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Il segmento testuale Fabbrichesi è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Paolo Bosisio, La rappresentazione dell'«Ajace» e la tecnica teatrale foscoliana in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]co per nuove esperienze di democrazia culturale piuttosto che un concreto interessamento per l'evento teatrale: ciò sembra dimostrato anche dal fatto che, negli anni 1798' 1809 il Foscolo si allontana dal teatro per dedicarsi tutto alla poesia. Diversamente significativa ci sembra l'attività di revisione delle traduzioni svolta dal Foscolo su incarico governativo a favore della Compagnia dei Commedianti ordinari di S.M.I.R., diretta da Salvatore Fabbrichesi 4. La commissione costituita dal ministro degli interni conte Vaccari nel 1809 con l'incarico di rivedere e purgare sotto il profilo letterario e artistico il repertorio della Compagnia Reale e formata dal Monti, dal Lamberti e dal Vecchi, aveva avvertito in una relazione del dicembre 1810 che
rispetto alle produzioni drammatiche straniere non è da tacersi un intrinseco vizio che di buone può farle cattive. Questo si è la inelegante loro versione nel nostro idioma e spesso ancora la bizzarra loro mutilazione onde adattarle al gusto Italiano. A questo disordine che pur è di somma importanza, [...]

[...]acersi un intrinseco vizio che di buone può farle cattive. Questo si è la inelegante loro versione nel nostro idioma e spesso ancora la bizzarra loro mutilazione onde adattarle al gusto Italiano. A questo disordine che pur è di somma importanza, non pare che si possa portare riparazione se tutte queste capricciose e scorrette traduzioni non si richiamano sotto la disciplina di persone colte e ben istruite della lingua italiana... 5.
4 Salvatore Fabbrichesi (nato a Venezia nel 1760 e morto a Verona) fu caratterista mediocre, ma abile e affermato capocomico. Diresse le sue compagnie con criteri molto moderni e lavorò con gli attori piú celebri dell'epoca sua. Con la presentazione di ambiziosi e intelligenti progetti, che furono bene accetti all'autorità, ebbe la fortuna di essere nominato direttore della Compagnia dei Commedianti ordinari di s.M.I.R., istituita con decreto vicereale il 12 agosto 1807 e sovvenzionata dallo stato. La compagnia allestí fra l'altro l'Ajace a Milano e la Ricciarda a Bologna. Un ricchissimo carteggio relativo ai Commed[...]

[...] attori piú celebri dell'epoca sua. Con la presentazione di ambiziosi e intelligenti progetti, che furono bene accetti all'autorità, ebbe la fortuna di essere nominato direttore della Compagnia dei Commedianti ordinari di s.M.I.R., istituita con decreto vicereale il 12 agosto 1807 e sovvenzionata dallo stato. La compagnia allestí fra l'altro l'Ajace a Milano e la Ricciarda a Bologna. Un ricchissimo carteggio relativo ai Commedianti ordinari e al Fabbrichesi è conservato presso l'Archivio di Stato in Milano (« Spettacoli pubblici Parte moderna », cartella n. 18). Una parziale, ma accurata ricognizione del materiale è stata svolta da A. MANZI, Foscolo, la censura teatrale e il governo italico, in « Rivista d'Italia », xv, 1912, vol. I, fasc. 45, pp. 629, 639, 656, 810, 821, 822.
5 Il documento citato è conservato presso l'Archivio di Stato in Milano (« Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18), insieme al carteggio relativo all'incarico di revisore delle traduzioni affidato al Foscolo. Sull'argomento si veda l'attenta ricognizione de[...]

[...]le della pubblica istruzione Scopoli, si giunge alla proposta avanzata da quest'ultimo in una lettera del 28 agosto 1811 con la candidatura del Foscolo, giudicato la « persona piú idonea per il lavoro di revisione delle traduzioni dei testi teatrali ». Del 31 agosto 1811 è la nomina ufficiale che lo Scopoli comunica al Foscolo il 3 settembre: l'accettazione dell'incarico da parte dell'interessato è datata 6 settembre e il 25 dello stesso mese il Fabbrichesi trasmette i primi tre manoscritti al Foscolo, il quale inizia cosí un lavoro che proseguirà, pur con entusiasmo e assiduità incostanti, fino al 1814 6.
Se da un lato non è dubbio che la scelta sia caduta sul Foscolo per i suoi meriti letterari e linguistici piú che strettamente teatrali e per compensarlo della perdita della cattedra universitaria; se è ben certo che egli sia stato convinto ad accettare l'incarico dallo stipendio anziché dalla passione, si deve tuttavia convenire che la preferenza accordatagli trova un'ulteriore motivazione nell'esperienza notevole e particolare che il Foscol[...]

[...]tura scenica, di verificare personalmente alla prova del palcoscenico l'efficacia di un dettato che non è e non può essere meramente poetico. Già nel 1797 il Foscolo collaborò alla regia del suo Tieste, ma di ciò non rimane che qualche vaga traccia. Il contatto con un'esperienza di teatro militante (seppure dilettantistico) come quella del Patriottico milanese e la verifica dell'allestimento veneziano del Tieste, diretto con ogni probabilità dal Fabbrichesi, esperto quanto incolto mestierante, dovettero convincere il Foscolo ad impugnare per intero la responsabilità dello spettacolo. Non mancano le prove di ciò sia per 1'Ajace sia per la Ricciarda: le integreremo a scapito della coerenza cronologica, per disporre in modo piú organico le argomentazioni da cui si possa rilevare in che misura e in quali fasi del lavoro il Foscolo sia intervenuto. La corretta impostazione di un allestimento dipende in buona parte dalla distribuzione. Il Foscolo mostra di saperlo, scrivendo al capocomico Fabbrichesi a proposito della Ricciarda:
badate, se la donna z[...]

[...]intero la responsabilità dello spettacolo. Non mancano le prove di ciò sia per 1'Ajace sia per la Ricciarda: le integreremo a scapito della coerenza cronologica, per disporre in modo piú organico le argomentazioni da cui si possa rilevare in che misura e in quali fasi del lavoro il Foscolo sia intervenuto. La corretta impostazione di un allestimento dipende in buona parte dalla distribuzione. Il Foscolo mostra di saperlo, scrivendo al capocomico Fabbrichesi a proposito della Ricciarda:
badate, se la donna zoppica la tragedia stramazza; Tessari non altri, Tessari solo deve far la parte del Tiranno: non altri, che Tessari. Mi piacerebbe che Prepiani facesse l'Averardo, parte eroica, affettuosa, e paterna: Bettini 9 farebbe
9 Quanto alla « donna », purtroppo zoppicò (fu prescelta Lucrezia Bettini, moglie di Antonio, seconda attrice della Compagnia Reale e il Foscolo scrisse di suo pugno sul copione: « Dio l'assista ») e forse anche (ma non solo) per questo la tragedia non ebbe lo sperato successo. Alberto Tessari (nato a Verona il 21 giugno 1780 [...]

[...], avendo compiuto studi regolari. Dopo un normale periodo di apprendistato entrò come « tiranno » nella Compagnia Reale (la sua scrittura è conservata presso l'Archivio di Stato in Milano: « Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18). Sposò nel 1812 Caterina Cavalletti (che prese il posto di prima attrice sostituendo la Fiorilli Pellandi e fu Ricciarda nelle rappresentazioni bolognesi) e rimase fino al 1824 nella compagnia diretta dal Fabbrichesi, trasferitasi al Teatro dei Fiorentini in Napoli. Alternò il lavoro di attore a quello di capocomico di compagnie
144 PAOLO BOSISIO
egregiamente da Guido che ha dell'ardito e del pertinace: quanto a Corrado, è parte importante piú che non si crede, perché la prima scena in cui sta la facciata dell'edificio dipende molto da lui... Ma badate; se la donna zoppica la tragedia stramazza... (Epistolario, vol. iv, pp. 280281).
La lettera dimostra una sicura ingerenza del Foscolo nella direzione della compagnia e conferma in lui quella conoscenza degli attori e quella competenza tecnica che lo aut[...]

[...]ado, è parte importante piú che non si crede, perché la prima scena in cui sta la facciata dell'edificio dipende molto da lui... Ma badate; se la donna zoppica la tragedia stramazza... (Epistolario, vol. iv, pp. 280281).
La lettera dimostra una sicura ingerenza del Foscolo nella direzione della compagnia e conferma in lui quella conoscenza degli attori e quella competenza tecnica che lo autorizzarono a sovvertire la distribuzione ipotizzata dal Fabbrichesi. Questi, infatti, aveva pensato in un primo momento di affidare la parte di Guelfo al Boccomini 10 e, poi, a G. B. Prepiani: l'uno
e l'altro erano specializzati nel sostenere la parte del « padre nobile » ed erano dunque piú adatti a ricoprire il ruolo di Averardo (che a Prepiani, infatti, fu affidato dal Foscolo). La parte di Guelfo, che nelle intenzioni dell'autore doveva essere prima tiranno che genitore, fu perciò opportunamente assegnata al Tessari che di tale carattere era uno dei migliori specialisti italiani. Per Guido il Foscolo volle un interprete di notevole esperienza
e scelse i[...]

[...]ricoprire il ruolo di Averardo (che a Prepiani, infatti, fu affidato dal Foscolo). La parte di Guelfo, che nelle intenzioni dell'autore doveva essere prima tiranno che genitore, fu perciò opportunamente assegnata al Tessari che di tale carattere era uno dei migliori specialisti italiani. Per Guido il Foscolo volle un interprete di notevole esperienza
e scelse il Bettini invece del Lombardi 11, attore pur valente, ma ancora immaturo proposto dal Fabbrichesi. La preferenza accordata dal Foscolo al Tessari sul Prepiani, e al Bettini sul Lombardi trova, inoltre, un'altra importante motivazione: gli attori prescelti dall'autore come protagonisti, infatti, erano noti soprattutto per la loro capacità di penetrazione ed immedesimazione psicologica nel personaggio. Scrive il Righetti nel suo Teatro italiano:
Ho conosciuto pochi attori, che piú del signor Tessari studiassero di penetrare nel carattere del personaggio che dovevano rappresentare. Uomo colto com'egli è, sapeva benissimo che un attore assennato non deve nella pittura d'un personag
primarie[...]

[...]imarie fino a che non si ritirò dalle scene per amministrare il patrimonio del fratello defunto. Di corporatura imponente e dotato di una voce aspra e assai robusta, eccelleva nelle parti di « tiranno », pur riuscendo ottimamente anche in quelle di « padre nobile ». G. B. Prepiani (nato a Venezia e morto nel 1851) fu valente attore tragico, intelligente e colto interprete, versato soprattutto nelle parti di « padre nobile », in cui — a detta del Fabbrichesi — eguagliava il famosissimo Blanes. Antonio Bettini (nato a Verona nel 1789 e morto a Venezia nel 1822), figlio d'arte, entrò nel 1807 nella Compagnia Reale come « primo amoroso ». Assai stimato dal Fabbrichesi
e dai compagni di lavoro, fu applauditissimo: di salute assai cagionevole, non poté mettere completamente a frutto le sue straordinarie doti naturali.
10 Giovanni Boccomini (nato a Roma nel 1770 circa e morto a Trieste nel 1836), fu primo attore e « padre nobile » in molte compagnie primarie fra cui la Reale Sarda, in cui lavorò dal 1821 al 1823 e dal 1825 al 1829. Fu per brevi periodi anche nella compagnia diretta dal Fabbrichesi.
11 Francesco Lombardi (nato a Bergamo nel 1792 e morto nel 1846), figlio d'arte, lavorò in diverse compagnie e fu con il Fabbrichesi a Napoli, in sostituzione del Bettini. Lasciò le scene per amore della principessa Maria Malvezzi Hercolani che sposò nel 1829. Fu ucciso da un cuoco che lo accoltellò, esasperato dal suo carattere iroso e violento.
LA RAPPRESENTAZIONE DELL'« AJACE » E LA TECNICA TEATRALE FOSCOLIANA 145
gio, principalmente storico, abbandonarsi al caso... Io amo piú un attore che abbia sbagliato il carattere d'un personaggio per averlo male interpretato, che quegli che lo abbia indovinato per caso e senza riflessione... (la citazione è di A. Manzi, art. cit., p. 651).
La recitazione degli attori prescelti [...]

[...]componimento nuovo per lui, se non dopo quindici giorni almeno di tempo dacché ne avrà ricevuto l'incarico... Le prove si faranno da qualunque Attore, nessuno eccettuato, a memoria compiutamente... » (Archivio di Stato in Milano, « Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18).
13 Si veda in proposito ciò che scrivono il FLORI, op. cit., pp. 143, 144 e la SCOPEL, op. cit., p. 51.
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PAOLO BOSISIO
scrive: « ... della prima attrice di Fabbrichesi non ho grande concetto; non potrei, diriggendola, darle quel che non ha; ma le torrei, non foss'altro, molti difetti, e le metterei in capo ciò che forse reciterebbe senza intendere; perché quanto al sentire, gl'insegnamenti non ne possono, e si resta sempiternamente tal quali » (Epistolario, vol. iv, p. 277).
Non sappiamo a quali esiti approdasse lo strenuo impegno del giovane regista: non troppo lusinghieri a detta di critici sia pur malevoli 14, e a detta dello stesso Foscolo che, dopo aver dovuto rimpiazzare il Bettini colpito da una pleurite e il suo sostituto, ammalato anch'egli 15, co[...]

[...]olo scrive a Giuseppe Grassi: l'attore « che per disperazione s'assunse la parte è piú infermo degli altri: è vero che costui et mangia, et beve, et dorme, et veste panni, e fa cose da sano altre parecchie, ma alla stretta de' conti, è infermissimo, perché ha il cervello fatto naturalmente di fibra cornea... » (Epistolario, vol. iv, p. 346).
16 Quanto alla scenografia, ciò che affermiamo trova conferma anche nei numerosi progetti sottoposti dal Fabbrichesi alle autorità competenti per ottenere le necessarie sovvenzioni alla sua compagnia. Per quanto concerne i costumi, si veda, a titolo d'esempio, il contratto di scrittura di Nicola Pertica e della figlia (Ferrara, 24 agosto 1807), in cui si legge, fra l'altro: « ... Si vestiranno ambedue del proprio sempre in carattere, e somma decenza, e dove non la conoscessero saranno tenuti consultare il capocomico... » (i documenti su cui ci basiamo sono conservati presso l'Archivio di Stato in Milano, « Spettacoli Pubblici Parte Moderna », cartella n. 18).
17 Cfr. E. FLORI, op. cit., p. 144 e S. SCOPEL[...]

[...] uno dei maestri della nuova scuola scenografica scaligera. Lavorò regolarmente alla Scala dal 1792 al 1817, dedicandosi in seguito tutto all'insegnamento.
150 PAOLO BOSISIO
Reale, fortemente modificata nell'organico rispetto all'allestimento del Tieste. Paolo Belli Blanes fu Ajace e il Prepiani fu Agamennone; la celebre Fiorilli Pellandi 28 diede vita al personaggio di Tecmessa, il Tessari fu Ulisse, il Bettini un Calcante un po' giovane e il Fabbrichesi tenne per sé la particina di Teucro. Attori di prim'ordine, dunque, anche se non tutti perfettamente « in parte ». Nonostante le ottime premesse, tuttavia, il successo fu tiepido, come si deduce dalle cronache piú obiettive della serata: gli applausi, abbastanza calorosi per i primi tre atti, divennero sempre piú radi nella seconda parte della tragedia per mescolarsi ai fischi o disperdersi in un silenzio eloquente alla fine dello spettacolo 29. Lo scarso entusiasmo del pubblico è una spia importante che non deve essere sottovalutata: sarà dunque utile ricercarne le cause nella tragedia.
Dal[...]

[...]tile ricercarne le cause nella tragedia.
Dal punto di vista dell'intreccio, l'Ajace è teatralmente poco efficace: quella linearità che nell'Alfieri è nitida parabola dall'antefatto alla catastrofe, rigorosamente consequenziale e aliena da ogni diversione 30, non possiede
28 Paolo Belli, in arte Pellegrino Blanes (nato a Firenze intorno al 1770 e ivi morto il 15 ottobre 1823) fu per vent'anni il piú applaudito attore tragico italiano. Fu con il Fabbrichesi dal 1807 al 1812, quando fece compagnia con la Pellandi, Luigi Vestri e Carolina Internare. Ebbe successi grandissimi in tutta Italia e, dopo aver lasciato le scene nel 1817, volle tornarvi due anni dopo. L'Alfieri lo amò e lo stimò assai, prediligendolo come interprete delle sue tragedie. Come risulta dall'incisione di F. Nenci, conservata nella Raccolta Bertarelli di Milano, il volto del Blanes somigliava molto a quello del Foscolo. Anna Fiorilli Pellandi (nata a Venezia il 26 dicembre 1772 e morta a Verona nel 1840), figlia d'arte, fu la piú grande attrice dei tempi suoi. Dopo rapida e bri[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Fabbrichesi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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