, frazione di Arsiè, quindi impegnarono per circa una settimana sanguinosi combattimenti e infine cercarono di sganciarsi, scendendo verso la pianura. Purtroppo il tentativo riuscì solo in parte, perché sulla pedemontana tutto intorno al massiccio erano appostate unità fasciste con migliaia di uomini. Numerosi partigiani furono così catturati e uc[...]

[...]orri, Gentile Mondini, Girolamo Moretto, Gaetano Perotto, Pietro Pi otto, Pio Ricci, Giacinto Scarello, Renato Stefano, Bruno Stella, Ester Todesco, Paolina Todesco, Alfredo Tosin, Angelo Valle.

Bibliografia: F. Zanetti, I massacri del Grappa e della Pedemontana, Vicenza, 1946.

Grassa, Bartolomeo

Medaglia d’oro a! valor militare alla memoria. N. a Rivara (Torino) nel 1897, fucilato dai tedeschi a Forno Canavese (Torino) il 9.12.1943.

Altipiano dei Sette Comuni Val Brenta Colli A|ti Asolone Monte Grappa Val del Piave

Il massiccio del Grappa visto da Bassano

640



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 357

Brano: [...]chio da sicura distruzione.

Una terza divisione, la « Pasubiana », sorta in questa stessa zona dopo il rastrellamento di Posina, tenne la posizione omonima, nonché quella dell’altopiano di Asiago e tutta la vai d’Astico. Tra le sue principali azioni è da annoverare la distruzione della caserma degli allievi ufficiali della Guardia nazionale repubblicana di Tonezza del Cimone. Una quarta divisione, la « Pino »f si era ugualmente attestata sull’altipiano di Asiago dopo il rastrellamento di Grenezza che aveva provocato la disgregazione delle Brigate « Mazzini » e « Sette Comuni ». La « Pino », rimasta sola sull’altipiano dopo la sconfitta subita dalle altre formazioni, operò nel Trentino e nella Valsugana.

Del Gruppo « A. Garemi », oltre alle quattro divisioni citate, facevano parte altre formazioni: la Brigata

« Mameli », che agiva nella zona di Piovene Rocchette, Chiuppano, Fara, Breganze; la « Martiri della Libertà », con base a Thiene e distaccamenti nei maggiori centri della zona (Zanè, Villaverla, Dueville, Marano) ; la « Martiri Grancòna 2a », organizzata dopo la dispersione della prima (questa brigata catturò e giustiziò il generale Peloso, uno dei presidenti del Tribunale .speciale) ; la Divisi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 443

Brano: [...]01; tipografo. Comunista e attivo antifascista, nel 1936 fu condannato dal Tribunale speciale a 22 anni di reclusione « per avere — secondo la sentenza — svolto azione antifascista aH'interno dei sindacati fascisti, nel dopolavoro e nelle associazioni sportive e culturali, ottenendo adesioni tra i giovani ».

Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, combattendo nelle file della 35a Brigata partigiana.

Cansiglio, Pian del

L'altipiano del Cansiglio, in provincia di Belluno (v.), fu occupato nel luglio 1944 dalle brigate della Divisione d’assalto Garibaldi «Nannetti» per un’estensione di 124 kmq. Grazie a questa operazione i partigiani potevano controllare e amministrare tutte le località pedemontane e della conca dell’Alpago, che divenne così « zona libera ». Ma il 31 agosto 1944 i tedeschi, dopo una serie di rastrellamenti locali, scatenarono una violenta offensiva generale contro le forze partigiane arroccate sull'altipiano.

Per sette giorni su tutta la zona alla sinistra del Piave, cominciando da Busche fino a Trichi[...]

[...].), fu occupato nel luglio 1944 dalle brigate della Divisione d’assalto Garibaldi «Nannetti» per un’estensione di 124 kmq. Grazie a questa operazione i partigiani potevano controllare e amministrare tutte le località pedemontane e della conca dell’Alpago, che divenne così « zona libera ». Ma il 31 agosto 1944 i tedeschi, dopo una serie di rastrellamenti locali, scatenarono una violenta offensiva generale contro le forze partigiane arroccate sull'altipiano.

Per sette giorni su tutta la zona alla sinistra del Piave, cominciando da Busche fino a Trichiana, gli scontri si moltiplicarono. Uno dei primi si svolse nella contrada di Marziai, dove i tedeschi incendiarono quattro case di abitazione civile e una malga. I patrioti furono costretti a ripiegare, impegnando successivamente combattimento in località « alla Villetta ». In questa azione i tedeschi si valsero, come scudo, di ostaggi presi a Marziai. Ciò nonostante essi persero alcuni uomini, oltre a diverso materiale bellico. Sopraffatti dal numero, i partigiani dovettero ritirarsi sul Cansig[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 682

Brano: [...]al Partito socialista, fu eletto nel Comitato centrale del partito. Deputato alla Camera fin dalla prima legislatura della Repubblica, rieletto in tutte le legislature successive, ha avuto l’incarico di sottosegretario alla Difesa nel primo e nel secondo governo Moro (12.12.196321.1.1966) e nel primo governo Rumor (12.12.196811.7.1969).

Guadarrama

Massiccio montuoso della Spagna, si estende per circa 180 km attraversando (da N.E. a S.O.) l’altipiano centrale [meseta). La Sierra Guadarrama è percorsa da importanti vie di comunicazione: la strada MadridSegovia, lungo la quale si trovano le città di Puerto de Guadarrama e Puerto de Navacerrada; le ferrovie MadridAvila e MadridSegovia. Dai monti della sierra scende il Rio Guadarrama che bagna le città di Villanueva de la Canada, Villanueva del Pardillo e Brunete.

Nel luglioagosto 1937 queste località furono teatro di aspri combattimenti tra le forze repubblicane e l’esercito fascista. A fianco dei repubblicani combatterono, subendo dolorose perdite, gli antifascisti italiani raggruppati n[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 678

Brano: [...]onseguendo una « vittoria » che sarebbe passata alla storia come un episodio vergognoso.

Schieramento fascista e attacco

La caduta di Malaga creò nello Stato maggiore del « Corpo truppe volontarie in Spagna » l’illusoria convinzione che, sfruttando lo stato di prostrazione dell’esercito repubblicano, fosse possibile passare alla rapida conquista di Madrid. Il Comando decise perciò di concentrare l’armata italiana della Spagna del nord sull’altipiano della Nuova Castiglia, un tavolato a circa 1.200 metri di altitudine, per sferrare l’of

fensiva contro la capitale.

La potenza d’urto delle forze armate ammassate da Roatta era schiacciante, comprendendo 4 divisioni e precisamente: la I Divisione « Dio

10 vuole », comandata dal generale Edmondo Rossi, con 10 battaglioni di fanteria e con artiglieria propria; la II Divisione « Fiamme Nere », comandata dal generale Amerigo Coppi, appoggiata da 1 battaglione di carri armati, da 3 gruppi di artiglieria da 75 e da 1 batteria contraerea da 20 mm;

la III Divisione « Penne Nere », complet[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 485

Brano: [...]si scontrò con le resistenze psicologiche dei primi elementi raccogliticci. Questo stato di cose favorì la provocazione: il 29.12.1943 Roiatti, Crestani, Puntarolo e Zorzi furono proditoriamente assassinati da alcuni individui accolti da poco nella formazione. Fu un grave colpo per il movimento partigiano. Qualche giorno dopo, decapitato della sua guida, il gruppo venne disperso da un rastrellamento nemico presso le baite di Montagna Nuova, sull'altipiano di Asiago.

II 6 gennaio, con 6 uomini di Schio guidati da Marte, Vangelista ricostituì un nucleo armato a Malga Campetto, a quota 1.700 sul crinale dolomitico, sopra Recoaro e Valdagno. Altri partigiani confluirono, parte da Schio, accompagnati da Gastone Sterchele, e parte dai G.A.P. di pianura. Nello Boscagli che, come ex garibaldino di Spagna e combattente nei F.T.P. in Francia, aveva acquisito una particolare esperienza, venne designato dal partito a comandare le formazioni di montagna del Vicentino. Si stabilì così una nuova base a Fonte Abelina, alle porte di Recoaro, affidata all'ab[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 348

Brano: [...]ania e poi a Roma, deferito al Tribunale speciale, riacquistò la libertà soltanto

il 25.7.1943, con la caduta del fascismo.

Dopo 1*8.9.1943 fu tra i primi organizzatori della resistenza armata contro i tedeschi. A Pian di Castagna (Acqui) e poi a Genova, con Giacomo Buranelio (v.) dette vita a gruppi gappisti; prese parte a numerose azioni di guerra e divenne infine commissario politico della 3a Brigata Garibaldi « Liguria », operante sull’altipiano di Marcarolo (Genova) .

In seguito a una violenta azione dei tedeschi che dispersero la brigata, Fillak dovette spostarsi presso Acqui e, da qui, a Milano per riprendere i collegamenti col movimento clandestino. Dopo varie peripezie, tra cui un periodo d’internamento in Svizzera, raggiunse la Valle d’Aosta ove potè riprendere la lotta nella zona di Cogne. Nominato comandante della 76a Brigata Garibaldi operante in Valle d’Aosta, nel Canavesano e nel Biellese, diede un decisivo contributo alla riorganizzazione delle formazioni duramente provate dai rastrellamenti tedeschi.

Il 16.12.1944,[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine altipiano, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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