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Il segmento testuale Bisognò è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 27Analitici , di cui in selezione 1 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Mario La Cava, Il grande viaggio in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]all'infanzia e si trattavano come parenti. Sotto alle pergole, davanti alle case, nell'ombra benefica che le foglie e i fitti rami intrecciati facevano a riparo del sole, le donne stavano ferme a filare la lana, a fare la calza, a rammendare o a chiacchierare nei lunghi meriggi estivi. Uomini giocàvano alle bocce o ai birilli, quando non avevano da lavorare, ragazzi si divertivano colle nocciuole, coi soldini o colla trottola. Certe volte, senza bisogno di andare in cantina, gli uomini mettevano un tavolo di fuori, e facevano grandi partite amichevoli alle carte.
Il resto del paese aveva i signori, i commercianti, gli impiegati colla gente del popolo che viveva alle loro dipendenze o che comunque era in rapporti con loro: la vita si svolgeva nel paese colle sue simpatie e antipatie, colle sue ambizioni, colla sua lotta per il miglioramento economico di ognuno, e di ciò si vedevano gli aspetti mutevoli, oltre che negli uomini, nelle case, nelle strade, nel decoro degli ambienti
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che cresceva col tempo. Il paese progredi[...]

[...]tate a pensarvela? » disse.
((Si vede — aggiunse Peppina — che li si sta tanto bene che in coscienza non può fare a meno di non insistere che ci andiate... ».
« Vorrei essere al vostro posto e andarmene da stasera stessa! » dichiarò Agata; e pensava al fatto ch'era rimasta zitella, mentre se fosse andata altrove, avrebbe trovato marito. Che almeno avesse fortuna la sorella, e da lontano si ricordasse di loro, con due vecchi in casa che avevano bisogno di tante cure, e mandasse qualcosa, come facevano i fratelli!
«Pure tu vorresti lasciarci, figlia mia? » disse soltanto la madre;
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ma le sue parole caddero nel vuoto; esse non furono intese o capite dalle figlie, tentate, dopo quella lettera, dall'idea del viaggio in paesi lontani.
Il padre, invece, non pareva rammaricarsi al pensiero che avrebbe potuto perdere la figlia maggiore: pensava egli, ch'era tanto vecchio, che avrebbe fatto sempre a tempo a rivederla, al ritorno? Disse semplicemente: «Quando io ero giovane, non si facevano tanti viaggi, nessuno si muoveva; dopo, [...]

[...]ecchiate noi! » commentò amaramente Agata. E poi: «Ma io glielo dirò a Giuseppe che sbaglia, sbaglia davvero!... ».
Entrarono le bambine ch'erano fuori con altre a giocare a righetta e parvero, così come cinguettavano, folate di uccelli al tramonto. « Lo zio Filippo vi vuole in Egitto! » disse la madre.
Poi ritornarono tutte a casa loro; Giuseppe aveva già finito di lavorare, e si lavava le mani e il viso; quella sera voleva uscire. Sentiva il bisogno di conversare con amici.
Si diresse verso la spiaggia del mare e si fermò nei pressi del cancello di passaggio, dove sempre si riuniva gente e quella sera c'erano parecchie persone che ancora indugiavano; ' il tempo era mite, vento non tirava, e cogli occhi rivolti al mare che col calare delle ombre diveniva sempre piú cupo, era bello stare là a chiacchierare.
C'erano Luigi il pescatore, il padre di Sebastiano, di quegli cioè che doveva sposare la figlia dei Crispini, qualche cantiniere, un fabbro e vari altri pescatori: la maggior parte di loro era stata una o più volte in America, miglior[...]

[...]ci a lavorare? » domandò Rosaria.
« Domani stesso » rispose Giuseppe.
« Beh! noi andiamo a preparare la nostra cena. Se volete mangiare con noi...» disse Vanda, muovendosi per andare nel suo appartamento.
« Loro faranno come meglio credono — intervenne Matilde. — Se vogliono mangiare insieme a noi, dato che stiamo nella stessa casa, noi siamo contenti. Se poi no, e preferiscono cucinarsi per conto loro, per noi é lo stesso... ».
«No, non c'é bisogno. Vale la pena fare due cucine? » rispose Giuseppe, che temeva di disturbare. Rosaria assenti, non rimanendo però contenta delle parole del marito.
« E allora andiamo — propose Matilde. — Fate il pomodoro, ché io pulisco la carne ».
«Voi come lo fate? Noi lo facciamo così» disse Rosaria, timidamente.
« No, é bene mettere un po' di prosciutto e di origano ».
« Si, si » s'affrettò a rispondere Rosaria.
Giuseppe, in un canto del tavolo, scriveva ai parenti e agli amici. L'onda dei ricordi del suo paese lo commuoveva. « Cosa vuoi che dica ai tuoi? » chiese, serio serio, a Rosaria.
« Che stia[...]

[...]atica, con un ardore di cui nessuno forse l'avrebbe creduto capace. Si stancava, nei mesi terribili dell'estate che sopravvenne, e pure resisteva.
Anche lui sognava il paese natio, gli amici, i parenti, la vita semplice di una volta; non aveva piú genitori, e pensava al vecchio fabbro Felice come a suo padre.
Sebastiano Ricci e altri amici gli scrivevano che si stava meglio di prima, che vi erano costruzioni nuove e che l'ingegnere Talco aveva bisogno di operai scelti e di assistenti. Non sarebbe stato necessario tornare al lavoro di calzolaio : una sistemazione, magari come impiegato, nel campo dei lavori edilizi, sarebbe stata la cosa più semplice di questo mondo.
In tal caso sarebbero potuti ritornare anche i cognati, se avessero voluto; ma è strano come essi si fossero dimenticati del paese natio; forse non si erano dimenticati, ma lo davano a vedere, se non volevano ritornare.
«Sono le mogli che li trattengono» diceva Giuseppe alla moglie per spiegare la cosa.
«No, nemmeno questo — ormai hanno fatto dell'Egitto un altro loro paese [...]

[...]quest'ultima avesse potuto ottenere dai padroni il congedo che avrebbe desiderato.
« Ci rivedremo, ci rivedremo! » gridava Matilde, ch'era quella che meno era libera e meno poteva disporre del futuro; si chinava a baciare le bambine, stringendosele al seno e piangendo, ed imitata in tutto da Vanda che a sua volta esclamava : « Si, certamente! ». Mentre Rosaria si univa a loro, desolata, pronunziando : « Come son brutte le partenze, Dio mio! ».
Bisognò alfine partire e a poco a poco il treno prima, il grande vapore poi, strappò dai loro occhi quanto ancora rimaneva della vita d'Egitto. In senso inverso fu fatto il viaggio che all'andata era sembrato tanto oscuro e pauroso. E ora invece, pur nel rammarico per la perdita di parenti tanto cari e di abitudini prese, era così pieno di dolce soddisfazione.
Giuseppe non era ormai quel povero operaio confuso che non sapeva dove mettere i piedi, né Rosaria era quella donna stordita che
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poteva perdere i figli in mezzo alla folla : Giuseppe era diventato un uomo vestito bene, con [...]

[...]ccupata, invece, Rosaria pur nell'apparente sua letizia.
Fece scrivere dal marito ai fratelli sulle condizioni reali del vecchio; ed essa stessa passò più ore al giorno in sua compagnia, come prima non faceva. Lo curava al pari delle sorelle, ed era lei che gli tagliava secondo il modello la bella barba bianca che gli era cresciuta.
Giuseppe da parte sua si diede da fare per trovare un lavoro conveniente : l'ingegnere Talco non aveva purtroppo bisogno di impiegati, e nemmeno i suoi assistenti. In genere si vide che le condizioni nel
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paese erano meno buone di quelle che Sebastiano e altri amici avevano fatto credere.
Ora pareva che Giuseppe dovesse ricevere una buona offerta, un momento dopo gli arrivava la smentita. Altri concorrenti si erano presentati e lo avevano scavalcato; ed egli che conosceva da artigiano solo la vita nel borgo, dove un pane mai era mancato per nessuno e dove chi voleva trovava subito da lavorare, si meravigliava che nel paese e tra le persone civili le cose fossero tanto diverse.
Gli nuoceva p[...]

[...]ere stato abbandonato dalla sua anima vivente. L'anima se n'era andata, e i miseri resti mortali chiusi in una cassa sentivano il peso della terra che sopra vi era stata deposta. La mamma, quella che le aveva dato il latte nella sua più tenera infanzia e che poi l'aveva imboccata di cibo come un uccello fa coi suoi nati, era assente!
Suo primo dovere sarebbe stato quello di andare a trovarla per darle conforto: la povera bambina ne aveva tanto bisogno! Nello stesso tempo senti che era lei che ne sarebbe uscita consolata, come se dopo una giornata di fatica e di sole avesse potuto rinfrescare la bocca riarsa con una gustosa bevanda.
Con altro animo da quello che qualche tempo prima minacciava di disseccare le fonti stesse della vita, Rosaria usci di casa : sarebbe andata al cimitero, avrebbe salutato la bambina, avrebbe visto come nel sogno la sua figliuola. Avvolta nel velo nero del lutto, accompagnata da Ernestina spaurita, ella era là, nel vicoletto angusto del borgo, mentre le sorelle accorrevano e commare Carmela, vinta dalla curiosi[...]

[...]etela, fatela stare qui con noi ancora un poco!... ».
Ma le sorelle avevano capito che Rosaria avrebbe trovato conforto nella visita che si preparava a fare, e non ardirono impedirle il cammino. Si offersero di andare a tenerle compagnia. Ma Agata aveva da cucire d'urgenza un abito da sposa che, malgrado la diminuita clientela, aveva trascurato; e Peppina era ancora stanca del viaggio che aveva fatto in campagna.
«Vado con Ernestina! Non c'è bisogno di voi! Andremo con voi qualche altra volta! », rispose Rosaria.
Si allontanava da loro e presto si dirigeva verso la strada che portava al camposanto. Il sole era ancora alto sui monti, rari erano i viandanti nella calura dell'estate, e Rosaria, col cuore sospeso, affrettava il
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suo passo. Giunta in vista della collina dei cipressi, trascinava quasi per la mano Ernestina che s'era stancata. Nei suoi occhi tremanti splendeva la visione di chi attende qualcuno ad un convegno da lungo tempo sognato.
I cancelli del camposanto erano aperti. Rosaria restò un momento confu[...]

[...]a vista della madre, e si dava a pulire la tomba della polvere che si era depositata e delle foglie che vi erano cadute. Accendeva la lampada, toglieva qualche moscerino annegato nell'olio, disponeva i fiori in un vaso che vi era accanto. Quindi, dopo aver meditato, si chinava sul marmo e lo baciava come fosse il volto freddo della figliuola uscita di vita, e mestamente si ritirava. Per più giorni ne rimaneva consolata; e poi di nuovo sentiva il bisogno di ritornare al luogo del suo dolore e dei suoi sogni.
«Fate male a continuare casi!... Vi rovinate, morrete dal dolore! Pensate a chi lascerete! Non vi preme la loro sorte? », diceva la gente quando l'incontrava. sommare Carmela s'affaccendava colle sorelle Agata e Peppina, insisteva presso di loro. La moglie di Luigi, il pesca tore, rimbrottava : « La vostra é un'esagerazione! Tutti abbiamo avuto disgrazie! Muoiono più agnelli che pecore: bisogna rassegnarsi! ».
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«Non mi dite così! », insorgeva allora Rosaria. Le sue visite al camposanto erano una necessità della sua vit[...]

[...]e Agata e Peppina, insisteva presso di loro. La moglie di Luigi, il pesca tore, rimbrottava : « La vostra é un'esagerazione! Tutti abbiamo avuto disgrazie! Muoiono più agnelli che pecore: bisogna rassegnarsi! ».
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«Non mi dite così! », insorgeva allora Rosaria. Le sue visite al camposanto erano una necessità della sua vita, come il mangiare e il bere, non poteva immaginare che altri della sua famiglia non sentissero come lei il bisogno di andare a conversare ogni tanto colla sua figliuola. Si trascinava dietro Ernestina e non si accorgeva che al ritorno questa lietamente si staccava dalla madre per unirsi a qualche sua compagna. Glielo dissero, e Rosaria seguitò ad andare sola. Di tanto in tanto veniva accompagnata dal marito o da qualche sorella.
Giuseppe, dal canto suo, pensò di fare l'ingrandimento della fotografia della bambina da un pittore, decoratore di stanze molto bravo. La fotografia rappresentava la bambina quando ancora era piú piccola, mentre stava colle mani in mano e aveva il volto imbronciato e triste. Il p[...]

[...] pericolante della chiesa; i denari, raccolti dai fedeli, erano pochi. Se l'appaltatore stesso affermava di non poter ricavare da quella somma nessun utile, come poteva Giuseppe pretendere un buon compenso ?
Si aggiunga che in famiglia Rosaria per niente pensava a tempo alle riserve da fare sui cibi, che tutto per incuria o ignoranza si comprava a prezzo maggiore della media, che le sorelle Agata e Peppina nella diminuzione dei guadagni avevano bisogno di Giuseppe, e che le nuove abitudini erano più costose di prima, e si capirà come ogni giorno che passasse significava un peggioramento della situazione.
Aveva ben cura Giuseppe di non portare le caramelle e i cioccolatini ad Ernestina, sentendosi pungere il cuore dalla domanda di lei:
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« Papà come mai non porti più nulla per me? ». Non per questo il bilancio della famiglia migliorava e il futuro non era visto con timore.
Finiti i lavori della chiesa, segui un lungo periodo di sosta, nel quale l'appaltatore Arta non intese pagargli di stipendio neppure un centesimo. Gius[...]

[...] dalla domanda di lei:
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« Papà come mai non porti più nulla per me? ». Non per questo il bilancio della famiglia migliorava e il futuro non era visto con timore.
Finiti i lavori della chiesa, segui un lungo periodo di sosta, nel quale l'appaltatore Arta non intese pagargli di stipendio neppure un centesimo. Giuseppe fu costretto ad offrire i suoi servigi all'ingegnere Pappalone che già altra volta gli aveva detto di non avere bisogno di lui. Ora era evidente che dovesse avere bisogno di qualcuno, poiché l'assistente che aveva era partito. Ma l'ingegnere Pappalone rispose che non lo poteva proprio accontentare. Fra sé pensava: « Dovrei proprio io assumere uno che ha lavorato con una ditta screditata? 'Perché portasse anche me al fallimento? ». E trovava altro dipendente ritenuto migliore.
Si rivolgeva allora Giuseppe al commerciante Carabino che aveva anche una vasta proprietà fondiaria da amministrare. Questi non gli rispose né si né no. Giuseppe stette con l'animo sospeso per molto tempo. E non ne guadagnò che il rancore dell'appaltatore Artù che non ammetteva per il su[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Bisognò, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Abbiamo <---Agata a Rosaria <---Alle <---Anche Rosaria <---Arta <---Artù <---Aspettate <---Bambino Gesù <---Borgo <---Buonamico <---Cairo <---Carabino <---Carmela dei Crispini <---Certamente <---Certo <---Certo Giuseppe <---Che Egitto <---Chiuse <---Comare Carmela <---Come <---Commare Rosaria <---Cosa <---Del resto <---Denari <---Di Antonio <---Diritto <---Ditemi <---Domandò <---E di Antonio <---Ecco <---Eccola <---Egitto <---Entrò <---Febbre <---Felicetto <---Forset <---Genio Civile <---Giuseppe Cantilo <---Guarda <---Hai <---Imparò <---In ogni modo <---Indossò <---Infine Vanda <---Iungo <---La sera <---Lasciamoli <---Lipari <---Logica <---Ma Agata <---Ma Giuseppe <---Ma Luigi <---Ma Rosaria <---Macché <---Noi <--- <---Ora Giuseppe <---Pappalone <---Papà <---Parlò <---Passano <---Perché <---Pgppina <---Pochi <---Portatele <---Porterò <---Potete <---Pratica <---Pure <---Puricelli <---Qui <---Rientrò <---Sarà <---Se Filippo <---Sebastiano Ricci <---Siano <---Siderno <---Signore <---Sono le mogli che li trattengono <---Storia <---Terribile <---Tranquillizzatevi Rosaria <---Voglio <---Zia Agata <---abbiano <---artigiani <---artigiano <---baciano <---d'Egitto <---dell'Egitto <---dell'Italia <---guardiano <---italiano <---nell'Egitto <---pigliano



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