Brano: [...]za delle cellule che facilitarono il sorgere dei Comitati di agitazione di fabbrica e dei C.L.N. di officina.
C.Gh.
Secondo quanto fissa l’attuale statuto del Partito comunista italiano, la cellula deve comprendere almeno 5 iscritti. In uno stesso luogo di lavoro, nel quale il numero degli iscritti al partito sia elevato, si possono costituire più cellule. La cellula è diretta da un comitato composto da tre o più membri, che viene democraticamente eletto e rimane in carica un anno per dirigere collegialmente il lavoro. Il comitato è presieduto da un segretario, anch'egli eletto dall'assemblea di cellula.
Cenacchio, Felice
Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Carrù (Cuneo) nel 1926, fucilato a Roccacigliò (Cuneo) il 15.11.1944.
Studente al liceo di Casale Monferrato, dopo I'8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza. Partigiano combattente nelle Brigate Autonome (v.), si distinse nelle azioni più rischiose.
Alla metà di novembre del 1944, durante la grande battaglia delle La[...]
[...]accati con lancio di bombe a mano 4 carri armati, dopo averne immobilizzato uno cadde nelle mani del nemico e venne passato per le armi.
Cenci, Tullio
N. a Poggio Berni (Forlì) il 4.6.1899; verniciatore. Comunista, svolse una intensa attività antifascista a Savona. Nel 1939 fu condannato dal Tribunale speciale a 6 anni di reclusione. Dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, al comando di un distaccamento partigiano.
Ceneri, Battaglia delle
La battaglia detta delle Ceneri o
dell’Ortaiolo, dal nome della località nell’Oltrepò Pavese in cui venne combattuta il 14.2.1945, segnò l’irrompente ripresa del movimento partigiano nella zona dopo la dura sosta invernale.
Il 14.2.1945 le Brigate nere e la Guardia nazionale repubblicana attaccarono le formazioni partigiane a Montù Beccaria (Pavia) e al Monte della Selva, occupando il castello e puntando su Pizzo Freddo. I partigiani resistettero non senza difficoltà e, giunta la sera, i fascisti dovettero rientrare a Broni senza aver realiz[...]
[...]n loro presidio a Nibbiano Valtidone, rimasto accerchiato dai partigiani; gli attaccanti impiegarono mortai da 81, un cannone a tiro rapido e mitragliatrici pesanti. I partigiani, schierati su Costa de’ Piaggi tra Moglio e Ortaiolo, attesero l’avvicinarsi del nemico e quando, verso sera, questo giunse a tiro, la battaglia si accese violenta: cadde tra gli altri il capitano delle S.S. Hoffmann, che col maggiore Skorzeny aveva liberato Mussolini a Campo Imperatore.
Asserragliato in una casa, un nucleo di fascisti tentò l’estrema resistenza, mentre gli altri si davano alla fuga, in serata i partigiani rimasero padroni del campo. Negli scontri il nemico subì la perdita di 26 uomini, oltre a quella di grande quantità di armi.
Censimenti, Giotto
N. a Firenze il 7.12.1902; calzolaio. Comunista, nel 1938 fu condannato dal Tribunale speciale a 12 anni di reclusione per attività antifascista svolta, dice la sentenza, « specialmente nei sindacati fascisti e nelle officine di produzione bellica ». Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, combattendo nella Divisione Garibaldi « Sinigaglia ».
Centauro, Divisione
Divisione corazzata della milizia fascista. Nata pochi giorni prima del 25 luglio 1943 [...]
[...]nell’esercito, a metà agosto le venne dato anche un vicecomandante (una funzione inedita per le divisioni di stanza a Roma). Questi, il generale Gritti, fuse in un reggimento il gruppo battaglioni « Tagliamento » e il gruppo « Montebello », e si applicò a dare efficienza agli altri reparti (il gruppo carri « Leonessa », il gruppo artiglieria, il battaglione genio).
Il 6 settembre il generale Giacomo Carboni, comandante il corpo motocorazzato (C.A.M.), convocò Gritti e lo invitò a tenersi pronto ad assumere il comando della divisione. La lealtà della « Centauro » non ebbe modo tuttavia di essere messa alla prova, perché nei giorni 9 e 10 settembre l’unità rimase inattiva. Il
10, Calvi di Bergolo lasciò Tivoli per Roma, rimettendo il comando della divisione nelle mani di Gritti, con l’esplicita dichiarazione che andava ad assumere il comando della Città aperta. Nei giorni successivi la vicenda della « Centauro » si risolse rapidamente: l’11 settembre il generale Gritti dovette mettersi agli ordini del nuovo comandante del C.A.M., genera[...]
[...]ia di essere messa alla prova, perché nei giorni 9 e 10 settembre l’unità rimase inattiva. Il
10, Calvi di Bergolo lasciò Tivoli per Roma, rimettendo il comando della divisione nelle mani di Gritti, con l’esplicita dichiarazione che andava ad assumere il comando della Città aperta. Nei giorni successivi la vicenda della « Centauro » si risolse rapidamente: l’11 settembre il generale Gritti dovette mettersi agli ordini del nuovo comandante del C.A.M., generale Cadorna (nominato dal Comando della Città aperta), per predisporre lo scioglimento della divisione e la consegna delle armi non oltre il 14 settembre, quando la diserzione e il disfacimento morale avevano già di fatto agito in tal senso.
514