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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 741

Brano: Curino

L’adesione al marxismo

Superato un breve periodo durante

il quale fece parte di un gruppo di seguaci di teorie teosofiche, si legò a un gruppo di giovani che periodicamente si riunivano in un seminario di studi per discutere soprattutto intorno alle opere di Croce e di Gentile. Curiel volle risalire ai fondatori del moderno pensiero idealistico e studiò particolarmente Fichte e Hegel. Non esitò a rifiutare la comoda sistemazione che offriva sul piano morale la « religione della libertà » del Croce; ma rifiutò al tempo stesso, e in ciò risiede uno degli aspetti tipici della sua formazione, la strada che conduceva a gettarsi a capofitto nell’attività pratica, nel[...]

[...]tò a rifiutare la comoda sistemazione che offriva sul piano morale la « religione della libertà » del Croce; ma rifiutò al tempo stesso, e in ciò risiede uno degli aspetti tipici della sua formazione, la strada che conduceva a gettarsi a capofitto nell’attività pratica, nella lotta clandestina contro il regime, accantonando le ragioni della cultura quasi con la speranza di bruciare nel fuoco dell'azione ogni dubbio ideologico. In questo momento decisivo del travaglio ideale di Curiel si inserì l’opera di un comunista, Atto Braun, un intellettuale triestino, già suo compagno d’infanzia, con il quale Curiel si era legato a Padova di rinnovata amicizia. Giorno e notte essi discussero a lungo sulla situazione politica ed economica del paese e sulle opere marxiste che Braun faceva leggere aH’amico. L’adesione di Curiel alle premesse fondamentali dell’ideologia marxista non avvenne senza un processo critico. L’accettazione delle tesi marxiste comportò per Curiel la decisione di porre le sue energie intellettuali e morali al servizio della lotta antifascista. Con un gruppo di giovani intellettuali antifascisti, Braun e Curiel, assieme al triestino Guido Goldschmid e a Renato Mieli, si proposero di orientare gli studenti verso il mondo del lavoro e verso il contatto con la classe operaia; e al tempo stesso di penetrare tra gli operai per cercare di formare, tra loro, gruppi che operassero nel campo sindacale utilizzando le poche possibilità di movimento consentite, per quanto limitate fossero, così da suscitare tra la classe operaia la coscienza della possibi[...]

[...]o con la classe operaia; e al tempo stesso di penetrare tra gli operai per cercare di formare, tra loro, gruppi che operassero nel campo sindacale utilizzando le poche possibilità di movimento consentite, per quanto limitate fossero, così da suscitare tra la classe operaia la coscienza della possibilità di modificare la situazione a proprio vantaggio e di colpire il regime attraverso le sue stesse organizzazioni (v. Attività legale).

Nel 1937 E.C. riuscì ad assumere la responsabilità della pagina sindacale de II Bò, il giornale universitario di Padova. Già alla fine del 1936 era andato^ a Parigi e aveva preso contatto col centro estero del Partito comunista italiano, al quale aveva sottoposto i progetti suoi e dei suoi amici. Si diede poi a ricercare con

Eugenio Curiel

tatti anche fuori di Padova e, come allora solevano fare i diversi gruppi antifascisti (v. Antifascismo giovanile e studentesco), pensò di utilizzale le occasioni fornite dai Littoriali; nel 1938 si recò a Palermo, ove si tennero per quell’anno i dibattiti. Nel 193[...]

[...]iversitario di Padova. Già alla fine del 1936 era andato^ a Parigi e aveva preso contatto col centro estero del Partito comunista italiano, al quale aveva sottoposto i progetti suoi e dei suoi amici. Si diede poi a ricercare con

Eugenio Curiel

tatti anche fuori di Padova e, come allora solevano fare i diversi gruppi antifascisti (v. Antifascismo giovanile e studentesco), pensò di utilizzale le occasioni fornite dai Littoriali; nel 1938 si recò a Palermo, ove si tennero per quell’anno i dibattiti. Nel 1938 venne anche colpito dalle leggi razziali e fu esonerato dall'insegnamento. Visse per qualche tempo a Milano, dove ebbe contatti col Centro interno socialista e con vari gruppi antifascisti.

Il 23.6.1939 fu arrestato dagli agenti dell’Ovra. Dopo essere stato detenuto per qualche mese nel carcere di San Vittore di Milano, fu condannato a 5 anni di confino e, ai primi di gennaio del 1940, fu trasferito nell’isola di Ventotene. Qui erano concentrati i condannati dal Tribunale speciale che avevano scontato la pena. Vi giunsero poi [...]

[...]razziali e fu esonerato dall'insegnamento. Visse per qualche tempo a Milano, dove ebbe contatti col Centro interno socialista e con vari gruppi antifascisti.

Il 23.6.1939 fu arrestato dagli agenti dell’Ovra. Dopo essere stato detenuto per qualche mese nel carcere di San Vittore di Milano, fu condannato a 5 anni di confino e, ai primi di gennaio del 1940, fu trasferito nell’isola di Ventotene. Qui erano concentrati i condannati dal Tribunale speciale che avevano scontato la pena. Vi giunsero poi i garibaldini di Spagna reduci dai campi di concentramento in territorio francese. « L’isola di confino era stata trasformata dai comunisti in università proletaria: teoria, esperienze politiche e conoscenze culturali venivano elaborate e trasmesse. Si forgiavano quei quadri che qualche anno più tardi saranno gli organizzatori e i dirigenti della Resistenza e dell’insurrezione naziona f le ». Gli scritti di Curiel degli anni del confino sono appunti di lezioni da lui tenute in questa vera e propria « università proletaria ».

Nella Resistenz[...]

[...]sciò Ventotene a bordo di una motonave con

l’ultimo scaglione di ex confinati che il governo Badoglio, dopo molte esitazioni, aveva Tiberato cedendo alla pressione dei gruppi antifascisti e delle masse popolari. Prima di raggiungere Milano, ove si andava organizzando il centro direttivo del suo partito, Curiel cercò di riprendere contatto con i suoi antichi collaboratori nel Veneto. Fu a Venezia e a Padova; diede ai suoi amici le indicazioni necessarie per l’inizio della lotta armata contro i nazifascisti e si recò infine a Milano. Per un certo periodo fu direttore, di fatto, de l’Unità clandestina e della rivista del partito La nostra lotta, e incaricato dei contatti con diversi gruppi di intellettuali antifascisti. Promosse la costituzione del « Fronte della gioventù per l’indipendenza nazionale e per la libertà » e ne fu il dirigente riconosciuto; partecipò alla direzione del Partito comunista fin quando, poche settimane prima dell’insurrezione liberatrice del 25 aprile, fu stroncato dal piombo fascista.

E.Mo.

Il 24.2.1945, mentre Curiel si avvia verso

il piazzale Baracca, una squadra fascista lo raggiunge, il delatore grida: « È lui! ». Curiel si lancia di corsa, distanzia i militi repubblichini; una scarica di mitra lo abbatte. Si rialza, corre avanti ancora, cerca di rifugiarsi, già gravemente ferito, in un portone. I suoi assassini gli sono, sopra, con una nuova Scarica lo inchiodano a terra. Ancora sulle soglie della maturità, a[...]

[...]avvia verso

il piazzale Baracca, una squadra fascista lo raggiunge, il delatore grida: « È lui! ». Curiel si lancia di corsa, distanzia i militi repubblichini; una scarica di mitra lo abbatte. Si rialza, corre avanti ancora, cerca di rifugiarsi, già gravemente ferito, in un portone. I suoi assassini gli sono, sopra, con una nuova Scarica lo inchiodano a terra. Ancora sulle soglie della maturità, a trentatre anni, Eugenio Curiel, patriota del secondo Risorgimento, aveva dato la vita per l’Italia.

Sul sangue da lui sparso, una vecchia fiorista, presente all’assassinio, getta una manciata di garofani: il primo omaggio popolare a uno dei più puri eroi della Resistenza. Alla sua memoria il 24.4.1946 è stata assegnata la medaglia d'oro al valor militare la cui motivazione lo indica quale « Capo ideale e glorioso esempio a tutta la gioventù italiana ».

Curino

Comune di circa 1.000 abitanti in provincia di Vercelli, tra la Valsessera e la zona di Masserano. Steso su una vasta zona collinare, particolarmente ricca di boschi e forre, quindi assai favorevole alla guerra partigiana, fu teatro d’azione di vari distaccamenti[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 588

Brano: Colombi, Arturo

nemico, Roma, 1951) e di saggi sulla storia del movimento operaio.

Colombino, Emilio

N. a Torino nel 1886, m. a Roma l’8.11.1933; operaio metallurgico. Militante della corrente riformista del Partito socialista e organizzatore sindacale, fu con Bruno Buozzi (v.) uno dei segretari nazionali della Federazione italiana operai metallurgici (F.I.O.M.). Nel luglio 1920, con D’Aragona, Nofri e altri fece parte della delegazione socialista italiana recatasi a Mosca per partecipare al II Congresso dell’Internazionale Comunista.

Nel maggio 1921 presentò a Giolitti una proposta riguardante la cessione a un « Consorzio operaio metallurgico » di 5 stabilimenti (gli arsenali di Napoli e Venezia, le fabbriche d’armi di Genova, Gardone e Terni) appartenenti allo Stato. La proposta fu positivamente valutata nell’intento di spingere i dirigenti della Confederazione generale del lavoro a collaborare col governo, ma non ebbe poi seguito per lo svilupparsi dell’offensiva fascista. Dopo le leggi eccezionali (1926)

E.C. fu tra i firmatari della dichiarazione programmatica [...]

[...]1 presentò a Giolitti una proposta riguardante la cessione a un « Consorzio operaio metallurgico » di 5 stabilimenti (gli arsenali di Napoli e Venezia, le fabbriche d’armi di Genova, Gardone e Terni) appartenenti allo Stato. La proposta fu positivamente valutata nell’intento di spingere i dirigenti della Confederazione generale del lavoro a collaborare col governo, ma non ebbe poi seguito per lo svilupparsi dell’offensiva fascista. Dopo le leggi eccezionali (1926)

E.C. fu tra i firmatari della dichiarazione programmatica dell’Associazione Nazionale Studio (v.) e collaborò alla rivista « 1 problemi del lavoro ».

Scrisse tra l'altro:7 Tre mesi nella Russia dei Soviet, 1920; e La tragedia rivoluzionaria in Europa, 1921.

Colombo, Cesare

N. a Torino il 18.12.1911; pubblicista. Antifascista attivo, arrestato per la prima volta a Torino nel giugno 1930 per attività contro il regime e rilasciato dopo 6 mesi di carcere, riprese il suo posto di lotta finché venne nuovamente arrestato nel marzo 1934 (insieme con gruppi di giellisti, comunisti e altri antifasc[...]

[...]ascista attivo, arrestato per la prima volta a Torino nel giugno 1930 per attività contro il regime e rilasciato dopo 6 mesi di carcere, riprese il suo posto di lotta finché venne nuovamente arrestato nel marzo 1934 (insieme con gruppi di giellisti, comunisti e altri antifascisti torinesi) e assegnato per 2 anni al confino di Ponza. Iscrittosi al Partito comunista, durante la permanenza nell’isola dovette scontare 10 mesi di carcere per aver partecipato a una manifestazione di protesta messa in atto dai confinati nel marzo 1935. Al termine della pena riuscì a espatriare clandestinamente e accorse volontario in Spagna, dove divenne redattore di « Radio Libertà ». Rientrato in Francia dopo la caduta della Catalogna, fu internato al campo di concentramento di Vernet d’Ariège. Durante l’occupazione tedesca fu tradotto in Italia e confinato a Ventotene.

Liberato nell’agosto 1943, prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza nel Lazio, come ispettore delle Brigate d’assalto Garibaldi.

Colombo, Famiglia

Famiglia [...]

[...]rte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza nel Lazio, come ispettore delle Brigate d’assalto Garibaldi.

Colombo, Famiglia

Famiglia spezzina di valorosi combattenti antifascisti.

Domenico Colombo, n. il 4.10.1904 a Vezzano Ligure (La Spezia), m. a Montalbano (La Spezia) il 24.4.1945. Militante nel Partito comunista dalla fondazione, fu arrestato nel 1931, nel 1937 e nel 1943. Condannato dal Tribunale militare a 5 anni di reclusione nell’agosto 1943, uscì dal carcere nel marzo 1944. Volontario combattente nella 3a Brigata S.A.P., cadde nei giorni della Liberazione, nel tentativo di catturare un gruppo di sabotatori tedeschi ai quali aveva impedito di far saltare la strada ParmaLa Spezia, in località Buonviaggio. La moglie, Anita Bertalà, n. a La Spezia nel 1900, fu sempre al suo fianco nella lotta antifascista e staffetta partigiana durante la Guerra di liberazione. Sauro Colombo, figlio di Domenico, n. a Vezzano Ligure il 14.9.1924 e m. a Mauthausen il 26.3.1945, svolse intensa attività antifascista clandestina n[...]

[...]uppo di sabotatori tedeschi ai quali aveva impedito di far saltare la strada ParmaLa Spezia, in località Buonviaggio. La moglie, Anita Bertalà, n. a La Spezia nel 1900, fu sempre al suo fianco nella lotta antifascista e staffetta partigiana durante la Guerra di liberazione. Sauro Colombo, figlio di Domenico, n. a Vezzano Ligure il 14.9.1924 e m. a Mauthausen il 26.3.1945, svolse intensa attività antifascista clandestina nelle Officine Industrie Meccaniche. Sin dall’8.9.1943 partecipò alla Resistenza, combattendo nella Brigata Garibaldi « M. Vanni ». Catturato il 16.9.1944 al rientro da una missione svolta per incarico del C.L.N. provinciale, fu dapprima torturato dalla famigerata banda Gallo nella caserma del 21° Fanteria a La Spezia, poi tradotto alla Casa dello studente a Genova. Deportato in Germania, si spegnerà nel campo di Gusen II (Mauthausen).

Diva Colombo, figlia di Domenico, n. a Vezzano Ligure nel 1922; operaia, attiva antifascista dal 1943, prese parte alla Resistenza svolgendo intensa opera di propaganda e di organizzazione negli stabilimenti Termomecca[...]

[...].L.N. provinciale, fu dapprima torturato dalla famigerata banda Gallo nella caserma del 21° Fanteria a La Spezia, poi tradotto alla Casa dello studente a Genova. Deportato in Germania, si spegnerà nel campo di Gusen II (Mauthausen).

Diva Colombo, figlia di Domenico, n. a Vezzano Ligure nel 1922; operaia, attiva antifascista dal 1943, prese parte alla Resistenza svolgendo intensa opera di propaganda e di organizzazione negli stabilimenti Termomeccanica e O.T.O..

Franco Colombo, figlio di Domenico, n. a Vezzano Ligure il 9.12.1925; operaio, attivo antifascista fin dal 1940, prese parte alla Guerra di liberazione come partigiano combattente della Brigata Garibaldi « M. Vanni ». Rimase ferito durante un rastrellamento svoltosi fra il 20 e il 29.1.1945.

Colombo, Pietro

N. il 23.7.1898 a Valle San Nicolao nel Biellese (Vercelli), caduto a Parigi il 28.8.1944. Dopo aver militato nella Gioventù socialista aderì al

Partito comunista. Espatriato clandestinamente in Francia per sottrarsi alle persecuzioni fasciste, lavorò a Reims co[...]

[...]ista fin dal 1940, prese parte alla Guerra di liberazione come partigiano combattente della Brigata Garibaldi « M. Vanni ». Rimase ferito durante un rastrellamento svoltosi fra il 20 e il 29.1.1945.

Colombo, Pietro

N. il 23.7.1898 a Valle San Nicolao nel Biellese (Vercelli), caduto a Parigi il 28.8.1944. Dopo aver militato nella Gioventù socialista aderì al

Partito comunista. Espatriato clandestinamente in Francia per sottrarsi alle persecuzioni fasciste, lavorò a Reims come operaio. Allo scoppio della seconda guerra mondiale si arruolò volontario nell’esercito francese; dopo la disfatta e l’armistizio concluso da Pétain, partecipò alla Resistenza francese.

Nel settembre 1941 fu arrestato, ma non essendovi alcuna prova a suo carico venne rimesso in libertà tre mesi dopo. Cadde combattendo nell'insurrezione di Parigi il 28 agosto 1944.

Colonia, IV Congresso di

Il IV Congresso del Partito comunista italiano si tenne nella prima decade dell’aprile 1931 in Germania, in una foresta tra Dusseldorf e Colonia, nella casaalbergo « Amici della natura». Vi parteciparono 56 delegati, di cui una trentina provenienti da ogni regione d’Italia (usciti e poi rientrati clandestinamente in patria con passaporti falsi) e gli altri dall’emigrazione francese, belga, lussemburghese e svizzera. Dei dirigenti erano presenti Pai miro Togliatti, Luigi Longo, Giorgio Amendola, Luigi Amadesi, Domenico Ciufoli, Giuseppe Di Vittorio, Giuseppe Dozza, Luigi Frausin, Egidio Gennari, Giovanni Germanetto, Vittorio Gigante, Ruggero Grieco, Emilio Gnudi, Mario Montagnana, Teresa Noce, Gian Carlo Paletta, Battista Santhià, G. Berretta, Menotti Clarenzo, E. Zanelli e altri. L’Int[...]

[...]o 56 delegati, di cui una trentina provenienti da ogni regione d’Italia (usciti e poi rientrati clandestinamente in patria con passaporti falsi) e gli altri dall’emigrazione francese, belga, lussemburghese e svizzera. Dei dirigenti erano presenti Pai miro Togliatti, Luigi Longo, Giorgio Amendola, Luigi Amadesi, Domenico Ciufoli, Giuseppe Di Vittorio, Giuseppe Dozza, Luigi Frausin, Egidio Gennari, Giovanni Germanetto, Vittorio Gigante, Ruggero Grieco, Emilio Gnudi, Mario Montagnana, Teresa Noce, Gian Carlo Paletta, Battista Santhià, G. Berretta, Menotti Clarenzo, E. Zanelli e altri. L’Internazionale comunista era rappresentata dal tedesco Heckert.

Contro l’opportunismo

il congresso, preparato politicamente e organizzativamente con un lavoro di mesi, svolto soprattutto dal Centro interno diretto da Pietro Secchia (che venne arrestato proprio mentre ne portava a termine la preparazione), si svolse sotto il segno della lotta contro l’opportunismo, considerato l’ostacolo principale al rafforzamento dell’azione diretta ad abbattere la dittatura fascista. L’assise comunista aveva luogo in un momento particolarmente grave, sia sul piano internazionale che su quello interno, e sottolineò la fondamentale funzione del partito e della sua lotta nella situazione esistente: « La crisi dell’economia italiana — era detto nei documenti — aggravata dalla crisi mondiale, può trasformarsi in una crisi politica rivo[...]

[...]prio mentre ne portava a termine la preparazione), si svolse sotto il segno della lotta contro l’opportunismo, considerato l’ostacolo principale al rafforzamento dell’azione diretta ad abbattere la dittatura fascista. L’assise comunista aveva luogo in un momento particolarmente grave, sia sul piano internazionale che su quello interno, e sottolineò la fondamentale funzione del partito e della sua lotta nella situazione esistente: « La crisi dell’economia italiana — era detto nei documenti — aggravata dalla crisi mondiale, può trasformarsi in una crisi politica rivoluzionaria, alla condizione che il partito riesca ad organizzare una larga mobilitazione



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 546

Brano: [...]attere fino a che si abbatteva sul greto del torrente Carrione. Catturato dal nemico e sottoposto a sevizie, nulla rivelava. Veniva liberato due giorni dopo, quasi morente, da una formazioni pairtigiana ». È grande invalidq/della Guerra di liberazione.

Ciarpagìini, Giovanni

N. a Magliano (Grosseto) il 23.2. 1899, m. ad Arezzo IT8.2.1953^ minatore.

Militante nella gioventù socialista, aderì al Partito comunista sin dalla fondazione e partecipò attivamente alle lotte sindacali della sua categoria. Attivo combattente contro le squadre fasciste, nel 1921, in seguito a un conflitto particolarmente aspro, fu arrestato e processato. Con l’avvento del fascismo al potere, perseguitato e impossibilitato a trovare lavoro, dovette emigrare in Francia.

Rientrato in patria nel 1926, dopo la proclamazione delle leggi eccezionali riprese l’attività politica nella clandestinità, come dirigente dei comunisti in Valdarno. Arrestato nel 1928,’fu inviato per lunghi anni al confino, prima a Ponza e poi a Ventotene.

All'indomani della caduta del fascismo fu designato segretario della Federazione comunista clandestina di Arezzo. Dopo f8,9.1943 prese parte alla Guerra di liberàzione; attivo organizzatore della Resistenza, rappresentò il Partito comunista nel C.L.N. aretino.

Nel dopoguerra mantenne l’incarico di segretario della Federazione comunista fino al 10.7.1947 quando, con decreto prefettizio, fu nominato [...]

[...]8,’fu inviato per lunghi anni al confino, prima a Ponza e poi a Ventotene.

All'indomani della caduta del fascismo fu designato segretario della Federazione comunista clandestina di Arezzo. Dopo f8,9.1943 prese parte alla Guerra di liberàzione; attivo organizzatore della Resistenza, rappresentò il Partito comunista nel C.L.N. aretino.

Nel dopoguerra mantenne l’incarico di segretario della Federazione comunista fino al 10.7.1947 quando, con decreto prefettizio, fu nominato presidente della Deputazione provinciale. Eletta consigliere pro

vinciale nella consultazione elettorale del 25.7.1951, venne riconfermato presidente della Giunta provinciale e tale carica mantenne fino alla morte.

Cibrario, Bruno

N. a Torino il 26.8.1923, ivi fucilato il 22.1.1944; disegnatore. Dopo i’8.

9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, partigiano combattente nelle file della 9a Brigata S.A.P.. Catturato il 16.1.1944 a Torino, venne fucilato una settimana dopo al Poligono del Martinetto, con il comandante partigiano Pedro Ferreira e altr[...]

[...]ribili giorni. Non hanno avuto la soddisfazione di vedere un attihio di debolezza da parte mia. Non mi sarei mai immaginato di scrivere la prima lettera ad una ragazza in queste condizioni. Perché tu sei la prima ragazza che abbia detto qualche cosa al mio cuore ».

Cicalini, Antonio

N. a Imola (Bologna) il 13.12.1902; insegnante elementare. Militante nella gioventù socialista dal 1917, membro del Partito comunista sin dalla fondazione, partecipò alle lotte agrarie della sua provincia e alla difesa della Camera del lavoro di Bologna dall’assalto dei fascisti.

Nel 1922, ferito in un conflitto con gli squadristi e condannato a un anno di carcere, espatriò clandestinamente. Raggiunta l’U.R.S.S., dal

1922 al 1925 frequentò l’università militare di Mosca. Rientrato in Italia, fu arrestato per diserzione e rinchiuso nel carcere militare di Pizzighettone. Deferito nel 1927 al Tribunale speciale, dopo 15 mesi di carcere ne uscì assolto. Riparò allora nuovamente all’estero ed entrò a far parte dell’apparato del Partito comunista.

T[...]

[...] alle lotte agrarie della sua provincia e alla difesa della Camera del lavoro di Bologna dall’assalto dei fascisti.

Nel 1922, ferito in un conflitto con gli squadristi e condannato a un anno di carcere, espatriò clandestinamente. Raggiunta l’U.R.S.S., dal

1922 al 1925 frequentò l’università militare di Mosca. Rientrato in Italia, fu arrestato per diserzione e rinchiuso nel carcere militare di Pizzighettone. Deferito nel 1927 al Tribunale speciale, dopo 15 mesi di carcere ne uscì assolto. Riparò allora nuovamente all’estero ed entrò a far parte dell’apparato del Partito comunista.

Tornato clandestinamente in Italia, a più riprese, per missioni di partito, nel 1931 fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale a 8 anni di reclusione. Dopo l’amnistia, detta del «decennale», fu confinato a Ponza e a Ventotene, dove divenne tra i più "attivi dirigenti delle scuole di partito e dove organizzò la fuga di alcuni confinati. Riacquistata la, libertà con la caduta del fascismo nell'agosto 1943, prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, come responsabile militare delle forma

zioni garibaldine e dei G.A.P. del Lazio.

Dopo la Liberazione è stato segre* tario della Federazione comunista romana e ha ricoperto importanti incarichi di partito.

Ciccotti, Ettore

Storico e uomo politico. N. a Potenza il 23.3.1863, m. a Roma il 20.5.1[...]

[...]lmente perduti per noi ».

Concluse dicendo che « lo Stato vale non in quanto annulla la personalità dell’individuo, che in conclusione è la vera realtà vivente ». « ... Quando non vi è più lo Stato, vi è la dominazione, l’arbitrio di un uomo, di una fazione, di una oligarchia, di una categoria che, al riparo del nome e dell’autorità dello Stato, soverchia gli altri e sfrutta per sè la . sua condizione di privilegio ».

L’opera di storico di E.C. fu tutta improntata ad un positivismo sociologico, tipico degli inizi del secolo. Tra i suoi principali lavori: La~Costituzione così detta di Licurgo, Napoli, 1896; La famiglia nel diritto antico, Torino, 1886; Il processo di Verre, Milano, 1895; La pace e la guerra nell'antica Atene,



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 480

Brano: Casi, Vandino

Dopo T8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, come ispettore della 77a Brigata S.A.P..

Casini, Giuseppe

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Chiavari (Genova) nel 1920, caduto a Pilastri di Fosdinovo (Massa Carrara) il 3.1.1945; operaio meccanico.

Dopo l’B.9.1943, da Mentone (Francia), dove si trovava con il suo reparto di fanteria, raggiunse le montagne della Garfagnana e prese parte alla Guerra di liberazione nelle file della Resistenza. Ebbe subito il comando di una pattuglia partigiana e, distintosi in numerose azioni, divenne comandante di una brigata della Divisione « Lunense ». Sorpreso da un reparto nazifascista mentre alla testa di una pattuglia rientrava da un’azione, accettò il combattimento pur trovandosi in condizioni di evidente inferiorità. Gravemente colpito alla gola, continuò a combattere sino a quando cadde[...]

[...]Sorpreso da un reparto nazifascista mentre alla testa di una pattuglia rientrava da un’azione, accettò il combattimento pur trovandosi in condizioni di evidente inferiorità. Gravemente colpito alla gola, continuò a combattere sino a quando cadde crivellato di colpi.

Casiraghi, Giulio

N. a Sesto San Giovanni (Milano) il 18.10.1899, fucilato a Milano il 10.8.1944; elettricista.

Aderì al Partito comunista nel 1921. Attivo antifascista, partecipò alla lotta clandestina in alcuni grandi stabilimenti (Acciaierie Lombarde, Affa Romeo, Marelli, Breda) e nelle caserme, tra i militari. Condannato dal Tribunale speciale a 4 anni di reclusione, scontata la pena e ripresa la lotta antifascista, fu nuovamente arrestato nel 1935. Nel marzo 1943 — tornato in libertà — fu tra gli organizzatori dei grandi scioperi a Milano.

Dopo i'8.9.1943 partecipò attivamente alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza; organizzò la raccolta di armi e viveri per le formazioni partigiane, provvide alla stampa e alla diffusione dei giornali clandestini. Arrestato il 12 luglio 1944, torturato dalle S.S. nelle carceri di Monza, venne trasferito nel carcere di San Vittore a Milano. Fu infine fucilato il 10.8.1944 (per rappresaglia contro un attentato gappista) in piazzale Loreto (v.)f con altri 14 patrioti: Agin Antonio Bravin, Renzo Del Riccio, Andrea Esposito, Domenico Fior ani, Umberto Foga nolo, Tullio Galimberti, Vittorio Gasparini, Emid[...]

[...]midio Mastrodomenico, Angelo Potetti, Salvatore Principato, Eraldo Soncini, Andrea

Ragni, Libero Temolo, Vitale Vertemati.

Sulla porta della .cella del carcere di Monza, prima che lo trasferissero a San Vittore, Casiraghi scrisse: « Il mio pensiero alla mia cara moglie e ai miei cari, il mio corpo alla mia fede ».

Casola Valsenio

Comune di circa 5.000 abitanti a 60 km da Ravenna, sulla via Emilia, dominato dai monti Battaglia (v.) e Cece, durante la Guerra di liberazione fu teatro degli aspri combattimenti che per oltre sette mesi si svolsero lungo il fronte del Senio (v.) e subì durissimi bombardamenti che gli valsero il nome di « Piccola Cassino ». Nel corso del conflitto il comune di Casola, con le sue frazioni, ebbe ben 537 case distrutte o gravemente danneggiate, 23 partigiani caduti* 6 civili fucilati per rappresaglia, 60 civili uccisi dai bombardamenti e altri 30 dalle mine. Nella stessa zona caddero inoltre gran numero di partigiani e di soldati italiani originari di altre località.

Tra i bombardamenti che apporta[...]

[...] del conflitto il comune di Casola, con le sue frazioni, ebbe ben 537 case distrutte o gravemente danneggiate, 23 partigiani caduti* 6 civili fucilati per rappresaglia, 60 civili uccisi dai bombardamenti e altri 30 dalle mine. Nella stessa zona caddero inoltre gran numero di partigiani e di soldati italiani originari di altre località.

Tra i bombardamenti che apportarono le maggiori distruzioni si ricordano quelli del settejnbre 1944. Tra gli eccidi, particolarmente efferato quello del 28.9.1944, allorché nei pressi della pineta di Casalmone, 4 contadini della casa colonica Bosco di San Ruffillo furono passati per le armi dai tedeschi dopo essere stati costretti a scavarsi la fossa con le loro mani.

Dopo la Liberazione, sul luogo deM'eccidio è stato eretto un cippo con l’epigrafe: « Vittime innocenti di belluino furore nazista, il 28 settembre 1944, furono qui trucidati Giovanni Cenni di 17 anni, Mario Pomi di anni 36, Gino Montefiori di anni 42, Attilio Tagliaferri di anni 43. I parenti e il popolo casolano per ricordarli nei tempo questa pietra posero ».

I partigiani di Casola caduti nella Guerra di liberazione (in combattimento, per rappresaglia o per altre cause) furono: Domenico Barzagli, di 22 anni; Giovanni La Carner, di 40; Domenico Neri, di 20; Vittorio Dardi, di 23; Alfredo Monti, di 19; Paolo Liverani, di 23; A[...]

[...]; Giulio Domenicali, di 24; Fiorenzo Giacometti, di 25.

Furono inoltre uccìsi per rappresaglia i civili: Pellegrino Tagliaferri, di anni 55; Vittorio Toschi, di 36; Pietro Bassani, di 71; Giovanna Cavina, di 67; Giuseppe Pedori, di 39.

Casolaro, Enrico

N. a Vercelli il 18.11.1908, m. il 12.3.1963; operaio. Militante nel Partito comunista, più volte arrestato, fu tra gli organizzatori degli scioperi del marzo 1943.

Dopo I'8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, militando nelle formazioni garibaldine della Valsessera, nel Biellese. Arrestato il

14.2.1944, tradotto a Vercelli, seviziato e deferito al Tribunale speciale, nel maggio 1944 tentò invano la fuga. Liberato dai partigiani in cambio di un ufficiale tedesco, il

20.9.1944 riprese il suo posto di combattimento, partecipando a numerose azioni e ricoprendo incarichi sempre più importanti.

Alla vigilia della Liberazione fu nominato vicecommissario politico della V Divisione Garibaldi. L’1 febbraio 1945, nella battaglia di Sala Biellese, in cui perse la vita il comandante di divisione Pietro Camana, E.C. rimase gravemente ferito. Dopo la Liberazione fu consigliere comunale di Vercelli (19461949) e segretario provinciale dell'Associazione nazionale partigiani d’Italia (19481963).

Casoli

Comune di circa 7.500 abitanti (2.800 nel capoluogo), alla sommità di un colle in provincia di Chieti. Posto sullo sbocco delle strade di comunicazione con la valle dell’Aventino, fu il naturale rifugio degli sfollati dei comuni della montagna che preferirono varcare le linee anziché restare nelle località occupate dai tedeschi.

Il 5.12.1943 una quindicina di uomini, guidato dall'avvocato Ettore Troilo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 506

Brano: Caverni, Dante

Caverni, Dante

N. a Firenze il 2.4.1920; tipografo. Comunista, nel 1942 fu condannato dal Tribunale speciale a 17 anni di reclusione per aver diffuso manifesti antifascisti e di condanna alla guerra.

Dopo 1*8.9.1943 ha partecipato alla Resistenza fiorentina, comandante di un distaccamento della Brigata d’assalto Garibaldi « Caiani ».

Cavestro, Giordano

Mirko. N. a Parma il 30.11.1925, fucilato dai fascisti a Bardi (Parma)

il 4.5.1944; studente.

Nel 1940, appena quindicenne, diede vita a un giornaletto clandestino antifascista. Comunista, dopo I’8 settembre 1943 fu uno dei primi organizzatori del Fronte della gioventù e delle formazioni partigiane nel Parmense. Nel febbraio 1944 partecipò alla costituzione del distaccamento « Griffith » della 12a Brigata Garibaldi.

Catturato a Montagnana il 7.4.1944 [...]

[...]tina, comandante di un distaccamento della Brigata d’assalto Garibaldi « Caiani ».

Cavestro, Giordano

Mirko. N. a Parma il 30.11.1925, fucilato dai fascisti a Bardi (Parma)

il 4.5.1944; studente.

Nel 1940, appena quindicenne, diede vita a un giornaletto clandestino antifascista. Comunista, dopo I’8 settembre 1943 fu uno dei primi organizzatori del Fronte della gioventù e delle formazioni partigiane nel Parmense. Nel febbraio 1944 partecipò alla costituzione del distaccamento « Griffith » della 12a Brigata Garibaldi.

Catturato a Montagnana il 7.4.1944 con quasi tutto il distaccamento, il 14 dello stesso mese fu processato dal Tribunale militare di Parma e, con altri 34 partigiani, condannato a morte. Graziato in seguito alle proteste della popolazione, fu trattenuto come ostaggio, per essere poi fucilato a titolo di rappresaglia con altri 4 patrioti: Raimondo Pelinghelli, Vito Salmi, Nello Venturini ed Erasmo Venusti.

Poche ore prima della fucilazione scrisse ai compagni: « Voi sapete il compito che vi tocca, lo muoio, [...]

[...] ma l’idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella. Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultiìrii giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile. Se vivrete tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care ».

Cavezzale, Pietro >

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Cuneo nel 1922, caduto a Lero (Grecia) il 16.11.1943. Arruolatosi in marina il 15.5.1942, fu inviato a Lero (v.) é assegnato all’impianto della centrale di una batteria. Trasferito in seguito alla 137a Batteria piazzata sul Monte Meraviglia, alla fine di settembre 1943, quando il presidio dell’isofa fu attaccato dagli aerei tedeschi, si batté coraggiosamente in quella dura battaglia che vide la contraerea italiana abbattere 100 Stukas. Fu ancora in prima linea quando, alla metà di novembre, i tedeschi sbarcarono nell’isola e si offrì vo

lontariamente di sostituire un servente ai pezzi ferito, sparando prima contro gli aerei [...]

[...]i pezzi ferito, sparando prima contro gli aerei e poi, con alzo a zero, sui raparti nemici avanzanti, gli ultimi colpi della batteria. Continuò la lotta con il fuoco di una mitragliera e balzò infine all’attacco con la baionetta, cadendo colpito nell’atto stesso in cui uccideva un ufficiale nemico.

Cavicchioni, Enrico

Lupo. N. il 5.1.1925 a Reggio Emilia, caduto a Bettola di Vezzano (Reggio Emilia) il 23.6.1944; studente. Dall’8.9.1943 partecipò alla Resistenza, distinguendosi per capacità e divenendo comandante di una formazione di sabotatori. Cadde in combattimento lungo la statale n. 63 nel giugno 1944. Alla sua memoria è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare.

Caviglia, Enrico

N. a Finalmarina (Savona) il 4 maggio 1862, ivi m. il 22.3.1945.

Dopo aver partecipato alle campagne d’Africa del 18881889 e del 19111912, nella prima guerra mondiale fu alla testa del XXIV Corpo d’armata che conquistò la Bainsizza (1917) e divenne comandante deirvill Armata nella battaglia di Vittorio Veneto (1918).

Senatore dal 1919, comandò le truppe attorno a Fiume occupata da D’Annunzio (1920). Nello stesso anno fu ministro della Guerra.

Una vecchia e irriducibile inimicizia

10 divise da Badoglio (v.). Nel 1926 fu nominato Maresciallo d’Italia e nel 1929 venne insignito del Collare del l'Annunziata. Si mantenne sempre su posizioni di distacco dal fascismo e fu dal regime messo definitivamente in disparte.

Negli anni che precedettero la seconda guerra mondiale, avvalendosi del suo prestigio, cercò più volte di convincere Vittorio Emanuele III a mantenere l’Italia fuori dal conflitto e, in seguito, a ritirarsene in tempo. Il 15.3.1943 presentò al monarca un memoriale, con una serie di proposte per distaccarsi dai tedeschi e sbarazzarsi del fascismo.

11 25.7.1943, quando la scelta del re per il nuovo capo del governo cadde su Badoglio, E.C. ne restò amareggiato e deluso.

L’8.9.1943, nel marasma seguito all’armistizio e alla fuga del re e delle alte cariche militari, sollecitò egli stesso il comando della piazza di Roma, servendosene per avviare trattative con i tedeschi. Il 14 settembre cedette il comando a Calvi

Il maresciallo Caviglia raooresenta l’esercito italiano a Cannes, ai funerali del granduca Nicola di Russia (15.1.1929)

di Bergolo e si ritirò definitivamente a vita privata.

Autore di diversi volumi di carattere militare, specie sulla prima guerra mondiale [La dodicesima battaglia: Caporetto, 1933; Le tre battaglie del Piave, 1934) e di un interessante Diario dall’aprile 1925 al marzo 1945.

Racconta Caviglia nel suo diario che il 24.1.1943, parlando della crisi del regime che s’avvicinava, Marcello Soleri gli avrebbe detto: « È un guaio che tu e Badoglio siate in contrasto ». Al che egli avrebbe risposto: « Nessun contrasto, lo non lo stimo e non mi fido. Lo considero un cane da pagliaio che va dove il boccone è più grosso ».

Cavriago, Sortita di

Comune di circa 5.000 abitanti in provincia di Reggio Emilia[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine E.C., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Partito comunista <---antifascista <---comunista <---Brigata S <---Brigata S A P <---antifascisti <---comunisti <---fascista <---italiana <---italiano <---socialista <---C.L.N. <---Centro interno <---S.A.P. <---Storia <---fascismo <---fasciste <---fascisti <---nazifascisti <---Agin Antonio Bravin <---Alfredo Monti <---Angelo Potetti <---Arezzo IT <---Bettola di Vezzano <---Diritto <---Distaccatosi dal Partito <---Domenico Fior <---Edoardo Bagarini <---Emanuele III <---Eraldo Soncini <---Eugenio Curiel <---F.I.O.M. <---Fanteria a La Spezia <---G.A.P. <---Gabriele Sant <---Gian Carlo Paletta <---Giovanni La Carner <---Giulio Domenicali <---Giuseppe Cavina <---Giuseppe Di Vittorio <---Giuseppe Pedori <---Gusen II <---Il IV <---Il mattino <---La moglie <---La nostra lotta <---La pace <---Luigi Frausin <---Luigi Longo <---Mario Pomi <---Nello Venturini <---Nicola di Russia <---Officine Industrie Meccaniche <---Parma-La <---Pietro Secchia <---Pilastri di Fosdi <---Poligono del Martinetto <---Pratica <---Quartier Generale Alleato <---Raimondo Pe <---Renato Mieli <---Renzo Del Riccio <---Resistenza nel Lazio <---Royal West Kent Regiment <---Russia dei Soviet <---S.S. <---Sesto San Giovanni <---Storia antica <---Taverna Nuova <---Tullio Galimberti <---U.R.S.S. <---V Divisione Garibaldi <---Valle San Nicolao nel Biellese <---Vito Salmi <---Vittore a Milano <---Vittore di Milano <---Vittorio Emanuele <---Vittorio Gasparini <---Vittorio Gigante <---Vittorio Toschi <---West Kent <---elettricista <---fiorista <---gappista <---giellisti <---ideologia <---ideologico <---interventista <---italiani <---marxismo <---marxista <---marxiste <---nazifascista <---nazifasciste <---nazista <---nazisti <---opportunismo <---pairtigiana <---paracadutisti <---positivismo <---riformista <---socialisti <---sociologico <---squadristi



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