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da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 81

Brano: Il movimento si allarga; a malincuore Badoglio deve scarcerare alcuni detenuti politici. Si trattengono nelle galere e al confino gli antifascisti ritenuti più pericolosi; ma i lavoratori sono in fermento e cominciano a far traballare l'equilibrio politico interno, già gravemente scosso dalVesito della guerra. Anche il “ regime ” badogliano si avvia alla disfatta.

Il capo della polizia, Senise, ai questori, dirigenti zone Ovra, direzioni delle colonie di confino di Ventotene Ponza Tremiti. Roma, 27 luglio 1943, t. ore 13.10

ACS, AG 192045, A5G, fase. 214, s.fasc. “Affari generali 1. Disposizioni” (b. 102). Cfr. 1,6; cfr. doc. 1.11.

Prego disporre subito scarcerazione prevenuti disposizione autorità ps responsabili attività politiche escluse quelle riferentesi comuniSmo et anarchia. Contemporaneamente ss. Il compileranno nella giornata di oggi elenchi tutti condanna[...]

[...]l capo della polizia, Senise, ai questori, dirigenti zone Ovra, direzioni delle colonie di confino di Ventotene Ponza Tremiti. Roma, 27 luglio 1943, t. ore 13.10

ACS, AG 192045, A5G, fase. 214, s.fasc. “Affari generali 1. Disposizioni” (b. 102). Cfr. 1,6; cfr. doc. 1.11.

Prego disporre subito scarcerazione prevenuti disposizione autorità ps responsabili attività politiche escluse quelle riferentesi comuniSmo et anarchia. Contemporaneamente ss. Il compileranno nella giornata di oggi elenchi tutti condannati aut giudicabili per attività sopra indicate, escludendo sempre comunisti et anarchici; e li rimetteranno alle rr. procure competenti con proposte grazia sovrana. Per quanto riguarda confinati politici dovranno essere immediatamente attuati medesimi criteri sopra descritti liberando responsabili attività antifasciste in genere, offese capo governo et cessato regime.

Da provvedimento liberazione restano naturalmente esclusi responsabili affarismo et fatti natura, non, ripetesi nont politica per i quali non si è preceduto giudiziariamente. Casi dubbi potranno essere segnalati al ministero per determinazioni. Si conferma che provvedimenti suddetti non, ripetesi non, si riferiscono a persone condannate, o im putate di fatti aventi carattere militare o sospetti spionàggio. Alla liberazione confinati dovranno provvedere questure et direzioni colonie nelle cui giurisdizioni trovami confinati stessi. Provvedimenti hanno carattere estrema urgenza e debbono essere attuati immediatamente. Riferire subito per quanto di competenza.

“L’Unità ”annuncia il grandioso sciopero del marzo 1943 a Torino (foto 108) Il programma delle sinistre (foto 109) per la riscossa e la liberazione nazionale.

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IN TUTTO IL PAESE SI SEGUA IL LORO ESEMPIO PER CONQUISTARE IL PANE, LA PACE E LA LIBERTA’

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Organo Centrale del Partito Comunista d’Italia

L'alleanza Anglo Sovietica e l'accordo SovieticoAmericano accelerano, la vittoria della civiltà sulla barbaria hitleriana

H 26 Maggio scorso, il compagno Molotov, a nome del Presidili»* del Soviet Supremo dell'U. R.S.S., ed il signor E«krn, a nome del Re di Gran Bretagna, firmavano a Londra un trattato di alleanza col quale i due paesi si impegnavano, non solo ‘'a prestarsi mutuo^appoggio militare o di altro genere nella guerra contro la Germania e contro gli Stati a questa legati ”, non solo “a non iniziare negoziati di qualsiasi genere con il governo di Hitler...”, ma anche "per lavorare insieme, in collaborazione stretta ed amichevole, dopo il ristabilimento della pace per organizzare la scurezza e la prosperità economica in Europa*'. In America, l’J 1 Giugno scorso, l’Ambasciatore Sovietico Litvinov, e [...]

[...]lla guerra contro la Germania e contro gli Stati a questa legati ”, non solo “a non iniziare negoziati di qualsiasi genere con il governo di Hitler...”, ma anche "per lavorare insieme, in collaborazione stretta ed amichevole, dopo il ristabilimento della pace per organizzare la scurezza e la prosperità economica in Europa*'. In America, l’J 1 Giugno scorso, l’Ambasciatore Sovietico Litvinov, e ri segretario di Stato Cordoli Hull, firmavano anch’essi a nome dei loro rispettivi paesi un trattato nel quale è detto che " il governo degli Stati Uniti cont.iiuerà * fornire al governo dell’U R.S.S. il mate* r.ale di difesa,,,

Nd corso delle conversazioni che precedettero e che seguirono

clusione di questi due trattati, i rappresentanti dell'Inghilterra e dell’America si impegnarono formalmente ad aprite un secondo fronte di guerra in Europa ntl corso del 1042.

Hitler, avendo perso la speranza di dividere, per battere separatamente, l’inghitterra, l’America e l’U.R.SS., cerca indurre i paesi vassalli (compreso l’Italia) a mettere alla sua disposizione nuove truppe, inventando che la fraternità d’armi anglo sovietica mira a bolscevizzare l'Europa. La verità è che l'alleanza anglo*ovietica risponde agli in

teressi vitati di tutti i popoli che amano la libestàe l’indipendenza, ed accelera la sconfitta totale della Germania. In quest'ora decisiva per i desti» d’Italia e del ■tondo, tutti i socialisti, democratici, comunisti cattolici italiani, devono affrettarsi a formare dei Comitati d'Azione per unire il popolo italiano, per imporre la pace seperata immediatamente ■ con l’U.R S.S., l'Inghilterra, l’America e gli altri paesi attacati dal fascismo; per scacciare gli hitleriani dall'Italia, per un governo che si aPP°gK‘ sulla volontà dd nostro popolo.

PER L’UNIONE DEL POPOLO ITALIANO

Un gruppo di militanti del Partito Comunista d'Italia, del Partito Socialista Italiano, dei Movimento Giustizia e Libertà, riuiitosi nell’Ottobre 1941 in una località delia frontiera italiana hanno deciso di costituire un Comitato d’Azione per l’unione del popolo italiano e, mentre invitano tutti ì gruppi e le correnti politiche a partecipare a questo Comitato, essi ' rivolgono a tutti[...]

[...]he si aPP°gK‘ sulla volontà dd nostro popolo.

PER L’UNIONE DEL POPOLO ITALIANO

Un gruppo di militanti del Partito Comunista d'Italia, del Partito Socialista Italiano, dei Movimento Giustizia e Libertà, riuiitosi nell’Ottobre 1941 in una località delia frontiera italiana hanno deciso di costituire un Comitato d’Azione per l’unione del popolo italiano e, mentre invitano tutti ì gruppi e le correnti politiche a partecipare a questo Comitato, essi ' rivolgono a tutti glf italiani un appello

nel quale, fra l'altro, è esposto il seguente programma :

Denuncia del patio 4> alleanza con Hitler.

Pace separata immediata con l'Inghilterra, conl'U.R S.S. e con gli abai paesi attaccati dal fascismo.

Ritiro delle truppe italiane di combattimento e di occupazione dell’UR S.S e da tutti gli altri fronti di guerra.

Via gli oppressori hitleriani dali'ltalia*

81



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 242

Brano: [...]ni Antenore, Corbelli Giovanni, Corbelli Mario, Della Chiesa Giulio, Dodi Bruno, Faustini Bruno, Ferrari Ferdinando, Ferrari Fernando, Foruncoli Franco, Gai notti Renzo, Ghisolfi Bruno, Giuffredi Emilio, Grisenti Cesare, Guareschi Umberto, laschi Luciano, Lastelli Nando,. Madoni Mario, Maini Antonio, Maini Cori no, Mani forti Ivo, Mar ani Antonio, Maraschini Alberto, Marchi Lino, Mazzocchi Antonio, Mordacci Renato, Mordacci Sergio, Mori Egidio, Ossiprandi Nello, Pagliari Armando, Pasini Francesco, Pelosi Rosario, Pettenati Carlo, Piazza Cesare, Polizzi Bruno, Ralli Luigi, Reggiani Dermode, Reggiani Renzo, Rovacchi Giulio, Rovelli Luigi, Salvo Nicola, Vescovi Bruno, Vicini Amos, Volpi Giuseppe.

32a Brigata « Monte Penna »: Adetti Luigi, Arvati Italo Mario, Bresadola Bruno, Cantelli Carlo, Caramatti Cosimo, Fiori Fulvio, Fortunato Leonardo, Gardini Giuseppe, Harrison John, Lucarelli Luigi, Lusardi Bartolomeo, Menoni Vincenzo, Mezzetta Mauro, Moglia Giovanni, Monducci Mario, Mutti Pietro, Orsini Francesco, Pavesi Giuseppe, Pecunia Nino,[...]

[...] Mario, Mutti Pietro, Orsini Francesco, Pavesi Giuseppe, Pecunia Nino, Piazza Fioravante, Previdi Domenico, Ricci Riccardo, Sacchi Luigi, Serra Giovanni, Serventi Fortunato, Squeri Luigi, Staderoli Giuseppe, Tamiri Giovanni, Tanzi Riccardo, Vellutini Alfredo, Zacconelli Giovanni.

135a Brigata « M. Betti »: Bergazzi Albino, Bertorelli Mario, Gandolfi Livio, Isingrini Giovanni, Locandi Pasquale, Mortali Giovanni, Segala Lido, Taddei Luigi, Trapassi Antonio.

78a Brigata S.A.P.: Affanni Bruno, Alinovi Giancarlo, Balestrazzi Bruno, Brambilla Celino, Cerioli Giuseppe, Cerri Emilio, Dall’Aglio Arnaldo, Fallini Armando, Faraboli Gino, Fava Arnaldo, Fontana Eugenio, Gardini Egidio, Gavazzi Riccardo, Guarnieri Livio, Maramau Rosario, Marchiani Paride, Melloni Gino, Montecchi Amos, Mora Aldo, Mossia Pietro, Pasqua Aldo, Pattini Giacomo, Pezzani Luigi, Pezzani Marco, Pinazzl Sergio, Pissari Gino, Ranieri Franco, Semprini Luciano, Tosini Oreste, Volpe Sabino. Divisione « Val Taro * la Brigata « Julia »: Agnetti Antonio, Antolini Bruno, Balboni Remo, Bassani Cesare, Bellocchi Cesare, Bertoncini Adelio, Blgliardi Eugenio, Bohatti Guido, Bozza Gino, Caccio/i Domenico, Castagnoli Nino, Catinella Vittorio, Coprini Albino, Dallara Remo, De Giorgi Sergio, Enrico Vincenzo, Ferrari Ferruccio, Ferrari Gaspare, Ferrari Guido, Fochi Giuseppe, Frigerio Eugenio, Gabassa Bartolomeo, Gardelli Guido, Giovannazzi Lino, Grassi Oreste, Malcotti Artemio, Malcottl Mario, Marchini Adolfo, Mariani Antonio, Marioni Luigi, Moroni Alessandro, Mussi Mario, Mussi Teodoro, Passini Salvatore, Piscina Mario, Quotisti Gino, Ronco Eugenio, Ruggeri Pietro, Stella..., Pagliarinl Mario, Tambinl Bruno, Terroni Domenico, Trevesan Severino, Zanrè Alberto.

2a Brigata « Julia »: Andrei Francesco, Arrigone Nazzareno, Azzini Graziano, Barbagiano Nicolìno, Barbieri Gino, Berni Aurelio, Cariucci Michele, Consigli Domenico, Delle Fave Giovanni, Degnisof Ivan, Laghi Antonio, Lavi ani Pietro, Malossi Aldo, Marchi Robertù, Melegari Adriano, Molinarl Giovanni, Mori Ver al do, Scassato..., Tortoroni Ettore.

Brigata « Barbagatto »: Ameghlno Riccardo, Beorchia Otello, Calvi Giuseppe, Castagnoli Mario, Cinciarelli Giuseppe, Conconi Achil

le, Confortini Pierino, Corradini Renato, Marrone Luigi, Molinari Luigi, Musio Pierino, Ravella Isidoro, Salvi Severino, Sara Pietro, Visconti Salvatore.

Comando Raggruppamento « Cento Croci »: Barbagatto Sante, Bertolotti Stefano, Brigoli Bortolo, Giosso Lorenzo, Lavagnini Stivi, Picetti Luigi, SiJigato Antonio.

Brigata « N. Siligato »: Biasotti Gino, Brandolisio Raffaele, Gotelli Eugenio, Marchi Valentino, Susani Giorgio, Zamboli Angelo. Polizia Ovest Cisa: Angelotti Lino.

Bardi, Orazio

N. a Firenze il 13.12.1898; meccanico. Comunista fin dalla fondazione del partito (1921) e attivò antifascista, nel novembre 1926 fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale a 9 anni di reclusione, con effetto retroattivo, per aver partecipato il 12.10.1924 a una riunione clandestina alla quale, tra gli altri, era stato presente Paimiro Togliat[...]

[...](1921) e attivò antifascista, nel novembre 1926 fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale a 9 anni di reclusione, con effetto retroattivo, per aver partecipato il 12.10.1924 a una riunione clandestina alla quale, tra gli altri, era stato presente Paimiro Togliatti. DopoT8.9.1943, fu tra gli organizzatori della Resistenza in Toscana, comandante di formazioni S.A.P. a Firenze.

Bardine di San Terenzio

Borgata del comune di Fivizzano (Massa Carrara), durante la Guerra di liberazione nazionale fu teatro di una strage perpetrata da truppe tedesche in ritirata. Il 17.8.1944 un gruppo di contadini del luogo si rivolse al Comando della Brigata partigiana « Girio Menconi », chiedendo aiuto contro i tedeschi che stavano razziando il bestiame. Un distaccamento comandato dal commissario politico di brigata Roberto Vatteroni (v.), prontamente accorso, fece in tempo a bloccare tre autocarri con 34 militari tedeschi che sì ritiravano trascinandosi una colonna di animali razziati. Aperto il fuoco, dopo due ore di combattimento dei tedeschi rimase un solo superstite, ferito. A loro volta I partigiani ebbero due morti (Adolfo Maggiani e Renzo Venturini) e numerosi feriti, due dei quali gravemente: Vatteroni, che in seguito dovrà subire l’amputazione del braccio; e Ampelio Coppelli, colpito a una gamba. Subito dopo il combattimento i partigiani spostarono la loro base in locali[...]

[...]o il fuoco, dopo due ore di combattimento dei tedeschi rimase un solo superstite, ferito. A loro volta I partigiani ebbero due morti (Adolfo Maggiani e Renzo Venturini) e numerosi feriti, due dei quali gravemente: Vatteroni, che in seguito dovrà subire l’amputazione del braccio; e Ampelio Coppelli, colpito a una gamba. Subito dopo il combattimento i partigiani spostarono la loro base in località CarboneraCanal Grande (Carrara).

Il giorno successivo, alcune decine di S.S., al comando del tenente Fischer, irruppero in Bardine di San Terenzio, saccheggiarono le abitazióni e trucidarono una donna. Era solo un preannuncio. II mattino del 19 agosto giunsero nel piccolo centro il maggiore delle S.S. Walter Reder (v.) con l’intero suo batta

glione, trascinandosi 53 civili rastrellati nella vicina Pietrasanta, per trucidarli sul luogo stesso ove, due giorni prima, era avvenuto lo scontro.

Prima di essere uccise, alcune delle vittime furono legate con filo spinato ai rottami di un automezzo distrutto dai partigiani; altre furono avvinte ai pali del telegrafo, alle siepi, alle piante lungo la strada.

Ai processo che ebbe luogo nell’ottobre 1951 presso il Tribunale militare territoriale di Bologna, Walter Reder cercò di scolparsi della strage, dichiarando che non furono i suoi uomini a commetterla e che a! suo reparto sarebbe spettato il compito di « unicamente disporre un sistema di sicurezza che garantisse lo svolgimento dell’esecuzione da ogni intervento partigiano ».

A rendere più dura la rappresaglia, nel pomeriggio dello stesso giorno un altro reparto della 16a Divisione Granatieri S.S,, sempre dipendente dal Reder, rastrellò la campagna circostante la borgata, dove la popolazione atterrita aveva cercato rifugio. Catturati in tal modo altri 107 civili, vennero tutti passati per le armi in località Valla (v.), a circa un chilometro da Bardine.

Dei 53 martiri di Bardine, ne sono stati identificati 48: Antonucci Vittorio, Barberi Casimiro, Bartolini Francesco, Benassi Felice, Beretti Valenti, Bertelloni Carlo, Bertozzi Orfeo, Bigi Enrico, Boccielli Dante, Boccielli Agostino, Bramanti Giuseppe, Bresciani Giovanni, Bresciani Giuseppe, Caprini Eraldo, Catalani Jaco, Catalani Otello, Cella Euro, Cinquini Leone, Daprato Adamo, Della Manna Enrico, Della Santa Alessandro, De Salvia Alberto, Esposito Vittorio, Federici Nello, Figliò Primo, Galeotti Luigi, Gamba Emani, Guidi Carlo, Lamberti Giuseppe, Lazzari Giulio, Leonardi Oscar Aldo, Lucarini Guglielmo, Macchiarini Giuseppe, Malfatti Vincenzo, Marchetti Aleandro, Paolicchl Alfonso, Palmerini Athos, Pardini Bruno, Pellegrini Battista, Pezzini Francesco, Pezzini Luzio, Sciaretta Gennaro, Sigili Trento, Tartaglià Enrico, Togni Domenico, Valenti Alvaro, Vannucci Attilio, Venezia Angelo.

Bardini, Armando

N. a Montelupo (Firenze) il 5.8.1906; calzolaio. Membro dell'organizzazione comunista clandestina, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 699

Brano: Crema

le carceri genovesi di Marassi 20 partigiani. Alcuni di essi vi si trovavano da tempo detenuti e tre erano stati per mesi ricoverati all’infermeria in seguito a gravi ferite riportate durante l’attacco a una caserma, nel tentativo di liberare un compagno condannato a morte (nel colpo, non riuscito, uno dei gappisti era rimasto ucciso, un altro aveva avuto Io stomaco perforato da una pallottola, un terzo aveva dovuto subire l’amputazione di un braccio e infine il quarto, Renato Quartini, l’amputazione di una gamba). Mentre l’autocarro dei morituri si dirigeva verso Cravasco, due di essi, aiutati dagli altri che per distrarre l’attenzione delle S.S, si [...]

[...]fermeria in seguito a gravi ferite riportate durante l’attacco a una caserma, nel tentativo di liberare un compagno condannato a morte (nel colpo, non riuscito, uno dei gappisti era rimasto ucciso, un altro aveva avuto Io stomaco perforato da una pallottola, un terzo aveva dovuto subire l’amputazione di un braccio e infine il quarto, Renato Quartini, l’amputazione di una gamba). Mentre l’autocarro dei morituri si dirigeva verso Cravasco, due di essi, aiutati dagli altri che per distrarre l’attenzione delle S.S, si misero improvvisamente a cantare, riuscirono a sfilarsi le manette e a gettarsi dal camion in corsa, dileguandosi.

I diciofto, giunti a Cravasco, furono fatti scendere dal camion e fucilati in una valletta nei pressi del cimitero. Furono così uccisi Oscar Antibo, Giovanni Bellegradi, Pietro Bernardi, Orlando Bianchi, Virginio Bignotti, Cesare Bo, Pietro Boido, Giulio Campi, Gustavo Capitò, Giovanni Carù, Cesare Dattilo, Giacomo Goro, Giuseppe Malinverni, Ni'cola Panevino, Renato Quartini, Bruno Riberti, Ernesto Silvestrini.

II diciottesimo

Il diciottesimo condannato, Franco Diodati, dopo la prima scarica si ritrovò in piedi illeso; colpito dalla seconda si accasciò, ma i sensi non l’abbandonarono essendo la sua ferita assai lieve. Due tedeschi, avvicinatisi al gruppo dei caduti per da* re il colpo [...]

[...] Giovanni Bellegradi, Pietro Bernardi, Orlando Bianchi, Virginio Bignotti, Cesare Bo, Pietro Boido, Giulio Campi, Gustavo Capitò, Giovanni Carù, Cesare Dattilo, Giacomo Goro, Giuseppe Malinverni, Ni'cola Panevino, Renato Quartini, Bruno Riberti, Ernesto Silvestrini.

II diciottesimo

Il diciottesimo condannato, Franco Diodati, dopo la prima scarica si ritrovò in piedi illeso; colpito dalla seconda si accasciò, ma i sensi non l’abbandonarono essendo la sua ferita assai lieve. Due tedeschi, avvicinatisi al gruppo dei caduti per da* re il colpo di grazia agli agonizzanti, non si accorsero che Diodati, benché coperto di sangue, era rimasto vivo. Il partigiano rimase immobile finché udì le S.S. allontanarsi e non fece la minima mossa neppure quando, di lì a poco, sopraggiunsero alcune persone del luogo che cominciarono a fotografare i morti. Soltanto dopo qualche ora, quando fu ben sicuro di non avere alcun testimone, decise di rimettersi in piedi. Si arrampicò faticosamente su uno dei grandi cipressi presso i quali si trovava e si nascose nel fitto del fogliame. La sera, ridotto agli estremi, scese dall'albero, si ripulì del sangue in un rivolo e si trascinò come poteva sullastrada. Ebbe la fortuna d’incontrare Giacomo Friscello, che era poi il macellaio di Pietralavezzare, il quale lo mise in salvo ricoverandolo in luogo sicuro.

Crema

Città di circa 32.000 abitanti in provincia di Cremona (v.), ia principale dopo il capoluogo. Sul fiume Serio, al centro di una fertile pianura, è un attivo centro industriale, noto specialmente per la tessitura del lino. il locale movimento operaio ha segu[...]

[...]ll'albero, si ripulì del sangue in un rivolo e si trascinò come poteva sullastrada. Ebbe la fortuna d’incontrare Giacomo Friscello, che era poi il macellaio di Pietralavezzare, il quale lo mise in salvo ricoverandolo in luogo sicuro.

Crema

Città di circa 32.000 abitanti in provincia di Cremona (v.), ia principale dopo il capoluogo. Sul fiume Serio, al centro di una fertile pianura, è un attivo centro industriale, noto specialmente per la tessitura del lino. il locale movimento operaio ha seguito le vicende di quello cremonese, possedendo non pochi tratti in comune con quello di Bergamo (v.) e subendo le influenze della vicina Milano.

La lotta antifascista

Nel 1920, dirigente delle leghe contadine era il socialista S. Sorsetti che, ribellandosi alle direttive della maggioranza riformista confederale di resistere solo « passivamente » allo squadrismo fascista, insegnò ai lavoratori a rispondere alla violenza con la violenza, organizzando circa 500 uomini suddivisi in 6 gruppi, di cui 5 nel contado e uno in città. Localmente i fascisti stentarono molto a progredire e le squadre d’azione chiamate da fuori, dal Cremonese e dal Lodigiano, furono messe più di una volta in fuga. In queste lotte i lavoratori ebbero le loro vittime: tra gli altri, A. Bonomi, assassinato a tradimento nel

1921, e A. Lupi, caduto nel 1922. Durante la dittatura non mancarono a Crema il lavoro clandestino di propaganda antifascista, la diffusione dei libri proibiti, gli arresti e gli invii al confino.

il 25.7.1943, alla caduta del fascismo, si ebbe la costituzione di un comitato antifascista composto da

E. Freri, A. Bom belli, M. Ma none, P. Sabbia, U. Chiappi e G. Voltini. Sciolto 48 ore oiù tardi, venne ricostituito con la seguente composizione: E. Freri del P.L.I.; G. Crivelli e T. Volontà, cattolici; A. Bombelli, democratico; F. Boffelli e G. Garzini, sociali[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 260

Brano: Ora, L'

che andava dai comunisti ai liberali di Vittorio Emanuele Orlando. Questo blocco ottenne una clamorosa affermazione, nonostante le intimidazioni e le repressioni, dovute non solo ai tracotanti avversari ma anche all’apparato statale ormai quasi del tutto asservito al governo mussoliniano.

Entrata in crisi la potenza economica del gruppo Pecoraino, « L'Ora » dovette affrontare una difficile fase di gestione controllata e provvisoria; tuttavia il giornale, con una redazione ormai a ranghi ridotti, continuamente mutilato daliacensura e sempre più costretto all’autocensura, riuscì ancora per molti anni a sopravvivere come uno scoglio non sommerso dal generale conformismo della stampa italiana. Ancora nel 1934 si trovava alla sua direzione Nino Sofia, un giornalista non iscritto al Partito fascista e, per di più, tutt’altro che remissivo nei confronti de! regime.

Il [...]

[...]ile fase di gestione controllata e provvisoria; tuttavia il giornale, con una redazione ormai a ranghi ridotti, continuamente mutilato daliacensura e sempre più costretto all’autocensura, riuscì ancora per molti anni a sopravvivere come uno scoglio non sommerso dal generale conformismo della stampa italiana. Ancora nel 1934 si trovava alla sua direzione Nino Sofia, un giornalista non iscritto al Partito fascista e, per di più, tutt’altro che remissivo nei confronti de! regime.

Il Sofia non esitò infatti ad aprire una polemica con uno dei più faziosi fogli fascisti, il quotidiano Ottobre, diretto dal noto apologeta del fascismo Asvero Gravelli, i cui redattori accusavano il direttore de « L’Ora » di aver partecipato nel 1924 alla sottoscrizione per una targa in memoria di Giacomo Matteotti. Sofia replicò e la polemica si concluse con il suo defenestramento disposto dal prefetto per ordine di Roma.

Estromesso Sofia, cominciò anche per « L’Ora » un periodo di completa soggezione al regime fascista il quale nominava i direttori e impo[...]

[...] regime.

Il Sofia non esitò infatti ad aprire una polemica con uno dei più faziosi fogli fascisti, il quotidiano Ottobre, diretto dal noto apologeta del fascismo Asvero Gravelli, i cui redattori accusavano il direttore de « L’Ora » di aver partecipato nel 1924 alla sottoscrizione per una targa in memoria di Giacomo Matteotti. Sofia replicò e la polemica si concluse con il suo defenestramento disposto dal prefetto per ordine di Roma.

Estromesso Sofia, cominciò anche per « L’Ora » un periodo di completa soggezione al regime fascista il quale nominava i direttori e imponeva i redattori. Questa situazione durò fino al 1943.

Secondo dopoguerra

Fuggiti i fascisti dalla città semidistrutta dai bombardamenti, e prima ancora che a Palermo arrivassero le truppe americane, « L’Ora » uscì con un appello esprimente i sentimenti della Sicilia che « tradita, vilipesa, abbandonata all’ultimo momento, riconsacra il suo diritto alla libertà e alla indipendenza ». Era la voce di un giornale di nuovo libero dopo venti anni di bavaglio.

Messa a tacere dal Governo Militare Alleato, « L'Ora » riprese le pubblicazioni soltanto nel 1946, alla vigilia del referendum istituzionale, sotto gestione privata e nuovamente diretta da Nino Sofia. Il giornale si schierò subito a favore della scelta repubblicana, per proseguire negli anni successivi la sua battaglia democratica e autono

mista, sotto la direzione di Pier Luigi Ingrassia.

Nel 1954 la gestione de « L’Ora » fu rilevata da una società appositamente costituitasi con capitale in maggioranza contribuito dal P.C.I.. La direzione venne affidata a Vittorio Nisticò, sotto la cui guida per oltre venti anni il giornale palermitano si affermò come punto di riferimento regionale di tutte le forze progressiste.

Alla fine del 1976 la gestione del giornale venne a trovarsi in una grave crisi finanziaria, tanto che a Roma se ne decise la chiusura. La reazione delle maestranze e dei giornalisti che assunsero in prò* prio la gestione sotto forma cooperativa potè però salvare la gloriosa testata la quale, a partire dal 1978, è entrata in una nuova fase espansiva.

M.Ci.

Oradour, Strage di

OradoursurGlane, un piccolo villaggio della Francia occidentale a

20 km da Limoges (Limosino), durante la Seconda guerra mondiale fu teatro di una strage particolarmente efferata compiuta dai tedeschi, che idealmente colloca questo luogo accanto alle città martiri di Lidice, Kragujevac, Marzabotto.

Il 10.6.1944 un contingente di S.S, del Reggimento « Der Fuhrer », al comando del maggiore Dickma[...]

[...]a testata la quale, a partire dal 1978, è entrata in una nuova fase espansiva.

M.Ci.

Oradour, Strage di

OradoursurGlane, un piccolo villaggio della Francia occidentale a

20 km da Limoges (Limosino), durante la Seconda guerra mondiale fu teatro di una strage particolarmente efferata compiuta dai tedeschi, che idealmente colloca questo luogo accanto alle città martiri di Lidice, Kragujevac, Marzabotto.

Il 10.6.1944 un contingente di S.S, del Reggimento « Der Fuhrer », al comando del maggiore Dickman, raggiunse Oradour e ne trucidò tutti gli abitanti, compresi donne, vecchi e bambini. Dapprima le S.S. riunirono l’intera popolazione sulla piazza del paese. Poi, separati dalle donne e dai bambini gli uomini, condussero questi in vari fabbricati e li trucidarono a piccoli gruppi, dando infine fuoco ai cadaveri. Più tardi si volsero verso la chiesa, dove nel frattempo donne e bambini si erano rifugiati in preda al panico; qui i tedeschi fecero saltare in aria I altare e diedero l’edificio alle fiamme, finendo poi con raffiche di mitra quanti tentassero di uscirne. Gli assassini e gli incendi si protrassero per l’intero pomeriggio; le vittime risultarono 642, tra cui 247 bambini. Qualche raro superstite, sfuggito fortunosamente alla morte, potè poi testimoniare sull’accaduto.

Dall’inchiesta condotta dopo la guerra risultò che la strage non era stata decisa dai tedeschi come misura di rappresaglia, in quanto nella zona non esistevano partigiani e non vi era stato alcuno scontro tra la popolazione e gli occupanti. 1 te

deschi cercarono di giustificare l’accaduto ricorrendo ad assurde motivazioni. Addussero che si era trattato di un « errore » e che le S.S. [...]

[...]ortunosamente alla morte, potè poi testimoniare sull’accaduto.

Dall’inchiesta condotta dopo la guerra risultò che la strage non era stata decisa dai tedeschi come misura di rappresaglia, in quanto nella zona non esistevano partigiani e non vi era stato alcuno scontro tra la popolazione e gli occupanti. 1 te

deschi cercarono di giustificare l’accaduto ricorrendo ad assurde motivazioni. Addussero che si era trattato di un « errore » e che le S.S. avevano ricevuto l’ordine di distruggere non OradoursurGlane, bensì OradoursurVayres, importante centro di lotta partigiana; dissero anche, contraddicendosi, che nel villaggio erano state scoperte armi e che due dei loro erano stati uccisi dagli abitanti. In realtà la strage non poteva avere altre spiegazioni che la barbarie degli esecutori e la volontà dei capi nazisti di seminare il terrore nella zona, fornendo al tempo stesso un’occasione di sfogo sanguinario ai propri accoliti.

Il processo

Dopo la guerra fu condotta un’inchiesta che riuscì a portare sul banco degli imputati soltant[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 560

Brano: [...]a

Nel febbraiomarzo 1945 l’azione partigiana riprese. Furono condotti nuovi attacchi contro la via Emilia e lungo la strada VogheraPiacenza. Le azioni armate si spinsero fino alI'Arsenale di Piacenza e contro la Direzione di artiglieria. Riorganizzate le formazioni partigiane, nel mese di aprile si aprì una difficile crisi all’interno del Comando unico, quando il comandante Emilio Ganzi venne contestato dal Comando militare Nord Emilia. Dopo essere stato confermato nella carica durante una riunione congiunta del C.L.N. provinciale, dei Comandanti di divisione della 13" Zona e del Comando militare Nord Emilia (9.4. 1945), il 20 aprile Canzi venne fermato per ordine dello stesso C.M. N.E. e sostituito da Luigi Marzio!i. Nello stesso tempo, il C.M.N.E. aprì un'inchiesta su Fausto Cossu e Giuseppe Prati, rispettivamente comandanti delle Divisioni « Piacenza » e « Vai d’Arda ». La frattura apertasi tra il Comando militare Nord Emilia e il C.L.N. da una parte, e alcune delle formazioni partigiane piacentine dall’altra, era un preludio delle difficoltà politiche che sarebbero acutamente emerse nel dopoguerra, anche se dopo la Liberazione il Comando generale del C.V.L. avrebbe riconosciuto Canzi quale comandante della 13* Zona,

Liberazione

Nonostante la crisi politica ai vertici provinciali, nel Piacentino la lotta partigiana non diminuì, i Comandi delle formazioni e il C[...]

[...]otta partigiana non diminuì, i Comandi delle formazioni e il C.L.N. predisposero un piano per liberare, in appoggio all'avanzata dell’esercito alleato, l’intera provincia e il capoluogo. Il 24 aprile, mentre i tedeschi ripiegavano in città, fu data attuazione al piano di impedire la loro manovra e di mantenere il controllo dei traghetti del Po.

Oltre che dai tedeschi, Piacenza era presidiata da reparti della Guardia nazionale repubblicana, da S.S, fasciste, dalle Brigate nere, dalla Legione Autonoma « Ettore Muti » e dalla Decima Mas. Nella notte fra il 27 e il 28 aprile, quando ormai l’intera provincia era stata liberata dai partigiani, il grosso del presidio tedesco riuscì a traghettare il Po, lasciando in città una piccola retroguardia. Gli Alleati, fermatisi alle porte di Piacenza, lasciarono ai partigiani il compito di entrare in città per primi, affrontando i franchi tiratori fascisti e la retroguardia nemica.

Alle prime ore del mattino del 28 aprile ì partigiani entravano in Pia

cenza, occupando le caserme, la questura, la prefettura e gli altri edifici pubblici più importanti. II C.L.N. si insediò immediatamente in prefettura e assunse i poteri di governo, che gli vennero successivamente confermati dal Comando Alleato. S[...]

[...]ndo in città una piccola retroguardia. Gli Alleati, fermatisi alle porte di Piacenza, lasciarono ai partigiani il compito di entrare in città per primi, affrontando i franchi tiratori fascisti e la retroguardia nemica.

Alle prime ore del mattino del 28 aprile ì partigiani entravano in Pia

cenza, occupando le caserme, la questura, la prefettura e gli altri edifici pubblici più importanti. II C.L.N. si insediò immediatamente in prefettura e assunse i poteri di governo, che gli vennero successivamente confermati dal Comando Alleato. Secondo il piano di ripartizione delle cariche, stabilito in precedenza e non senza contrasti dal C.L.N., la funzione di prefetto venne assegnata alla Democrazia Cristiana, quella di sindaco del Comune al P.C.I., la presidenza della Camera di commercio ai socialisti, il Provveditorato agli studi al Partito d’Azione.

Bibliografia: Per le linee generali si vedano: F. Cipriani, Guerra partigiana, operazioni nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Parma, 1947; A. La Rosa, Storia della Resistenza nel Piacentino, Piacenza, 1958; L. Ce va, Le zone libere di Bobbio e Varzi, in AA.VV., Saggi e notizie sulle * Zone libere » nella Resistenza Emiliana, Bologna, 1970; F. Achilli, La nascita del fascismo nel Piacentino (19191922),[...]

[...] Piacenza, 1972; L'Emilia Romagna nella Guerra di liberazione, 4 voli., Bari, 197576; G. Berti, Linee della Resistenza e Liberazione piacentina. La società piacentina degli anni Quaranta (19191943), Bologna, 1975; Fonti e momenti della storia del movimento operaio e contadino piacentino, Convegno di studi a cura del Circolo « Antonio Gramsci * di Piacenza, 15 aprile 1978, ciclostilati.

Per una bibliografia ampia e ragionata cfr. M.L. Cerri, Rassegna bibliografica. Elenco formazioni XIII Zona, Piacenza, 1977.

B.D.C.

Piacenza. Divisione

Formazione partigiana operante durante la Guerra di liberazione nella provincia di Piacenza (v.).

II nucleo originario della Divisione fu costituito da un gruppo di carabinieri fuggiti dopo l’8.9.1943 dai campi di concentramento tedeschi e comandati dal tenente Fausto Cossu [Fausto). Essi giunsero il 10.1.1944 in località Alzanese (o « Sanese ») di Piozzano, tra la vai Trebbia e la vai Tidone, dove si congiunsero con la piccola banda di Remigio, presso la quale era già presente il maresciallo dei carabinieri Mario Cremonti, ex comandante della stazione della Guardia nazionale repubblicana di San Nicolò.

Le diserzioni dei carabinieri

Soprattutto per opera del Cremonti, si sviluppò un collegamento con le altre stazioni della G.N.R. (in gran parte composte da ex carabinieri) dei paesi vicini, per procurarsi le prime armi e per gettare le basi di

una diserzione di massa. La campagna di persecuzione contro i carabinieri sospetti delle stazioni di vai Trebbia e vai Tidone, il loro arresto e internamento da parte delle autorità repubblicane, indusse il tenente Cossu a ordinare a tutti l’immediata diserzione.

I carabinieri infatti disertarono da tutte le stazioni e una parte di essi raggiunse la montagna, mentre altri si ritirarono a vita privata.

Fra gli episodi di diserzione, va ricordato quello dei carabinieri di Pianello vai Tidone che, guidati dal brigadiere Trebeschi, dopo aver disarmato i militi repubblicani con i quali erano inquadrati ed essersi impossessati di tutto l’armamento e l’equipaggiamento disponibile, raggiunsero la montagna a bordo di un’autocorriera ed entrarono a far parte della formazione del tenente Cossu.

Importante per Io sviluppo del nucleo originario fu, nel maggio 1944, l’arrivo alla « Sanese » del vicebrigadiere Paolo Araldi, evaso dal carcere di Parma dove era stato rinchiuso per ragioni politiche.

L’entità numerica raggiunta dalla Compagnia « Carabinieri patrioti », comandata da Fausto, impose ben presto un ordinamento su basi nuove: il 15.6.1944 la Compagnia si trasformò in Brigata « Giustizia e Libertà », fort[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 289

Brano: Orobica, Divisione

seppe Gasparini [Nino], rappresentava il nucleo principale della nuova Divisione: articolata in tre bande, tutte operanti in vai Seriana e rispettivamente al comando di Giuseppe Lanfranchi [Bepi), Bruno Amati [Massimo), Angelo Del Bello [Mino], la Brigata portava già al proprio attivo un buon numero di azioni condotte con successo fra il luglio e il settembre del 1944, come l'attacco alla caserma dei carabinieri di Gromo, l’assalto al treno in transito da Gazzaniga, con il disarmo di militi fascisti e la cattura di due ufficiali tedeschi (16 agosto), ma soprattutto l’azione del 27 settembre contro il presidio tedesco del Passo della Manina, con la quale i partigiani si erano impossessati di una notevole quantità di armi, viveri e indumenti.

Allo stesso modo, sia pure con risultati meno appariscenti, agiva in vai Serina (fra le valli Brembana e Seriana) la Brigata « XXIV Maggio », comandata dal capitano Già corno Tiragallo [Ratti], che fra l’estate e l’autunno si era sforzata soprattutto di munire i propri uomini di un equipaggiamento sufficiente per affrontare l'inverno,

Nascita della Divisione

I successi ottenuti dalla Brigata « Camozzi » non erano serviti a risolvere i gravi problemi sorti al suo interno, in seguito ai contrasti esistenti fra i vari comandant[...]

[...] paese di Cornalba 10 partigiani, fra i quali il comandante Tiragallo e gli altri membri del Comando, I superstiti,

21 uomini sfiniti dai disagi e male equipaggiati, lasciarono la valle e, guidati da Fortunato Fasana [Renato), raggiunsero a gran fatica la località Cacciamali, sopra Ardesio, in vai Seriana,.

Nello stesso tempo alcuni comandanti della « Camozzi », seguendo le direttive di Marcello, dopo essere scesi a patti con il capo delle S.S, di Bergamo [Fritz Langer) procedettero a una vera e propria smobilitazione delle squadre: gli uomini che desideravano tornare nelle loro case furono invitati a farlo con urgenza; ad altri, fu consigliato di svolgere un’attività lavorativa, muniti di salvacondotto tedesco con il quale, secondo una lettera scritta da Marcello alla «Camozzi» il 2.12.1944, «Potranno andare ovunque a lavorare, liberi... ». Altri ancora furono avviati verso la Svizzera e a tutti i partigiani fu comunque ordinato di nascondere le armi.

Gli unici a restare in montagna, una trentina in tutto, furono gli uomini di [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine S.S, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---S.S. <---fascismo <---fascisti <---fasciste <---socialisti <---C.L.N. <---G.N.R. <---S.A.P. <---antifascista <---antifascisti <---comunista <---comunisti <---fascista <---italiana <---socialista <---A Villa Pompeiana <---ACS <---Affanni Bruno <---Agnetti Antonio <---Ameghlno Riccardo <---Ampelio Coppelli <---Andrei Francesco <---Angelo Del Bello <---Ansaldo di Ponte Nossa <---Antonio Gramsci <---Arvati Italo Mario <---Azzini Graziano <---B.D.C. <---Barbagatto Sante <---Barberi Casimiro <---Barbieri Gino <---Battipaglia di Torino <---Bellocchi Cesare <---Benassi Felice <---Berni Aurelio <---Bibliografia <---Boccielli Dante <---Bohatti Guido <---Brambilla Celino <---Brigata S <---Brigata S A P <---Brigate nere <---Brigoli Bortolo <---Bruno Amati <---C.M. <---C.M.N.E. <---C.V.L. <---Cacciatori delle Alpi <---Calvi Giuseppe <---Casalmorano-Azzanello <---Castagnoli Mario <---Castelleone-Romanengo <---Catalani Jaco <---Cinquini Leone <---Confortini Pierino <---Coprini Albino <---De Giorgi Sergio <---De Salvia Alberto <---Degnisof Ivan <---Della Chiesa Giulio <---Della Manna Enrico <---Della Santa Alessandro <---Delle Fave Giovanni <---Diritto <---Divisione Granatieri <---Dodi Bruno <---Ernesto Silvestrini <---Ettore Muti <---Faraboli Gino <---Faustini Bruno <---Fava Arnaldo <---Favini di Mulazzano <---Ferrari Gaspare <---Ferrari Guido <---Fiori Fulvio <---Fochi Giuseppe <---Fontana Eugenio <---Fortunato Fasana <---Franco Diodati <---Gamba Emani <---Gardini Egidio <---Gavazzi Riccardo <---Gemelli di Cremona <---Giacomo Matteotti <---Giulio Campi <---Giuseppe Prati <---Governo Militare Alleato <---Gran Bretagna <---Granatieri S <---Granatieri S S <---Guareschi Umberto <---Guarnieri Livio <---Guidi Carlo <---I V A <---Il C <---Il C L <---Il ritorno <---La lotta <---La sera <---Lamberti Giuseppe <---Lastelli Nando <---Lavagnini Stivi <---Legione Autonoma <---Leonardi Oscar Aldo <---Locandi Pasquale <---Lucarini Guglielmo <---Luigi Bertazza <---M.L. <---Maini Antonio <---Maini Cori <---Maramau Rosario <---Marchi Valentino <---Marchiani Paride <---Marchini Adolfo <---Mario Cremonti <---Mario Invernicci <---Mas di Selvino <---Melloni Gino <---Monte Penna <---Mori Egidio <---Moroni Alessandro <---Mossia Pietro <---Movimento Giustizia <---Musio Pierino <---Mussi Mario <---N.E. <---Nino Sofia <---Orlando Bianchi <---P.C.I. <---P.L.I. <---Pagliari Armando <---Paimiro Togliatti <---Paolicchl Alfonso <---Partito Socialista Italiano <---Pasqua Aldo <---Pecunia Nino <---Pelosi Rosario <---Pettenati Carlo <---Pezzini Luzio <---Piazza Fioravante <---Pier Luigi Ingrassia <---Pietro Bernardi <---Pietro Boido <---R.S.S. <---Ralli Luigi <---Ranieri Franco <---Ravella Isidoro <---Renzo Venturini <---Resistenza in Toscana <---Resistenza nel Piacentino <---Rina a Villa Pompeiana <---Romagna nella Guerra <---Salvi Severino <---San Giuseppe <---San Pellegrino <---Santini di Casorate <---Serventi Fortunato <---Sovietico-Americano <---Storia <---Togni Domenico <---Tortoroni Ettore <---Tosini Oreste <---Trapassi Antonio <---U.R <---Valenti Alvaro <---Venezia Angelo <---Ventotene Ponza Tremiti <---Vittorio Emanuele <---Vittorio Emanuele Orlando <---Zacconelli Giovanni <---Zamboli Angelo <---Zanrè Alberto <---affarismo <---alsaziani <---antifasciste <---badogliano <---brigatisti <---cominciano <---conformismo <---d'Azione <---d'Italia <---dell'Inghilterra <---gappisti <---giano <---giellista <---gielliste <---hitleriana <---hitleriani <---italiane <---italiani <---italiano <---mussoliniano <---nazifascisti <---nazisti <---progressiste <---riana <---riformista <---siste <---squadrismo