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Il segmento testuale O.N.M.L è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 2Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 245

Brano: [...] suo malgrado determinato un movimento di contrazione ed isolamento. (Cfr. Origini e sviluppo deH'Onmi, Roma, 1936).

Non si può dire che, col passare degli anni, tali difetti scomparissero del tutto, o almeno venissero sensibilmente attenuati. Tra l'altro, come naturale conseguenza della considerazione nella quale il regime fascista teneva la donna, in cui vedeva essenzialmente una « fattrice », in sede nazionale e provinciale le cariche dell'O.N.M.L, quantunque l'Opera fosse rivolta esclusivamente alle donne, erano soltanto maschili, a eccezione di una rappresentante femminile nei comitati provinciali, ma in subordine.

Secondo dopoguerra

L’ingente patrimonio edilizio e anche mobiliare dell’O.N.M.L servì ancora per parecchi anni dopo la Liberazione. Ma essendo l’Ópera stessa inceppata dai ricordati e basilari difetti per l’eccessivo accentramento, specialmente dopo la costituzione delle Regioni, le più attive di queste cominciarono a reclamare libertà d'azione e la gestione delle ingenti assegnazioni finanziarie, che dipendeva invece completamente da Roma. La convinzione che queste somme potessero essere meglio e più tempestivamente impiegate da amministrazioni locali (cosa indubbia per talune regioni e province), faceva però di contro temere che località meno sviluppate potessero veder[...]

[...]ompletamente da Roma. La convinzione che queste somme potessero essere meglio e più tempestivamente impiegate da amministrazioni locali (cosa indubbia per talune regioni e province), faceva però di contro temere che località meno sviluppate potessero veder diminuire, anziché accrescere, l'assistenza alla maternità e all’infanzia. Mentre da una parte si volle vedere in questa insistente richiesta di un radicale mutamento nell’amministrazione dell’O.N.M.L la conquista di un centro di potere* dall’altra si giunse ad addossarle la responsabilità, che per le vecchie leggi risaliva all’O.N.M.l. stes

sa, di taluni gravi scandali venuti alla luce in istituti per l’infanzia non dipendenti dall’Opera, ma che avrebbero dovuto comunque essere sottoposti alla sua sorveglianza e al suo controllo. Probabilmente a ciò fu dovuta, infine, l’emanazione della legge 23.12.1975 n. 698, relativa allo « Scioglimento e trasferimento delle funzioni dell’Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia ». Veniva così soppressa l’opera che, bene o male, aveva funzionato per ben cinquantanni. II patrimonio e le sue funzioni furono trasferiti alle Regioni, alle Province e ai Comuni, a [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 244

Brano: [...]
La maternità, poi, fin dal 1910 potè contare su una apposita « cassa >» costituita con la legge 17.6.1910 n. 520, per sussidiare le operaie in caso di parto o di aborto. Dal 1918 esisteva infine un’opera di assistenza materna nazionale. Questi riferimenti a realizzazioni dovute non a volontà statale ma a faticose lotte di singoli partiti o sindacati, ridimensionano il significato « fascista » che durante il ventennio si è voluto attribuire all’O.N.M.l., presentata ed esaltata come un'ispirata scoperta del regime, elargita per « bontà del duce » alle madri italiane.

Quanto all’estero, molto in anticipo sull’Italia erano altri paesi: la Francia, con la legge fìoussel del 1874; la Danimarca, con la legge 1.3.1895; l'Inghilterra, col Children Aot del 1908; la Svezia, con la legge del 6.6.1902. Ma fu soprattutto il Belgio che ispirò l’O.N.M.I. italiana. Nel 1919 trovarono colà regolamentazione numerosi esperimenti e iniziative statali che avevano dato ottimi risultati prima della guerra. Furono così fissate definitivamente norme che riguarda[...]

[...]i fasciste», non sempre competente come avrebbe dovuto essere. Non vi è dubbio che rO.N.M.I. non raggiunse tutto quanto si proponeva e, quel che fu realizzato, non lo fu mai sollecitamente. Però questo ente rappresentò il primo e più vasto tentativo di coordinamento fatto in Italia nel campo di un'assistenza che precedentemente si basava su iniziative concettualmente privatistiche.

Anche l’estensione dei consultori ostetrici e pediatrici dell'O.N.M.l. in zone precedentemente prive di ogni assistenza pubblica (o quasi) fu, in certi casi, un evidente progresso, in tempi nei quali l’assicurazione per tutti contro le malattie e la loro prevenzione non era nemmeno ipotizzata. Se davvero tutte le madri povere o abbandonate avessero potuto fruire di questi aiuti, che nel Nord esistevano con i consultori anche in isolate frazioni, e con le Case della Madre e del Fanciullo nei principali centri, sarebbe stato veramente un beneficio. E così dicasi per i refettori riservati alle gestanti e alle nutrici.

Ma così non fu. Gli intenti erano ottimi, s[...]

[...]eno ipotizzata. Se davvero tutte le madri povere o abbandonate avessero potuto fruire di questi aiuti, che nel Nord esistevano con i consultori anche in isolate frazioni, e con le Case della Madre e del Fanciullo nei principali centri, sarebbe stato veramente un beneficio. E così dicasi per i refettori riservati alle gestanti e alle nutrici.

Ma così non fu. Gli intenti erano ottimi, stesi in quel complesso di leggi e decreti che crearono

l’O.N.M.L, la perfezionarono, la regolamentarono, e che fu chiamato Carta dell'assistenza al Fanciullo; però tali intenti furono raggiunti soltanto in poche grandi città. La oleografia didattica pubblica tanto cara al regime fascista trovò poi largo campo nel Decalogo della madre, nella istituzione della Giornata della Madre che aveva luogo tutti gli anni la vigilia di Natale, nella Unione fascista tra le famiglie numerose, negli innumerevoli bandi dei premi di nuzialità e natalità (sempre di entità modesta, e tale in ogni modo da non sovvenire come sarebbe stato necessario alle famiglie povere che inc[...]

[...]ta, e tale in ogni modo da non sovvenire come sarebbe stato necessario alle famiglie povere che incentivavano la demografia nazionale) concessi alle coppie prolifiche che venivano premiate addirittura dal duce. A quasi tutto: assistenza a genitrici e loro prole; a infanti, fanciulli, ragazzi menomati o male instradati, per l’invio in colonie (spesso soltanto fluviali alle porte delle città); cure e soccorsi economici, avrebbe dovuto provvedere l’O.N.M.L.

Relazioni ufficiali del tempo misero invece a nudo i motivi del troppo lento diffondersi di queste numerose finalità. In quello che venne pomposamente chiamato « il decennio fecondo » dell’Opera, cioè il periodo dal 1926 al 1935, i dati pubblicati complessivamente erano imponenti: sette milioni e mezzo di assistiti, tredici milioni e mezzo di assistenze, novemila istituti creati, somme spese: un miliardo. Ma analiticamente la situazione era assai diversa. Se può passare che nel 1926, primo anno di funzionamento dell’O.N.M.l., le gestanti assistite fossero soltanto 1.929, pari allo 0,01% d[...]

[...]ento diffondersi di queste numerose finalità. In quello che venne pomposamente chiamato « il decennio fecondo » dell’Opera, cioè il periodo dal 1926 al 1935, i dati pubblicati complessivamente erano imponenti: sette milioni e mezzo di assistiti, tredici milioni e mezzo di assistenze, novemila istituti creati, somme spese: un miliardo. Ma analiticamente la situazione era assai diversa. Se può passare che nel 1926, primo anno di funzionamento dell’O.N.M.l., le gestanti assistite fossero soltanto 1.929, pari allo 0,01% di quelle di tutta Italia, nel 1934 questa percentuale era ancora molto bassa (11,8%) e corrispondeva a 168.021 gestanti assistite dall’O.N.M.I. contro 1.113.636 gestanti presenti nell'intero Paese. Nuovi concetti erano alla base dell’O.N.M.I.: l'assistenza considerata un aspetto della situazione sociale; il diritto di chi la chiedeva, riconosciuto come indiscutibile dalla società che doveva aiutarlo; l’assistenza privata controllata, coordinata, integrata dall’intervento pubblico. Questi moderni concetti erano però ostacolati da[...]

[...]ll’O.N.M.I. contro 1.113.636 gestanti presenti nell'intero Paese. Nuovi concetti erano alla base dell’O.N.M.I.: l'assistenza considerata un aspetto della situazione sociale; il diritto di chi la chiedeva, riconosciuto come indiscutibile dalla società che doveva aiutarlo; l’assistenza privata controllata, coordinata, integrata dall’intervento pubblico. Questi moderni concetti erano però ostacolati dai difetti insiti nella costituzione stessa dell’O.N.M.l., alla quale nocque l’incapacità del fascismo di tradurre in atto il suo ambizioso progetto.

Il Commissario straordinario che dovette essere nominato nel 1931, denunciava onestamente, fra gli ostacoli che ritardavano la realizzazione delle finalità dell’Opera:

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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine O.N.M.L, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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