Brano: [...]
nante. Il 21 maggio la stampa pubblicò il decreto ministeriale di liquidazione coatta amministrativa, ma l’occupazione non cessò né venne interrotto il tentativo di salvare la fabbrica dallo smantellamento, la « vacca di ferro » (come fu chiamato l’R60) che gli operai erano riusciti a costruire e a far funzionare da soli, aveva un significato che andava ben oltre i propri pregi, i difetti e il valore commerciale. Ma anche un appello con duecentomila firme, inviato al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, rimase senza risposta. Fu solo il 6.10.1951, un anno esatto dopo l’occupazione, che « la proprietà » accettò un primo accordo e I’8 ottobre, dopo 368 giorni, cessava l’occupazione: guidati da Giuseppe Di Vittorio e preceduti dai tre prototipi dell’R60 costruiti, gli operai uscirono dalla fabbrica.
« I tecnici e i periti, impegnati nell’inventario, trovarono non solo macchine e impianti perfettamente conservati, ma anche una situazione patrimoniale dello stabilimento di gran lunga superiore a ogni aspettativa e tale da far forte[...]
[...]e Di Vittorio e preceduti dai tre prototipi dell’R60 costruiti, gli operai uscirono dalla fabbrica.
« I tecnici e i periti, impegnati nell’inventario, trovarono non solo macchine e impianti perfettamente conservati, ma anche una situazione patrimoniale dello stabilimento di gran lunga superiore a ogni aspettativa e tale da far fortemente ricredere, come lo stesso commissario Luigi Moraglia confessò, sulla necessità di porre in liquidazione le O.M.I. Reggiane. A ciò si aggiunga che, nel momento in cui fu decretata la liquidazione coatta, la ditta disponeva di un carnet di ordinazioni per 4800 milioni » (Spreafico).
L’organo del P.S.D.I. La giustizia scrisse il 7.12.1951 che, da parte del Governo, non è che non si potessero salvare le Reggiane, ma non lo si era espressamente voluto « per colpire a morte il comuniSmo reggiano, lasciando il topo nella trappola della fabbrica occupata ».
Nel marzo 1952 iniziavano la propria attività le O.M.I. Nuove Reggiane.
Bibliografia: F. Cigarini, La vacca di ferro, Reggio Emilia, s.d.; S. Spreaf[...]
[...] cui fu decretata la liquidazione coatta, la ditta disponeva di un carnet di ordinazioni per 4800 milioni » (Spreafico).
L’organo del P.S.D.I. La giustizia scrisse il 7.12.1951 che, da parte del Governo, non è che non si potessero salvare le Reggiane, ma non lo si era espressamente voluto « per colpire a morte il comuniSmo reggiano, lasciando il topo nella trappola della fabbrica occupata ».
Nel marzo 1952 iniziavano la propria attività le O.M.I. Nuove Reggiane.
Bibliografia: F. Cigarini, La vacca di ferro, Reggio Emilia, s.d.; S. Spreafico, Un'industria, una città. Cinquant'anni alle Officine Reggiane, Bologna, 1968; AA.VV., Restaurazione capitalistica e Piano del lavoro. Lotta di classe alle Reggiane 19491951, Roma, 1977.
L.Ca.
Offidani, Raffaele
Spartacus Picenus. N. a Sant’Elpidio a Mare (Ascoli Piceno) il 16.5. 1890, m. a Roma il 30.12.1967; autore di testi per canzoni politiche. Figlio di padre ignoto e registrato alla nascita col cognome di Bili, nel 1903 venne riconosciuto dalla madre, assumendone il cognome di Off[...]
[...]que non avesse completato la scuola elementare, si dedicò fin dall'adolescenza alla
stesura di racconti d'avventura, tra i quali si ricorda La pagoda dei settecento geni che ebbe l’onore di essere pubblicata a fianco di racconti di Ver ne e Salgari. Convinto fautore dell’interventismo nel 1915, partecipò alla Prima guerra mondiale, restando ferito. Nei 1917 fu conquistato dagli ideali della rivoluzione russa e nel 1919 si iscrisse al P.S.I.. Cominciò in quegli stessi anni a comporre inni comunisti, quali Sventola bandiera rossa!, Viva Lenin, Bolscevismo, La guardia rossa. Una sua versione de\\'Internazionale venne adottata come inno della Federazione giovanile socialista italiana. I suoi testi, pubblicati con il titolo Canti di Spartaco e sotto lo pseudonimo di Spartacus Picenus, trovarono larga diffusione.
Il riferimento a Spartaco va inteso soprattutto in connessione al noto movimento spartachista sviluppatosi in Germania. Le canzoni di Offidani (si dice eseguite anche alla presenza di Lenin) vennero proibite dalla censura negli [...]
[...]lla lotta clandestina e della Resistenza Spartacus compose nuovi canti (Cuori comunisti, Il sole dell'avvenire, Le Fosse Ardeatine), adeguando i testi agli sviluppi della situazione italiana e alla linea del Partito comunista, cui aveva aderito fin dal 1921.
Per esempio, decise di eliminare dai suoi testi ogni precedente riferimento a Trotzkij, a Bombacci ecc. Egli non volle invece rinunciare alla esaltazione della figura di Stalin, suo tema dominante nel secondo dopoguerra, neppure dopo la linea affermatasi con il XX Congresso del Partito comunista sovietico.
Visse i suoi ultimi anni con i proventi di una modesta libreria antiquaria a Roma, praticamente emarginato dal P.C.I., del quale era rimasto militante.
Bibliografia: S.O., Canti comunisti (con una nota autobiografica), Milano, 1967; Autobiografia in « || nuovo canzoniere italiano », n. 3; È morto S.P., in « L’Unità », 2.1,1968; I funerali a Roma di S.P., ibidem, 3.1.1968.
Oggioni, Fausto
Fiume. N. a Varese il 9.3.1904, m. nel 1979; pellettiere.
Per la sua militanz[...]