Brano: [...], rimasero colpite le tre di sinistra, due furono semidistrutte e l’altra gravemente danneggiata con la palestra. Danneggiamenti più o meno gravi riportarono anche il fabbricato del Comando, il padiglione cucine e le altre tre casermette. Nel corso del bombardamento rimasero uccise 6 SS italiane e 22 furono ferite. Era giunto il tempo di evacuare la caserma e, poco dopo, il Raggruppamento Reclute, forte di un migliaio di uomini, venne spostato a RodengoSaiano nel Bresciano; anche il “Comitato” si trasferì in una casa di Paderno Franciacorta, vicino a RodengoSaiano.
La fase finale
Dopo i due rastrellamenti sferrati nel Piacentino dai tedeschi a fine novembre e a fine dicembre del
1944, il Comando delle SS ritenne necessaria un’altra radicale operazione di polizia in questa zona nevralgica, affidandola ai soli due battaglioni di SS italiane di cui si poteva fidare: il “Vendetta” e il “Debica”. Nel febbraio 1945 vennero così fatti partire da Mariano Comense questi due battaglioni, riuniti nel Kampfgruppe “Binz” al comando dell'SSObersturmbannfùhrer Franz Binz di Duren. Questi si insediò a Piacenza, dislocando il “Debica” in vai Nure e il “Vendett[...]
[...]vai Nure e il “Vendetta” in vai Trebbia. Il Gruppo “Binz”, sempre guidato dai tedeschi, perpetrò sanguinose repressioni a Piacenza, ma subì a sua volta gravi perdite per mano dei partigiani, in particolar modo il “Vendetta” prima che lasciasse l’Appennino per portarsi in pianura.
Un “Gruppo Pronto Impiego” delle
SS italiane, comandato da Alois Thaler e composto da tedeschi e italiani del I Battaglione del 2° Reggimento, si insediò invece a RodengoSaiano sulla strada Brescia Iseo. Lo componevano 21 ufficiali (il tenente colonnello Oreste Gardini; i maggiori Thaler, Carlo Nicholis di Robilant, Alessandro Orzali e Larderai i capitani Ido Zilianti e Gian Clemente Gorelli; i tenenti Amos Battisti, Leonardo Gelosi, Michele Lombardo e Sommeri i sottotenenti Fernando Distesi, Dante Apollonio, Mario de Bernardi, Giorgio Romagnoli, Pietro Zottis, Alessandro Gueriotti, Otto Casagrande, Pietro Careri, Alessandro Gubiotti e Hofmann) che avevano alle loro dipendenze 29 sottufficiali, 25 caporalmaggiori, 41 caporali, 90 soldati e 4 civili, in tutto 210 uom[...]
[...]ian Clemente Gorelli; i tenenti Amos Battisti, Leonardo Gelosi, Michele Lombardo e Sommeri i sottotenenti Fernando Distesi, Dante Apollonio, Mario de Bernardi, Giorgio Romagnoli, Pietro Zottis, Alessandro Gueriotti, Otto Casagrande, Pietro Careri, Alessandro Gubiotti e Hofmann) che avevano alle loro dipendenze 29 sottufficiali, 25 caporalmaggiori, 41 caporali, 90 soldati e 4 civili, in tutto 210 uomini. Il Comando delle SS italiane della zona di RodengoSaiano, capeggiato sempre da Thaler, si trovava a Corneto (Saiano), nella villa dei conti Fenaroli.
Quando i tedeschi predisposero il piano di ritirata generale, la Brigata SS italiana cambiò di nome, assumendo dal 9.3.1945 quello di Divisione (29a WaffenGrenadierDivision der SS Italianische Nr. 1). Il
20 aprile il generale Heinrich von Vietinghoff (subentrato a Kesselring nel comando delle forze armate tedesche in Italia) emanò gli ordini per la ritirata generale oltre il Po.
Di fronte all’insurrezione popolare del 25 aprile le SS italiane (che durante i mesi di occupazione si erano rese r[...]
[...]P. Poet” circondarono il parco della villa Bordoni e qui si arrese il maggiore delle SS italiane P. Comelli, responsabile della fucilazione dei sei partigiani nel cimitero di Introbio. Condannato a morte, il Comel
li venne fucilato nello stesso cimitero.
Uno dopo l’altro i diversi presidi della Brianza e del Lecchese si sfaldarono. A Ponte di Legno, in vai Camonica, si consegnò l’intera compagnia del capitano Etter.
L’ultima strage
A RodengoSaiano le SS italiane di Thaler e il suo “Gruppo Pronto Impiego” opposero invece una certa resistenza. Il 26 aprile, al monastero degli Olivetani di Rodengo i partigiani disarmarono con facilità un’ottantina di SS italiane che indossarono subito abiti civili. Ma a quel punto giunsero in forze, da varie direzioni, altre SS italiane che circondarono il monastero e vi irruppero lanciando bombe a mano, sventagliando raffiche di mitra e sparando con i Panzerfaust. Alcuni partigiani vennero catturati e, nel corso della notte, Thaler ne fece fucilare 6 sui declivi dietro la villa Fenaroli sede del Comando [...]
[...]nel corso della notte, Thaler ne fece fucilare 6 sui declivi dietro la villa Fenaroli sede del Comando (Giovanni Pezzotti, Mario Andreis, Gaetano Lumini, Giovanni Felappi, Gastone Tiego e Angelo Franchini). I corpi furono abbandonati insepolti. Altri 4 partigiani furono passati per le armi e sepolti affrettatamente in tre fosse scavate nell’orto dietro la villa Fenaroli: il dottor G. Battista Vighenzi di Ostiano (Cremona), segretario comunale di RodengoSaiano e vicecomandante di settore del
C.V.L. bresciano; Giuseppe Malvezzi di Desenzano, Giovanni Ceretti di Gussago e Giuseppe Caravello di Palermo. Tutte le salme ritrovate presentavano lesioni non attribuibi
li ad armi da fuoco, ma a sevizie inflitte dai loro carnefici.
Dopo che nella notte tra il 27 e il
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