Brano: [...]nella Seconda guerra mondiale, fu mobilitato sul fronte russo donde riportò un’invalidità permanente. Di professione assicuratore e noto in campo sportivo per la sua attività di corridore automobilistico, nell’immediato dopoguerra fu tra coloro che tennero a battesimo il partito neofascista (v. Movimento Sodate Italiano), in una riunione di ex gerarchi svoltasi appunto nel suo studio romano di via Barberini.
Con il congresso di fondazione del M.S.l. (nome proposto, pare, dal
lo stesso Michelini), entrò a far parte del « Senato » del nuovo partito assumendo la carica di vicesegretario nazionale (1947), mentre la segreteria fu affidata a Giorgio Almirante (v.).
Candidato missino alla Camera, nel 1948 fu eletto deputato nel Collegio unico nazionale. Fu poi rieletto per la circoscrizione di Roma in tutte le successive legislature.
Alla testa del M.S.l.
Sempre tra i massimi dirigenti del partito neofascista (di cui capeggiò una corrente moderata e « parlamentarista » in polemica con l’oltranzismo di Almirante), nel 1954 ne divenne segretario, succedendo in tale carica ad Augusto De Marsanich. Alla testa del partito, Michelini cercò (con successo) di stabilire alleanze con la Democrazia Cristiana, con i liberali e con i monarchici per arrivare alla creazione di una grande « destra nazionale ». Sostenne ufficialmente il governo clericofascista di Fernando Tambroni nel 1960 e, nel 1962, l’elezione del democristiano Antonio Segni a president[...]
[...] carica ad Augusto De Marsanich. Alla testa del partito, Michelini cercò (con successo) di stabilire alleanze con la Democrazia Cristiana, con i liberali e con i monarchici per arrivare alla creazione di una grande « destra nazionale ». Sostenne ufficialmente il governo clericofascista di Fernando Tambroni nel 1960 e, nel 1962, l’elezione del democristiano Antonio Segni a presidente della Repubblica.
Dopo il regresso elettorale registrato dal M.S.l. nel 1963, la segreteria di Michelini venne attaccata dalla corrente oltranzista di Almirante. I contrasti esplosero clamorosamente al congresso di Pescara (1965), tanto da portare il partito sull'orlo di una scissione. Cominciò da allora a rendersi evidente quella politica a doppio binario per cui, mentre i rappresen
tanti neofascisti in Parlamento si atteggiavano a fautori del sistema democratico, il M.S.l. e le forze della « destra nazionale », d’intesa con i centri di potere interno e internazionale, si davano a preparare in tutta segretezza piani eversivi per giungere a colpi di stato. Nel
lo stesso tempo faceva la sua ricomparsa lo squadrismo, nel tentativo di demoralizzare e impaurire le masse popolari, con la violenza nelle scuole e sulle piazze.
La morte di Michelini pose fine ai dissidi interni del partito neofascista. Con la conseguente ascesa di Almirante a capo indiscusso del M.S.L, venne data via libera a quella politica di terrore e di provocazioni che, a partire dalla strage[...]
[...]sa con i centri di potere interno e internazionale, si davano a preparare in tutta segretezza piani eversivi per giungere a colpi di stato. Nel
lo stesso tempo faceva la sua ricomparsa lo squadrismo, nel tentativo di demoralizzare e impaurire le masse popolari, con la violenza nelle scuole e sulle piazze.
La morte di Michelini pose fine ai dissidi interni del partito neofascista. Con la conseguente ascesa di Almirante a capo indiscusso del M.S.L, venne data via libera a quella politica di terrore e di provocazioni che, a partire dalla strage milanese di piazza Fontana (12.12. 1969), avrebbe insanguinato l’intera Italia.
Michi, Massimo
N. a Massa ii 27.4.1898; operaio. Membro dell’organizzazione comunista clandestina, fu confinato per 5 anni a Ustica e nel 1940 condannato dal Tribunale speciale a 6 anni di reclusione. Fu detenuto a Civitavecchia.
Dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza toscana, membro del C.L.N. di Massa.
Miglioli, Guido
N. a Casalsigone (Cremona) il 18. 5.187[...]