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Il segmento testuale Didattica è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 941Entità Multimediali , di cui in selezione 16 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 445

Brano: [...]le Vescovo assistente dell'Opera Nazionale Balilla (1929)

riferico in un vero e proprio “ducette” della scuola, al quale veniva delegato istituzionalmente il giudizio quotidiano e arbitrario sull'operato dei docenti attraverso i rapporti riservati e le note di qualifica, di cui egli era chiamato a rendere conto solo ai superiori (C.M. 23 maggio 1923).

In tale contesto, il significato effettivamente assunto dalla tanto sbandierata « libertà didattica » gentiliana era nient’altro che demagogico, nel senso che l’alleggerimento dei programmi e l'autonomia di movimento all’interno della classe liberavano i docenti dal peso fastidioso di taluni adempimenti (come la compilazione dei piani di lavoro periodici e le rilevazioni sistematiche sui progressi degli alunni), ma non assicuravano certo una maggiore libertà di insegnamento. Tante vero che proprio durante il ministero Gentile (192224) si verificarono i primi casi di licenziamento e prepensionamento a carattere discriminatorio: nel 1925 vennero poi allontanati dall’insegnamento, a vario tito[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 444

Brano: [...]impreparati. La restaurazione, abilmente mascherata sotto manto filosofico, dissolveva le « pseudocategorie » e giustificava il declassamento degli istituti tecnici, la ghettizzazione dell’istruzione professionale e sostanziali modifiche nelle materie di insegnamento, fino agli “abbinamenti” più discutibili sotto l’aspetto didattico (matematicafisica, storiafilosofia, ecc.). Strettamente connesse a tale politica pedagogica erano l’organizzazione didattica e la formazione dei docenti. Qui la dialettica gentiliana conseguì il massimo dei consensi, rimettendo “sulla testa” quella scuola che la pedagogia attivistica aveva cominciato a rovesciare attraverso una sottolineatura della centralità delTallievo nel processo educativo.

Già nel suo Sommario di Pedagogia generale Gentile aveva sostenuto la concezione, secondo la quale il maestro andava considerato come incarnazione dello spirito, (« principio, fonte e norma ideale, nonché modello vivente del pensare e dell'operare, immanente alla personalità dell’alunno stesso ») e allo stesso tempo a ess[...]

[...]ene a contatto con altri minori di lui ».

Tra i frutti di siffatto modo di pensare sarà da annoverare la tragica inadeguatezza della preparazione degli insegnanti e, ancor oggi, quel vero e proprio relitto pedagogico,

sopravvissuto a tutte le critiche, che è l’istituto Magistrale, liceo di serie B anziché scuola di specializzazione e di formazione di insegnanti sul piano culturale e professionale.

La questione della cosiddetta « libertà didattica », affermata da Gentile, non può essere estrapolata dal complesso della sua riforma come dimostrazione delle intenzioni “non fasciste” del provvedimento, perché non bisogna dimenticare altre novità, come il congegno degli esami di Stato con Commissioni esterne, che partendo dalla teorizzazione pedagogica suesposta diventarono anche un meccanismo di controllo e di condizionamento sui docenti. Del resto, rispondeva a questa stessa logica la riorganizzazione, deliberata contestualmente, di tutto il meccanismo di governo dell’amministrazione scolastica, a livello sia centrale che periferico, su u[...]

[...]overno dell’amministrazione scolastica, a livello sia centrale che periferico, su una linea di restaurazione del principio gerarchico e con organi di potere monocratico: in primo luogo il Ministero, ma anche i provveditori e i presidi. E ciò a scapito degli organismi rappresentativi come il Consiglio superiore della Pubblica istruzione e i Consigli scolastici provinciali (R.D. 16 luglio 1923). Non meno rilevante, anzi trait d’union immediato fra didattica e amministrazione, fu la trasformazione (in fatto e in diritto) del dirigente scolastico pe

La copertina de “H saluto alla Bandiera”, inno per le scuole elementari dedicato a S. E. Pietro Fedele, ministro della Pubblica Istruzione dal 6.1.1925

444



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 426

Brano: Schiffrer, Carlo

civile. Dal 1928 fino al pensionamento insegnò poi al GinnasioLiceo “F. Petrarca” di Trieste, dove si distinse per chiarezza didattica e serietà scientifica.

Antinazionalista e democratico, partecipò all’attività politica clandestina e, dopo I*8.9.1943, fu rappresentante del P.S.I. nel C.L.N. di Trieste. Convinto assertore dell'unione di Trieste e dell’lstria all'Italia, nell’immediato dopoguerra diede un rilevante contributo alla documentazione esibita dalla delegazione italiana alle trattative per la pace a Parigi e, su proposta dei socialdemocratici triestini, fu nominato dal Governo militare alleato vicepresidente di zona. Fu poi membro del locale Consiglio Federativo della Resistenza e fra i primi soci dell’istituto [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 763

Brano: [...]ima di spirare, con la mano tremante accenna a qualche cosa: non è un giovane nell’ora disperata del distacco dalla terra, è un piccolo angelo della libertà che vola al suo cielo ».

Bibliografia: Berto Perotti, Assalto agli Seal zi, Verona, 1957.

Prevedello, Mario

Martino. N. a Mestre (Venezia) il 28.9.1897, m. a Treviso nell’aprile 1976; insegnante.

Nel 1920 si iscrisse al Partito socialista, iniziando un'intensa attività politica e didattica: fondò l'Università Popolare di Mestre e istituì corsi serali per operai, che dovette sospendere per intervento delle autorità fasciste.

Nel 1924 si trasferì a Treviso dove insegnò presso l’istituto tecnico, continuando a svolgere lavoro politico, fino a essere aggredito e duramente percosso dagli squadristi. Chiamato alle armi nel maggio 1940, verso la fine dello stesso anno rientrò a Treviso e costituì cellule di studenti e artigiani, ciclostilò volantini antifascisti da diffondere nelle scuole e nelle fabbriche. Dal marzo 1943 collaborò con Concetto Marchesi, responsabile del Partito co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 755

Brano: [...]iberazione.

I corpi delle quattro vittime furono trovati nel giardino: accanto al capofamiglia giacevano la moglie, Giovanna Prato Ratto (n. il 16.6. 1901), quello della figlia Marcella (n. a Vicoforte il 30.1.1922) e quello del figlio Franco (n. nel 1930).

P.Bu.M.Ca.

Prato, Giuseppe

N. a Torino il 19.3.1873, ivi m, il 18.8.1928; economista e storico dell’economia.

Frequentò a Torino la facoltà giuridica, partecipando all’attività didattica e di ricerca promossa dal Laboratorio di economia politica fondato nel 1893 da Salvatore Cognetti de Martiis, alla cui scuola una giovane generazione di studiosi veniva familiarizzandosi con la pratica del « metodo sperimentale » e con il gusto per le indagini « positive ».

Come lamico e compagno di studi Luigi Einaudi, entrò nella redazione della « Riforma sociale » (fondata nel 1894 da Luigi Roux e da F.S. Nitti), che del movimento d’idee riformatrici in campo economicopolitico era l’organo scientifico, così come « La Stampa » ne era lo strumento di divulgazione quotidiana.

Contro Gio[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 564

Brano: [...] Fracassi nascose la bandiera comunista e, molti anni dopo, racconterà:

« Prima l’ho tenuta io sul letto sotto la coperta, poi l'ho consegnata a Feroldì che

l’ha murata di nascosto sotto un gradino di casa di un vicino che era fascista ». Fracassi si rifiutò inoltre di cambiare nome al figlio Comunardo (i fascisti vollero imporgli il nome di Benito Romano) e di mandare a scuola in divisa i due figli. Dopo due mesi di assenza, la direttrice didattica e la maestra dovettero accettare i due ragazzi senza divisa.

Nel 1926 si formarono a Piadena cellule comuniste clandestine che si riunivano e agivano ricorrendo a vari stratagemmi.

Si organizzavano apposite « gite sociali », le « ranate » (« si pescavano le rane e si cuocevano e mangiavano nei campi e intanto si scambiavano idee e progetti »). Fu organizzata una squadra di calcio (« parte dell’incasso andava di nascosto al Soccorso Rosso che aiutava i carcerati politici »). « Questa strategia dell’associazione sportiva o ricreativa » testimonierà Curzio lorini, « è stato l’inizio della [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 244

Brano: [...]e della Madre e del Fanciullo nei principali centri, sarebbe stato veramente un beneficio. E così dicasi per i refettori riservati alle gestanti e alle nutrici.

Ma così non fu. Gli intenti erano ottimi, stesi in quel complesso di leggi e decreti che crearono

l’O.N.M.L, la perfezionarono, la regolamentarono, e che fu chiamato Carta dell'assistenza al Fanciullo; però tali intenti furono raggiunti soltanto in poche grandi città. La oleografia didattica pubblica tanto cara al regime fascista trovò poi largo campo nel Decalogo della madre, nella istituzione della Giornata della Madre che aveva luogo tutti gli anni la vigilia di Natale, nella Unione fascista tra le famiglie numerose, negli innumerevoli bandi dei premi di nuzialità e natalità (sempre di entità modesta, e tale in ogni modo da non sovvenire come sarebbe stato necessario alle famiglie povere che incentivavano la demografia nazionale) concessi alle coppie prolifiche che venivano premiate addirittura dal duce. A quasi tutto: assistenza a genitrici e loro prole; a infanti, fanciulli,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 519

Brano: [...]sperienza di militante gli consentì gradualmente di affrontare e approfondire altri problemi, che sarebbero poi ritornati in ogni fase della sua attività successiva: in ciascuno di essi ci sono, per così dire, una dimensione autobiografica e una più universale.

Il primo e più immediato problema era costituito dal rapporto tra l’intellettuale rivoluzionario e le masse oppresse ma ancora acquiescenti all’ordine. Chiamato a svolgere una attività didattica e pedagogica (nella scuola da lui stesso frequentata gli era stato affidato il compito di preparare i maestri all’insegnamento attraverso un adeguato tirocinio, ma ben presto era giunto alla conclusione che in una società oppressiva nessuna riforma didattica, nessun metodo e nessuna iniziativa scolastica possono intaccare l’arretratezza e la miseria, quando que,ste hanno origine nello sfruttamento e nell’oppressione delle masse e non in « carenze » del sistema scolastico, isolabili e superabili senza mutare il sistema sociale), subito dopo la fondazione del partito comunista Mao affiancò a tale attività lo sforzo per la formazione di quadri e militanti tra i minatori e i contadini del Hunan.

Come la maggioranza degli altri giovani comunisti, agli inizi della sua attività militante Mao si trovò così ad affrontare il problema della trasmissione [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 220

Brano: [...] assorbito dal suo lavoro creativo, non fu coinvolto nelle grandi tensioni sociali di quegli anni che nell’aprilemaggio 1919 videro la Repubblica bavarese dei Consigli operai soffocata nel sangue dal governo socialdemocratico, al punto da non accorgersi neppure che, nella stanza attigua al suo atelier, viveva il poeta rivoluzionario Ernst Toller ricercato dai militari bianchi. Nell’ottobre 1920, chiamato da Gròpius, Klee iniziò la sua esperienza didattica al Bauhaus di Weimar, continuando l’attività di pittore e di scrittore che già gli avevano assicurato larga fama. Nel 1924, con Kandinskij, Feininger e Jawlensky, fondò il gruppo Die Blauen Vier.

Sotto il nazismo

Quando nel 1924 il governo della Turingia provocò la chiusura del Bauhaus di Weimar, Klee si trasferì con l’intera scuola a Dessau. Dall’1.4.1931, pur continuando a insegnare al Bauhaus, dove peraltro stavano maturando grosse difficoltà, Klee ebbe una cattedra anche

220



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 185

Brano: [...] Léon Jouhaux et Démocratie combattante », Paris 1952.

E.Po.

Jovine, Francesco

N. a Guardialfiera (Campobasso) il 9.10.1902, m. a Roma il 30.4.1950; scrittore.

Di modesti natali, diplomatosi maestro elementare a 16 anni e non potendo proseguire gli studi per mancanza di mezzi, fece l’istitutore e poi l’insegnante. Anche in seguito, una volta raggiunta la fama nel mondo delle lettere, continuò a insegnare svolgendo un’intensa attività didattica, sia diretta che sul piano organizzativo.

Scrittore di notevole impegno civile e morale, entrò presto in conflitto con l’ideologia antipopolare del fascismo. Il suo primo libro di racconti fu Ladro di gailine (1930), al quale seguì Un uomo provvisorio (1934). La sua analisi della società italiana (prefascista e fascista), che si muove su due filoni fondamentali, quello della « provincia » viziosa e scettica e quello della campagna spesso sopita per l’antica servitù, ma a tratti scossa da moti violenti ed improvvisi di ribellione, trova tuttavia la sua migliore e più matura espressione nell[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Didattica, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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