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Il segmento testuale S.P.E. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 6Entità Multimediali , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 44

Brano: [...]e né avversate né accomunate al fascismo, ma sulle quali occorreva invece fare leva, staccandole dal fascismo e dando loro garanzie per il domani. Sottolineando la grande forza rappresentata dai due istituti, si affermava: « Se finora hanno, l’uno subito e l’altro utilizzato il fascismo per quel che, a torto e a ragione, è parso loro il bene della monarchia e della Chiesa, tocca a noi capovolgere e non già consolidare quel gioco di interessi, di speranze e di timori, che han fin qui determinato la loro condotta ».

Le « circolari » venivano periodicamente diffuse col sistema della « catena ». Ogni destinatario, anello della catena, era esplicitamente invitato a riprodurne 6 copie e quindi spedirle ad altrettante persone, sempre le stesse, tra le quali almeno 2 scelte tra i fascisti.

Il movimento, visto con favore da Benedetto Croce, ebbe contatti con elementi delI’Azione Cattolica, con P. Enrico Rosa S.J., direttore di « Civiltà Cattolica », con Guido De Ruggiero e altri di « Giustizia e Libertà ». Questi ultimi, pur mantenendo con il suddetto movimento rapporti di « amichevole dibattito », non mancarono di criticarlo apertamente e in modo piuttosto aspro, definendo tale corrente antifascista come « papaiemonarchica » (v. Giustizia e Libertà, n. 9 del luglio 1930).

In effett[...]

[...]e borghesi contro il fascismo;

la sua azione, abbandonata in gran parte alla spontaneità, ebbe scarsa influenza e fu di breve durata. Il 28.11.1930 vennero arrestati Renzo Renzi e Mario Vinciguerra; quest’ultimo, che già da tempo era pedinato, fu sorpreso dalla polizia mentre impostava un certo numero di « circolari ».

Fino a quel momento, erano stati stampati e diffusi 10 numeri di A.N.; l’undicesimo era in bozze.

Deferiti al Tribunale Speciale, il 22.12.1930, vennero condannati: Mario Vinciguerra e Renzo Renzi, a

15 anni di reclusione ciascuno; Umberto Gel metti, a 3 anni. Coimputati nello stesso processo, furono invece assolti Augusto Benedetti, Narciso Marchi, Olga Tentori e Liliana Vernon.

Alleg, Henri

Giornalista, combattente della rivoluzione algerina, direttore di Alger Républicain, H.A. è particolarmente noto per essere l’autore del libro La question (opera tradotta nel 1958, sotto il titolo La Tortura, anche in Italia), che nel 1959 gli ha valso il Premio Omegna per la Resistenza, quale esemplare testimonianza[...]

[...]a guerra d’Algeria non può essere umanizzata. La tortura si è imposta da sé: è stata suggerita dalle circostanze, chiamata dall’odio razzista ».

Allegato, Luigi

N. a San Severo (Foggia) T8.4.1896 ivi m. il 25.5.1958; contadino, Gio

Luigi Allegato

vane socialista fin dal 1913, organizzatore dei contadini, si iscrisse al Partito comunista nel 1921. Dirigente degli scioperi agricoli in Capitanata, nel 1928 venne condannato dal Tribunale speciale a 10 anni di reclusione. Consultore nazionale dopo la Liberazione, nel 1946 fu eletto deputato e, nel 1948, senatore di diritto. Fu membro del Comitato centrale del P.C.I..

Allegretti, Mario

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Vignola (Modena) nel 1919, caduto in combattimento a Saltino (Modena) il 10.4.1945; studente universitario. Dopo aver frequentato la Scuola allievi ufficiali di Bologna, fu nominato sottotenente del 33° Reggimento carristi, di stanza a Parma, e qui si trovò I'8.9.1943. Sottrattosi alla cattura da parte dei tedeschi, si arruolò nella brigata pa[...]

[...]nte nella zona di Monte Santa Giulia e, nel gennaio 1945, ne divenne il comandante. Cadde, mortalmente colpito in combattimento, sul fiume Secchia.

Allegri, Paride

Sirio. N. a Collagna (Reggio Emilia) il 23.1.1920; perito agrario. Sottotenente di complemento nell’Aeronautica, dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione e fu comandante della 76a Brigata

S.A.P., operante nel Reggiano. Distintosi in combattimento, fu promosso in S.P.E. per meriti di guerra.

44



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 357

Brano: Pagnotti, Armando

stato e processato, venne condannato a 9 anni di reclusione.

Dopo l’armistizio dell’8.9.1943 e sotto l’occupazione tedesca, si ripresentò come l’« uomo forte » del fascismo bolognese e il più intransigente filonazista locale. Nel novembre successivo, all’atto dell’istituzione della Guardia Nazionale Repubblicana, fu quindi designato ispettore regionale per l’Emilia Romagna delle nuove formazioni militari fasciste. Partecipò in tale veste al Congresso di Verona e al successivo eccidio di Ferrara del

15.11.1943 che costò la vita a 11 antifascisti. Fece poi parte del tribunale che condannò a morte Galeazzo Ciano e gli altri gerarchi accusati di aver provocato nel luglio la caduta del dittatore fascista.

Il 22.2.1944 fu chiamato da Mussolini a far parte del Direttorio nazionale del Partito fascista repubblicano. Quando le organizzazioni da questo dipendenti si trasformarono, nel giugno, in « brigate » del Corpo ausiliario d[...]

[...]ivo ritorno in città quando l'offensiva alleata si fermò contro la Linea Gotica.

Perfino il comandante tedesco di Bologna, il generale Frido von Senger und Etterlin, considerò le bande capeggiate dal Pagliani un « autentico flagello della popolazione » e il loro comandante « l’anima nera delle Brigate nere di Bologna »; anzi, il tedesco chiese addirittura l’allontanamento del Pagliani dalla città.

Il Pagliani fu destituito dalla carica di ispettore regionale delle Brigate nere il 28.1.1945, per intervento diretto di Mussolini a seguito delle pressioni concomitanti di autorità tedesche, fasciste ed ecclesiastiche. La stampa clandestina lo aveva più volte additato, per i suoi crimini, alla giustizia popolare. Il 31.10.1944 sfuggì a un attentato portatogli da un gruppo di partigiani e nei giorni della Liberazione riuscì a sottrarsi alla cattura.

Radiato dai ruoli dell’Università perché contumace, alcuni anni dopo la Liberazione il Pagliani venne pro

cessato dalla Corte d’assise straordinaria di Bologna. Il suo camerata Armando R[...]

[...]o l’8.9.1943, partecipò attivamente alla Guerra di liberazione, entrando a far parte della 111a e poi della 190a Brigata S.A.P..

Nel dopoguerra ricoprì, a livello locale, vari incarichi di responsabilità nel sindacato e nel Partito comunista.

P.Bu.M.Ca.

Paglieri, Andrea Luigi

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Verona il 17.11.

1918, m. a Benevagienna (Cuneo) i! 9.4.1944; laureato in legge. Tenente di Cavalleria in S.P.E., partecipò alla campagna di Russia ottenendo quattro decorazioni al valor militare.

Dopo I '8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, organizzando la 20a Brigata « Giustizia e Libertà » operante nella zona di Fos

sano (Cuneo). Catturato ai primi di agosto del 1944, fu sottoposto a inumane sevizie. Dopo averlo condannato a morte, i fascisti gli imposero di attraversare incatenato insieme a due compagni di lotta le vie di Fossano, e lo fecero passare davanti alla sua casa, perché

Io vedesse la madre implorante. Quando fu davanti al plotone di esecuzione, prima di morire rincuorò[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 147

Brano: [...]Tornato in Germania alla fine del 1918 con Karl Radek, ebbe diversi incarichi nel Partito comunista tedesco, diventando segretario dell'organizzazione berlinese della K.P.D.. Come critico teatrale, collaborò all'organo del partito “Rote Fahne”.

I! 23.1.1922 venne espulso dalla K.P.D. per lo scritto Zur Krise unserer Partei (Sulla crisi del nostro Partito) e per aver sostenuto le posizioni eterodosse di Paul Levi. Con quest'ultimo condivise l'esperienza della Kommunistische Arbeitsgemeinschaft (organizzazione comunista dissidente).

Nell'ottobre 1922 tornò in seno alla socialdemocrazia. Si occupò prevalentemente di politica comunale, a Berlino e a Magdeburgo, di cui fu eletto borgomastro nel 1929. Nel 1932 venne eletto deputato al Reichstag.

Dopo l’avvento dei nazisti al potere, fu arrestato e internato a due riprese (dal luglio 1933 al gennaio 1934, poi dal giugno all’agosto 1934) nel lager di Lichtenburg. Nel 1935 potè lasciare la Germania e, attraverso l’Inghilterra, raggiunse la Turchia dove rimase fino al 1946, lavorando come[...]

[...]pò prevalentemente di politica comunale, a Berlino e a Magdeburgo, di cui fu eletto borgomastro nel 1929. Nel 1932 venne eletto deputato al Reichstag.

Dopo l’avvento dei nazisti al potere, fu arrestato e internato a due riprese (dal luglio 1933 al gennaio 1934, poi dal giugno all’agosto 1934) nel lager di Lichtenburg. Nel 1935 potè lasciare la Germania e, attraverso l’Inghilterra, raggiunse la Turchia dove rimase fino al 1946, lavorando come esperto di economia e di amministrazione locale.

Rientrato in Germania nell'ottobre 1946, l’anno successivo fu nominato dalle autorità di occupazione alleate

borgomastro di Berlino, ma la sua nomina, non convalidata dal comandante del settore sovietico, fu uno dei fattori che portarono alla definitiva divisione tra zona occidentale e orientale della città. Durante il blocco di Berlino Ovest, attuato dai sovietici nel corso del 1948, il borgomastro Reuter fu assunto dalla propaganda occidentale come simbolo della resistenza del “mondo libero”. Rimase borgomastro fino alla morte.

An.Pa.

[...]

[...]del settore sovietico, fu uno dei fattori che portarono alla definitiva divisione tra zona occidentale e orientale della città. Durante il blocco di Berlino Ovest, attuato dai sovietici nel corso del 1948, il borgomastro Reuter fu assunto dalla propaganda occidentale come simbolo della resistenza del “mondo libero”. Rimase borgomastro fino alla morte.

An.Pa.

Revelli, Benvenuto

Nuto Revelli. N. a Cuneo nel 1919; ufficiale degli alpini in S.P.E., mobilitato nel 1941 sul Fronte russo, combattè nella Divisione “Tridentina” ottenendo due medaglie d’argento al valor militare e una promozione a tenente per merito di guerra.

Dopo il fortunoso rientro in Italia con il suo reparto, I'8.9.1943 si trovava a Cuneo (v.) e, fortemente colpito dalla tragica esperienza delle truppe italiane sul Don (v.), e più in generale dalle conseguenze del fascismo, fu tra i primi organizzatori del movimento partigiano della provincia. Con altri ufficiali costituì una formazione chiamata Compagnia rivendicazione caduti e, all’inizio del 1944, con il suo gruppo confluì nelle formazioni “Giustizia e Libertà” acquistando un ruolo di primaria importanza grazie anche alla sua esperienza militare. Comandò la IV Banda nel Vallone dell’Arma, superando il durissimo rastrellamento dell’aprile 1944, poi la Brigata “Valle Vermenagna” e la Brigata Valle Stura “Carlo Rosselli”, sempre della I Divisione G.L.. NeM’agosto 1944, con la sua formazione, riuscì a bloccare per una settimana la 90a Divisione granatieri corazzata tedesca che puntava al valico del Colle della Maddalena (v.).

Il 23 e il 24.8.1944 i bollettini del Comando supremo tedesco fecero diretto riferimento alla resistenza opposta dai partigiani della “Rosselli”. Secondo l’opinione di qualche storico, causa non se[...]

[...]erazione, Revelli comandò la V Zona partigiana del

Nuto Revelli con alcuni partigiani della “Valle Vermegnana” (giugno 1944)

Piemonte. Per la sua attività resistenziale ottenne la terza medaglia d’argento e una promozione a maggiore per merito di guerra. Oggi è generale nel Ruolo d’Onore.

Produzione letteraria

Autore del testo della canzone partigiana “Pietà l'è morta” (v.) e coautore della “Badoglieide” (v. Badoglio, Pietro), dalle esperienze della guerra fascista e della lotta partigiana trasse ispirazione per le sue prime opere di scrittore e per interessanti ricerche sul mondo contadino cuneese.

Nell'immediato dopoguerra ha pubblicato il suo diario di Russia Mai tardi (ediz. Panfilo). Sulle stesse vicende e sulla esperienza partigiana ha scritto il suo secondo libro La guerra dei poveri (Einaudi, 1962). Nel 1966 ha dato alle stampe presso lo stesso editore La strada del Davai, testimonianze di quaranta alpini sulla guerra e la prigionia in Russia; nel 1971, L'ultimo fronte. Lettere di soldati caduti o dispersi nella seconda guerra mondiale; nel 1977, Il mondo dei vinti. Testimonianze di vita contadina; nel gennaio 1985, L'anello forte. La donna: storie di vita contadina. Quest’ultima opera ha ricevuto il Premio AcquiStoria 1985.

P.Bu.M.Ca.

Revelli, Stefano

Steve. N. a Mondovì (Cuneo) nel 1906; esercente.

Chiamato alle armi durante la Seconda guerra mondiale e sergente maggiore degli alpini, l’8.9.1943 si trovava a Dronero (Cuneo), principale centro della valle Maira.

Nei giorni immediatamente successivi all’armistizio fu tra i primi organizzatori del movimento partigiano della zon[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine S.P.E., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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