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Il segmento testuale Ave è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Massimo Mila, Guillaume Dufay, musicista franco-borgognone in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...]te ma scarsa, sono frutto della lettura astratta e della difficile decifrazione in archivio di codici conservati specialmente a Trento, a Bologna, a Oxford, a Vienna, a Modena, a Parigi, a Roma, Edimburgo e Bruxelles.
Pur facendo il piú largo credito alla capacità di lettura di studiosi come il Van den Borren, lo Stainer, lo Haberl, pionieri della bibliografia su Dufay, e all'intuizione critica di uno storico come l'Ambros, nessuno praticamente aveva mai udito il suono d'una musica di questo compositore. Soltanto ora la disponibilità dei testi sollecita l'iniziativa delle corali e a poco a poco, anche col sussidio determinante del disco, si viene componendo l'immagine di un'arte che si rivela tra le piú alte dell'intera storia musicale, ma che si afferma lentamente, per virtú di segreta persuasione interiore, poiché essa è aliena dall'arroganza e dalla sopraffazione: arte di intimo raccoglimento, tutta civiltà e misura, non sa alzar la voce nei certami dell'eloquenza e rifiuta ogni atteggiamento di retorica tribunizia.
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[...] non piú semplice cappellano.
Rientrato nella cappella pontificia (1435), la lasciò definitivamente nel 1437 e il 12 dicembre ottenne un vantaggioso canonicato nella cattedrale di Cambrai, su proposta di Nicolas Grenon. Ma non vi prese residenza stabile che a partire dal 1450; prima si ha notizia di soggiorni temporanei nel 1440, 1445 (l'anno prima, a Cambrai, gli era morta la madre) e nel 1446. Nel marzo 1449 risulta a Bruxelles e a Mons, dove aveva ottenuto un altro canonicato e dove il 3 marzo s'incontrò con l'antico condiscepolo Gilles Binchois, ora musicista nella cappella della corte borgognona di Filippo il Buono.
L'assorbimento di Duf ay nell'area francoborgognona, definitivo dopo il 1450, non troncò gli amichevoli rapporti con la corte dei Savoia, presso i quali Dufay afferma nel proprio testamento d'avere trascorso sette anni, forse tra il 1443 e il 1449. Gli ultimi contatti documentati sono del 1438 a Pinerolo, per tutto l'inverno a servizio di Ludovico di Savoia e Anna di Cipro, e nel 1450 a Torino, dal 26 maggio al 1 giugno. In quest'occasione, però, Dufay viene già registrato come cantor illustrissimus ducis Burgundiae.
Non si sa con certezza in quale università Dufay abbia compiuto gli studi di legge, conseguendo, non prima del 1441, non dopo il 1446, il titolo di baccalarius in decretis: forse a Parigi, forse a Torino o a Bologna. La formazione giuridica di Dufay potrebbe rispecchiars[...]

[...] diritto canonico. Tuttavia, per il suo stile arcaico, Johannes Wolf, l'illustre autore della Geschichte der Mensural Notation von 12501460, voleva respingere questo mottetto addietro, negli anni della giovinezza di Dufay.
Gli ultimi ventiquattro anni della sua vita Duf ay, divenuto ormai celebre e autorevole, li trascorse nella pace del canonicato di Cambrai (doveva, non si sa quando, essere passato allo stato ecclesiastico, perché risulta che aveva voto nel capitolo dei canonici). Non pare che sia mai stato maestro di cappella della cattedrale. Abbandonato il genere profano della canzone, si dedicò ora esclusivamente alla composizione di musica sacra. Onorato come un maestro, veniva talvolta chiamato a dirimere questioni musicali (nel 1458 a Besançon). Quando il vescovo di Arras, Pierre Branchicourt, venne a Cambrai per l'inaugurazione della nuova cattedrale (1472), fu Dufay ad ospitarlo nella propria casa. Quando il duca Filippo il Buono, commosso per la caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi, vaneggiò di
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MASSIMO MILA
band[...]

[...]inopoli in mano ai Turchi, vaneggiò di
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bandire una crociata e a questo scopo indisse a Lilla, nel febbraio 1454, un grande banchetto, detto « del fagiano », vi si cantarono una canzone di Duf ay e il mottetto Très piteux, solenne lamentazione della Chiesa per la fine dell'Impero romano d'Oriente.
I contatti amichevoli con la corte di Borgogna continuarono anche dopo l'avvento di Carlo il Temerario, ottimo musicista, che però aveva al proprio servizio Antoine Busnois, ed era attratto dalle innovazioni tecniche della grande polifonia fiamminga, in particolare di Ockeghem. Nel 1467 un Messire Gille Arpin, proveniente di Piccardia e diretto a Roma, ricevette 4 ducati dal tesoriere dei duchi di Savoia, per avere portato « de la part de Messire Guillaume Du Fay aucunes messes faites en l'art de musique nouvellement ». Pure nel 1467, il 1 maggio, l'organista fiorentino Antonio Squarcialupi, redattore del celebre codice al quale dobbiamo la conoscenza dell'Ars nova toscana, gli scriveva una lunga lettera per ringraziarlo di certi cantori ch'egli aveva mandato dalla chiesa di Cambrai su richiesta di Piero de' Medici. Questi lo teneva in altissima stima: « de vobis semper honorificentissime loquitur », assicura lo Squarcialupi. Anzi, lo considerava il più grande ornamento del secolo: « asserit, quod et ego libenter assentior, maxime esse vos ornamento nostrae aetati ». E gli allegava una canzone del giovane duca Lorenzo, che avrebbe desiderato fosse messa in musica dal sommo borgognone. (Purtroppo non si sa né di quale canzone si trattasse, né quale fine abbia avuto questa pratica, ma dal 1450 Dufay aveva dimesso ogni composizione profana.[...]

[...] vobis semper honorificentissime loquitur », assicura lo Squarcialupi. Anzi, lo considerava il più grande ornamento del secolo: « asserit, quod et ego libenter assentior, maxime esse vos ornamento nostrae aetati ». E gli allegava una canzone del giovane duca Lorenzo, che avrebbe desiderato fosse messa in musica dal sommo borgognone. (Purtroppo non si sa né di quale canzone si trattasse, né quale fine abbia avuto questa pratica, ma dal 1450 Dufay aveva dimesso ogni composizione profana.)
Dufay mori serenamente, a Cambrai il 27 novembre 1474, dopo aver disposto dei propri beni in un minuzioso testamento. Si era fatto scolpire la pietra tombale (ora nel museo di Lilla). Volle che ai funerali fosse cantata la sua Messa da Requiem (oggi perduta). Per l'ora notturna del decesso non poté essere esaudito l'altro suo desiderio, che alla sua morte si cantasse il mottetto Ave regina coelorum, capolavoro dei suoi anni maturi, nel quale aveva inserito un patetico accenno a se stesso (« Miserere tui labentis Duf ay »), dal quale risulta senza possibilità di equivoco che il suo nome era da pronunciare in tre sillabe, con accento sull'ultima vocale.
3. L'arte di Dufay si colloca in quel clima tardogotico, connesso con la breve ma luminosa fioritura culturale del regno di Borgogna, che lo storico Huizinga ha definito « autunno del Medioevo ». Artista progressivo che evolve incessantemente nel corso della sua lunga carriera, Duf ay parte da tale situazione, dove molto sopravvive ancora della mentalità chimerica e combinatoria del Me[...]

[...] da Lucca, in Purgatorio, quando udí Dante proclamare il proprio credo poetico (« Io mi son un che quando Amor mi spira, noto, ed a quel modo, Che ditta dentro, vo significando »), subito riconobbe « il nodo Che il Notaro e Guittone e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch'i' odo ».
Quale nodo riteneva Duf ay, Binchois e i minori maestrini della scuola borgognona, come Lantins, Grenon, Fontaine, di qua dalla maestosa solennità fiamminga? Non avevano la boria del contrappunto. Duf ay poteva scrivere per imitazione a piú voci tanto bene come Obrecht e Ockeghem, specialmente nella sua vecchiaia. Perché non lo faceva? Per educazione. Perché era uomo civile e garbato, e niente era piú alieno dai suoi gusti che tediare il prossimo con lo sfoggio della propria bravura. Le entrate a canone di Duf ay restano, per lo piú, degli incipit. Poi le voci si ritrovano, una aspetta l'altra per procedere insieme, oppure anche se ne vanno ognuna per conto suo, in una libera polifonia non imitativa che, una volta dimesso il giovanile entusiasmo per l'uso[...]

[...] ossia con mero compito di sostegno. E questo lo stile acerbo di quelle che gli studiosi tedeschi definiscono « KantilenenMessen », e che vale anche per tutta la produzione profana di Duf ay
e dei suoi contemporanei.
Il fauxbourdon — la famosa « contenance angloise », come viene chiamato nel Champion des dames (146162) di Martin le Franc — era una tecnica di scrittura per voci parallele, portata sul continente dagli inglesi, principalmente attraverso l'esempio di Dunstable (ca. 13801453). Ebbe il merito di accreditare nella composizione polifonica gli intervalli di terza
e sesta, fino allora evitati in favore delle piú perfette, ma insipide consonanze di quinta e di quarta. Ma riportava la polifonia francese, già cosí evoluta e disinvolta nell'autonomia delle parti dopo Guillaume de Machault, al rigido parallelismo obbligato di medioevali or gana. Duf ay se ne serví per la prima volta nel PostCommunio della Missa Sancti Jacobi (ca. 142627), e per un po', negli anni Trenta, gli dura in varie composizioni la scalmana per questo procedim[...]

[...]iata.
4. Riflesso d'una mondana vita di corte, la vaghissima produzione profana di ballate e rondeaux resta per lo piú racchiusa entro i limiti dell'Ars nova, in un clima di gracile galanteria, pur aprendosi in qualche modo, misteriosamente, ai suggerimenti realistici del canto popolare 3. Nei momenti migliori crea gli archetipi della melodia francese destinata a rinascere un giorno dalle ceneri dell'Ottocento nell'eleganza di Fauré, Debussy e Ravel. Vostre bruit et vostre grande fame, una delle piú belle canzoni di Duf ay (piú esattamente un rondeau), è tutta ferma e compatta nel giro d'un puntiglioso contrappunto, quasi una piccola invenzione a 3 voci. Franc cuer gentil, altro rondeau, ha un piglio cavalleresco, quasi che il compositore
3 La canzone La belle se siet au pied de la tour impiega il testo di una canzone popolare (si chiamava La Pernette), tuttora diffusa nelle campagne piemontesi, ed è unica, per il tono narrativo e l'andamento dialogico, nella produzione di Dufay.
GUILLAUME DUFAY, MUSICISTA FRANCOBORGOGNONE 165
avesse[...]

[...]n puntiglioso contrappunto, quasi una piccola invenzione a 3 voci. Franc cuer gentil, altro rondeau, ha un piglio cavalleresco, quasi che il compositore
3 La canzone La belle se siet au pied de la tour impiega il testo di una canzone popolare (si chiamava La Pernette), tuttora diffusa nelle campagne piemontesi, ed è unica, per il tono narrativo e l'andamento dialogico, nella produzione di Dufay.
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avesse equivocato sul senso delle prime parole, prendendole per un elogio del coraggio francese, mentre si tratta d'una canzone amorosa. Il testo (che probabilmente non è di Dufay, se nel 1501 apparirà in una raccolta pubblicata da Antoine Vérard, Le Jardin de Plaisance et Fleur de Rhétorique) forma in acrostico (con la prima lettera d'ogni verso, escluse le ripetizioni), il nome Franchoise. (Analogo gioco si trova nella ballata Craindre vous vueil col nome Catalina Dufay.) È un fatto che le canzoni profane del Dufay maturo si allontanano da quella specie di spleen quattrocentesco, tra cavalleres[...]

[...]i), il nome Franchoise. (Analogo gioco si trova nella ballata Craindre vous vueil col nome Catalina Dufay.) È un fatto che le canzoni profane del Dufay maturo si allontanano da quella specie di spleen quattrocentesco, tra cavalleresco e trovadorico, che le canzoni giovanili derivavano dall'eleganza mondana, e un po' esile, dell'Ars nova, sia di quella francese (Guillaume de Machault), sia di quella italiana (Landino), che Dufay doveva certamente aver conosciuto.
Pur in chiave di simbolismo galante, la divertente canzone Donnez l'assaut à la forteresse sembra anticipare il realismo descrittivo delle cinquecentesche canzoni di Jannequin: la forteresse è semplicemente il cuore d'una bella donna altera, ma la composizione raccoglie le metafore militaresche del testo con accenti di fanfara (che si riscontrano anche nella canzone Se la face ay pale, e conseguentemente nella Messa omonima che ne deriva).
Quando escono dalla stereotipata galanteria cortigiana, le canzoni permettono talvolta di allungare uno sguardo nel carattere del personaggio Dufay. Lo vediamo in veste[...]

[...]nus Dei, e della concisa indeterminatezza verbale del Kyrie.
La religiosità è veramente la sostanza dell'anima di Dufay, ma non è una religiosità drammatica come quella di Josquin, di Orlando di Lasso e di Victoria; né solennemente pontificale come quella di Palestrina. E un bene intimo, serenamente posseduto, che ha la sua luminosa espressione giovanile nel citato mottetto fiorentino Nuper rosarum flores (1436). Nei capolavori della vecchiaia (Ave Regina coelorum, mottetto e messa) quella religiosità si colora di commovente autocommiserazione, ma mai il Dio di Duf ay potrebbe prendere la figura temibile del judex venturus (purtroppo è perduta la Messa da Requiem che Dufay aveva scritto per se stesso). È un Dio pietoso, tutto compassione, carità, amico della bellezza, dei fiori; forse non ha nulla in contrario nemmeno nei riguardi delle « mirandae puellae » fiorentine.
Nell'età matura si spiega la sollecitudine civile dell'artista in composizioni determinate da occasioni celebrative e politiche, come i mottetti Apostolo glorioso (1426), Supremum est mortalibus donum (1433), Magnanimae gentis (1438 o 1443), e la ballata C'est bien raison de devoir essaucier (1433), questi ultimi tutti in lode della pace, vuoi tra il papa e l'imperatore, vuoi tra le città di Berna e[...]

[...], e tropato con un Tenor latino tratto
GUILLAUME DUFAY, MUSICISTA FRANCOBORGOGNONE 167
dalle Lamentazioni di Geremia con accorta allusione i« Omnes amici eius spreverunt earn ») conferisce vibrazioni epiche al lutto della cristianità, dando voce a un musicale sentimento del tempo e della storia. Un curioso colorito russo sembra rivestire il melos del Tenor per voce di basso, che richiama irresistibilmente alla memoria l'esotico canto delle schiave persiane nel quarto atto della Kovanscina. Dello straordinario banchetto in cui la composizione di Duf ay venne eseguita, con elementi scenicorappresentativi, resta una pittoresca descrizione nei Mémoires di Olivier de la Marche (ca. 14251502) e nella Chronique di Mathieu d'Escouchy.
5. Dopo la smilza e magrolina consistenza della Missa sine nomine (forse 1420), della Missa Sancti Jacobi (142728) e della Missa Sancti Antonii Viennensis, tutte a 3 voci, ma le ultime due rimpolpate dall'impiego del fauxbourdon, è con la Missa Caput, del 1440, che Dufay accoglie definitivamente lo stile a 4 voc[...]

[...] da Carissimi, sopra una celebre canzone francese, forse d'origine popolare, forse dovuta al compatriota di Duf ay, e alquanto piú giovane di lui, Antoine Busnois (che lui pure ci scrisse su una Messa). È una melodia in tono minore, piú malinconica che ribalda, in chiara forma ternaria ABA. Nella sua Messa Dufay permette ogni tanto a questo Cantus firmus di straripare fuori dal Tenor e di penetrare anche nelle altre voci (secondo una tecnica che aveva già abbozzata nella Messa Se la face ay pale, limitatamente alla fanfara di triadi maggiori spezzate che conclude quella melodia).
Di un Tenor gregoriano si serve la penultima messa di Dufay, Ecce ancilla Domini, mentre l'ultima, Ave regina coelorum, trae il cantus firmus dall'omonimo mottetto che il compositore aveva scritto per invocare la protezione della Madonna nell'ora della propria morte. Si trattava infatti di un mottetto « tropato », nel quale, cioè, alle parole dell'antifona gregoriana Ecce ancilla Domini si associavano, alternamente o parallelamente, parole d'invenzione del compositore (tra cui il rivelatore e commovente « miserere tui labentis Dufay »).
L'ultima messa è il capolavoro di Dufay. Una distanza immensa la separa dalla giovanile Missa sine nomine e dalle altre gracili composizioni dei suoi anni italiani, sanzionando la caratteristica evolutiva della sua arte, in continuo progresso[...]

[...]dalle altre gracili composizioni dei suoi anni italiani, sanzionando la caratteristica evolutiva della sua arte, in continuo progresso ed aggiornamento tecnico. In particolare quella pratica, già segnalata nella messa L'homme armé, ed eccezionalmente anche nella messa Se la face ay pale, di estendere il cantus firmus anche ad altre voci fuori del Tenor, qui si sviluppa ulteriormente. E poiché il cantus firmus Dufay lo deduce dal proprio mottetto Ave regina coelorum, si potrebbe tutto sommato additare nella messa omonima il primo esempio di missa parodia: di messa, cioè, dove non soltanto il Tenor viene desunto da una composizione già polifonica (anziché dal gregoriano o da una melodia popolare), ma tutta questa composizione viene impiegata e rimaneggiata nel corso della messa. In particolare risuona tale quale, nell'Agnus Dei, il patetico « miserere tui labentis Duf ay », in do minore. Non meno che il vivo interesse per gli avvenimenti storicopolitici del suo tempo, anche questa capacità d'inserire ele
GUILLAUME DUFAY, MUSICISTA FRANCOB[...]

[...]alla notazione, al ritmo. Cosí lo nominano di passata Pietro Aron, nel Toscanello in musica (1523), Spataro nel Trattato di musica (1531), Sebald Heyden (De arte canendi, 1537), Adrien Petit Coclicus (Compendium musices, 1552).
« Verso la fine del xv secolo — scrive il Van den Borren — si vede affluire una tal quantità di musicisti di prim'ordine, che il ricordo del grande antenato non tarda a obliterarsi. La polifonia sempre piú consonante e soave dei Josquin des Près, dei Brumel e dei Pierre de la Rue fa sembrare quella di Dufay come rozza e imperfetta nella sua fattura primitiva, e una nube sempre piú spessa viene ad interporsi tra quest'arte nuova e l'Ars nova, ormai passata al rango di Ars antigua, con cui s'era illustrato il nostro Maestro ».
Cala cosí la notte su di lui, tanto che nel 1880 uno studioso piemontese, F. Saraceno, imbattendosi nel nome di Dufay in alcune carte dell'Archivio di Stato di Torino, lo prende per un Carneade qualunque e non s'avvede dell'importanza del ritrovamento.
Tuttavia l'eclisse della fama di Dufay[...]

[...]ord stereo, LLST 7190 (contiene i mottetti: Apostolo glorioso, Nuper rosarum gores, Fulgens iubar ecclesiae dei).
ID., Missa « Se la face ay pale », Vienna Chamber Choir « Musica antigua of Vienna », Dir. Hans Gillesberger, Vanguard, The Bach Guild DG653 (contiene anche la Missa « Sub tuum praesidium » di Obrecht).
ID., Missa « L'homme armé », The Berkeley Chamber Singers, Alden Gilchrist director, Lyrichord High Fidelity LL 150.
ID., Missa « Ave regina coelorum », Missa « Ecce ancilla Domini », Prague Madrigal Singers, dir. Miroslav Venhoda. Supraphon stereo 1 12 0618G.
ID., Missa Ave« regina coelorum », Motets, Chansons, Capella Cordina, Alejan
dro Planchart director, Lyrichord stereo LLST 7233 (contiene il mottetto Lamentatio Sanctae Matris Ecclesiae Constantinopolitanae e le canzoni: Puisque vous êtes campieur e Se la face ay pale).
ID., Missa « Ave regina coelorum », Clemencic Consort, Ars Nova (Harmonia Mundi) vsT 6054 stereo.
ID., Messensätze, Motetten and Hymnen, Capella Antiqua, München, Leitung: Konrad Ruhland; Telefunken, Das alte Werk, sAWT 9439B (contiene: Kyrie paschale « Lux et origo », Gloria ad modum tubae, Sanctus papale, Audi benigne, Salve regina, Kyrie, Ave maris stella, Magnificat VI toni, Ave regina coelorum).
Voices of the Middle Ages. Music from the Gothic Cathedral, Capella Antiqua, München, Konrad Ruhland conductor, Nonesuch stereo, H71171 (contiene, di Dufay: Alleluja, veni, Sancte Spiritus, Conditor alme siderum, Alma Redemptoris mater, Magnificat octavi toni, Veni, creator spiritus, Spiritus Domini replevit, oltre a 12 composizioni di Anonimo, un Senza te, Sacra Regina di Andrea Antico, e un Komm, Gott Schöpfer, Heiliger Geist di Balthasar Resinarius).
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Archiv Produktion. Frührenaissance, GUILLAUME DUFAY, Geistliche Gesänge, Deutsche Grammophon Gesellscha[...]

[...]A
Archiv Produktion. Frührenaissance, GUILLAUME DUFAY, Geistliche Gesänge, Deutsche Grammophon Gesellschaft, 14019 (contiene la canzone Vergine bella, gli inni Vexilla regis e Veni creator, il mottetto Flos forum e l'antifona Alma Redemptoris mater; inoltre 8 Madrigali e Cacce dell'Ars nova italiana).
Guillaume Dufay und seine Zeit, Syntagma Musicum, dir. Kees Otten, Telefunken, Das alte Werk, 6.35257 ER, 2 longplayings (contengono, di Duf ay: Ave virgo, Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Ecclesiae militantis, Moribus et genere, Lamentatio Sanctae Matris Ecclesiae Constantinopolitanae, Qui latuit, Bon jour bon mois, Je vous prie, C'est bien raison, Mon chier amy, Bien veignez vous, Hélas mon deuil, J'ay mis mon cuer et ma pensée, La dolce vista, Dona i ardenti rai, L'alta bellezza tua, inoltre: FRANCESCUS ANDRIEU, Armes, Amours; GILLES BINCHOIS, Dueil angoisseus, Gloria, laus et honor; JOHANNES BRAS SART, O flos fragrans; JOHANNES CESARIS, Bonté blauté; JOHN DUNSTABLE, Beata Mater; NICOLAUS GRENON, La plus jolie et la plus belle; JOHANNES [...]

[...]Ar(c)turo plebs vallata, di JOHANNES ALANUS; Mutato modo geniture, di ANONIMO; Alma proles regia, di COOKE; Tappster, fill another ale, e L'homme armé di ANONIMO; L'homme armé per strumenti, di ROBERT MORTON; Deo gracias Anglia (The Agincourt Carol), di ANONIMO).
Music of the early Renaissance. John Dunstable and his contemporaries, Purcell Consort voices, Musica reservata, Dir. Grayson Burgess, Turnabout TV 34058 (contiene, di Duf ay: mottetto Ave regina coelorum, canzone Franc cuer gentil; di JOHN
I
GUILLAUME DUFAY, MUSICISTA FRANCOBORGOGNONE 173
DUNSTABLE: O rosa bella, Quam pulchra es, Ave, maris stella, Veni, sancte spiritus; inoltre: il mottetto In tua memoria di ARNOLD DE LANTINS; il Salve regina gregoriano di ADNEMAR; il mottetto Ave, regina coelorum di WALTER FRYE; l'inno gregoriano Alma Redemptoris mater, di ERMANNO IL CONTRATTO. Di ANONIMI: carola Sing we to this merry company; canzone Filles à marier; carola Deo gratias Anglia (« The Azincourt carol »); bassa danza La Spagna e offertorio Reges Tharsis).
Musique française des XV et XVI siècles, Ensemble polyphonique de l'O.R.T.F., Direction Charles Ravier, inédits O.R.T.F., distribution Barclay, 995001 (contiene, di Dufay: Lamentation de Constantinople; J'attendray tant qu'il vous plaira; Mon coeur me fait tout dit penser; inoltre canzoni di ATTAINGNANT, SERMISY, PIER[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Ave, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Abbandonato <---Adieu <---Adrien Petit <---Advenit <---Agincourt Carol <---Agnus <---Alden Gilchrist <---Alejandro Planchart <---Alleluja <---Alma Redemptoris <---American Musicological Society <---Amours <---Andrea Antico <---Angelo Paccagnini <---Anna di Cipro <---Anonimi <---Anonimo <---Antifone <---Antoine Busnois <---Antoine Vérard <---Antonio Squarcialupi <---Archiv Produktion <---Armes <---Arnold Sch <---Arras <---Ars <---Ars Nova <---August Wilhelm <---Bach Guild <---Ballades <---Balthasar Resinarius <---Bausteine <---Beata Mater <---Beato Angelico <---Belges <---Benedictus <---Berna <---Besançon <---Besseler <---Bibliografia <---Blance <---Bonagiunta <---Bonté <---Borgogna <---Borgogna Filippo <---Borren <---Bourgogne <---Bourguignon <---Brahms <---Breitkopf <---Brumel <---Buetens Lute <---Burgundiae <---Burgundy <---Cacce <---Cambrai <---Cambrésis <---Cantus <---Capella <---Capella Antiqua <---Capella Cordina <---Carissimi <---Carlo Malatesta <---Carneade <---Catalina 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