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da Massimo Mila, Guillaume Dufay, musicista franco-borgognone in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - marzo - 31 - numero 2

Brano: [...] al Kyrie, fin dal 1834 nella Storia della musica del Kiesewetter, e come la strofa della canzone petrarchesca Vergine bella, pubblicata in facsimile dal Lisio nel 1893, e l'anno dopo in notazione moderna da Franz Xavier Haberl), si può affermare senza troppa esagerazione che per quasi cinque secoli mai una nota di Duf ay ebbe piú a risuonare nel mondo. Gli studi di cui fu oggetto e la bibliografia che gli si era formata intorno, competente ma scarsa, sono frutto della lettura astratta e della difficile decifrazione in archivio di codici conservati specialmente a Trento, a Bologna, a Oxford, a Vienna, a Modena, a Parigi, a Roma, Edimburgo e Bruxelles.
Pur facendo il piú largo credito alla capacità di lettura di studiosi come il Van den Borren, lo Stainer, lo Haberl, pionieri della bibliografia su Dufay, e all'intuizione critica di uno storico come l'Ambros, nessuno praticamente aveva mai udito il suono d'una musica di questo compositore. Soltanto ora la disponibilità dei testi sollecita l'iniziativa delle corali e a poco a poco, anche c[...]

[...]'affettuosa devozione. Ne rimane traccia in documenti degli Archivi di Stato a Torino: tra l'altro
1 Cfr. M. TH. BOUQUET, La cappella musicale dei duchi di Savoia dal 1450 al 1500, in « Rivista Italiana di Musicologia » III (1968), 2, pp. 237241.
GUILLAUME DUFAY, MUSICISTA FRANCOBORGOGNONE 159
il pagamento di 10 fiorini parvi ponderis, l'8 agosto 1434, al:cappellano del duca, Guillaume Duf ay, perché da Thonon, sul lago di Ginevra, potesse recarsi in patria a visitare sua madre. Nel 1435, il 21 marzo, risulta dai conti della tesoreria ducale il pagamento d'un salario annuo di 25 franchi a Dufay, qualificato ora magister capelle [sic! ] domini e non piú semplice cappellano.
Rientrato nella cappella pontificia (1435), la lasciò definitivamente nel 1437 e il 12 dicembre ottenne un vantaggioso canonicato nella cattedrale di Cambrai, su proposta di Nicolas Grenon. Ma non vi prese residenza stabile che a partire dal 1450; prima si ha notizia di soggiorni temporanei nel 1440, 1445 (l'anno prima, a Cambrai, gli era morta la madre) e nel 1446[...]

[...]udovico di Savoia e Anna di Cipro, e nel 1450 a Torino, dal 26 maggio al 1 giugno. In quest'occasione, però, Dufay viene già registrato come cantor illustrissimus ducis Burgundiae.
Non si sa con certezza in quale università Dufay abbia compiuto gli studi di legge, conseguendo, non prima del 1441, non dopo il 1446, il titolo di baccalarius in decretis: forse a Parigi, forse a Torino o a Bologna. La formazione giuridica di Dufay potrebbe rispecchiarsi nel curioso mottetto profano Juvenis qui puellam, che è tutto una dissertazione di diritto canonico. Tuttavia, per il suo stile arcaico, Johannes Wolf, l'illustre autore della Geschichte der Mensural Notation von 12501460, voleva respingere questo mottetto addietro, negli anni della giovinezza di Dufay.
Gli ultimi ventiquattro anni della sua vita Duf ay, divenuto ormai celebre e autorevole, li trascorse nella pace del canonicato di Cambrai (doveva, non si sa quando, essere passato allo stato ecclesiastico, perché risulta che aveva voto nel capitolo dei canonici). Non pare che sia mai stato [...]

[...]e della grande polifonia fiamminga, in particolare di Ockeghem. Nel 1467 un Messire Gille Arpin, proveniente di Piccardia e diretto a Roma, ricevette 4 ducati dal tesoriere dei duchi di Savoia, per avere portato « de la part de Messire Guillaume Du Fay aucunes messes faites en l'art de musique nouvellement ». Pure nel 1467, il 1 maggio, l'organista fiorentino Antonio Squarcialupi, redattore del celebre codice al quale dobbiamo la conoscenza dell'Ars nova toscana, gli scriveva una lunga lettera per ringraziarlo di certi cantori ch'egli aveva mandato dalla chiesa di Cambrai su richiesta di Piero de' Medici. Questi lo teneva in altissima stima: « de vobis semper honorificentissime loquitur », assicura lo Squarcialupi. Anzi, lo considerava il più grande ornamento del secolo: « asserit, quod et ego libenter assentior, maxime esse vos ornamento nostrae aetati ». E gli allegava una canzone del giovane duca Lorenzo, che avrebbe desiderato fosse messa in musica dal sommo borgognone. (Purtroppo non si sa né di quale canzone si trattasse, né quale [...]

[...]oggio della propria bravura. Le entrate a canone di Duf ay restano, per lo piú, degli incipit. Poi le voci si ritrovano, una aspetta l'altra per procedere insieme, oppure anche se ne vanno ognuna per conto suo, in una libera polifonia non imitativa che, una volta dimesso il giovanile entusiasmo per l'uso del fauxbourdon, diventa lo stile fondamentale della musica di Duf ay.
Essa si colloca perciò veramente fra Tre e Quattrocento: dà la mano all'Ars nova italiana e francese (Guillaume de Machault) nelle canzoni profane (7 su testi italiani e 80 su testi francesi), nelle prime tre delle nove Messe rimasteci, nella quasi totalità delle 39 parti staccate di messe (talvolta riunite a due a due, Gloria e Credo, Sanctus e Benedictus), negli Inni ed Antifone o nei piú antichi dei 32 mottetti latini (di cui 8 profani), ancora legati alla laboriosa tecnica dell'isoritmia. Cioè la costruzione d'ogni sezione del mottetto sopra una talea (figurazione di note, tema) costante e immutabile nel profilo melodico, ma sottoposta a variabili « proportiones [...]

[...]ienza costruttiva degli ingegneri musicali fiamminghi, quali Obrecht e Ockeghem, e lo « agencement », la messa in opera di queste sottili strutture musicali ci fa pensare, con un balzo di cinque secoli, alla straordinaria lucidità esplicata da Arnold Schönberg nelle combinazioni seriali delle Variazioni per orchestra op. 31.
Ma già l'adozione del fauxbourdon nella seconda messa di Duf ay manifestava il desiderio di uscire dalla scarna struttura arsnovistica di un larvato contrappunto a 3 voci, di cui una, il Superius, predomina nettamente e le altre due si combinano, e spesso si incrociano, nella funzione di « HarmonieTräger », portatrici d'armonia, ossia con mero compito di sostegno. E questo lo stile acerbo di quelle che gli studiosi tedeschi definiscono « KantilenenMessen », e che vale anche per tutta la produzione profana di Duf ay
e dei suoi contemporanei.
Il fauxbourdon — la famosa « contenance angloise », come viene chiamato nel Champion des dames (146162) di Martin le Franc — era una tecnica di scrittura per voci parallele, po[...]

[...]nte fanno eccezione le canzoni in forma di ballata e piú ancora quelle in forma di rondeau, dove l'elaborata struttura metrica porta con sé la ripetizione strofica della melodia. Ma anche qui non è detto che la ripetizione sia proprio sempre testuale. Il genio di Dufay è quello della ripetizione variata.
4. Riflesso d'una mondana vita di corte, la vaghissima produzione profana di ballate e rondeaux resta per lo piú racchiusa entro i limiti dell'Ars nova, in un clima di gracile galanteria, pur aprendosi in qualche modo, misteriosamente, ai suggerimenti realistici del canto popolare 3. Nei momenti migliori crea gli archetipi della melodia francese destinata a rinascere un giorno dalle ceneri dell'Ottocento nell'eleganza di Fauré, Debussy e Ravel. Vostre bruit et vostre grande fame, una delle piú belle canzoni di Duf ay (piú esattamente un rondeau), è tutta ferma e compatta nel giro d'un puntiglioso contrappunto, quasi una piccola invenzione a 3 voci. Franc cuer gentil, altro rondeau, ha un piglio cavalleresco, quasi che il compositore
3 [...]

[...]Jardin de Plaisance et Fleur de Rhétorique) forma in acrostico (con la prima lettera d'ogni verso, escluse le ripetizioni), il nome Franchoise. (Analogo gioco si trova nella ballata Craindre vous vueil col nome Catalina Dufay.) È un fatto che le canzoni profane del Dufay maturo si allontanano da quella specie di spleen quattrocentesco, tra cavalleresco e trovadorico, che le canzoni giovanili derivavano dall'eleganza mondana, e un po' esile, dell'Ars nova, sia di quella francese (Guillaume de Machault), sia di quella italiana (Landino), che Dufay doveva certamente aver conosciuto.
Pur in chiave di simbolismo galante, la divertente canzone Donnez l'assaut à la forteresse sembra anticipare il realismo descrittivo delle cinquecentesche canzoni di Jannequin: la forteresse è semplicemente il cuore d'una bella donna altera, ma la composizione raccoglie le metafore militaresche del testo con accenti di fanfara (che si riscontrano anche nella canzone Se la face ay pale, e conseguentemente nella Messa omonima che ne deriva).
Quando escono dalla [...]

[...]ieu ces bons vins de Lannoys lascia intravvedere tutto un retroscena di lieti svaghi estivi, salutati con nostalgia. La scorrevole ed elegante leggerezza di J'atendray tant qu'il vous plaira e di Mon cuer me fait tous dis penser anticipa curiosamente il clima dei Liebesliederwalzer di Brahms col loro blando moto ricorrente, con l'aerea leggerezza d'un gioco di echi: c'è qualcosa di acquatico nel movimento a ruota delle quattro voci, con quel tuffarsi e riemergere d'un brandello di melodia che si fa eco di se stessa.
Tuttavia si può ammettere che nel campo profano, da lui abbandonato dopo il 1450, Dufay fu forse sopravanzato dall'eleganza squisita del suo coetaneo Binchois. Ma nella produzione sacra, sentita con un'intimità di partecipazione che esclude ogni rigidezza di parata liturgica, Duf ay non ha
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uguali al suo tempo, specialmente dopo che con la Missa Caput (ca. 1440) l'adozione del Tenor (sia gregoriano, sia — in due casi — profano) conferisce alla Messa unità di concezione, cercata anche con l'ingenuo (e person[...]

[...]vazioni marginali in merito alle dissonanze, alla notazione, al ritmo. Cosí lo nominano di passata Pietro Aron, nel Toscanello in musica (1523), Spataro nel Trattato di musica (1531), Sebald Heyden (De arte canendi, 1537), Adrien Petit Coclicus (Compendium musices, 1552).
« Verso la fine del xv secolo — scrive il Van den Borren — si vede affluire una tal quantità di musicisti di prim'ordine, che il ricordo del grande antenato non tarda a obliterarsi. La polifonia sempre piú consonante e soave dei Josquin des Près, dei Brumel e dei Pierre de la Rue fa sembrare quella di Dufay come rozza e imperfetta nella sua fattura primitiva, e una nube sempre piú spessa viene ad interporsi tra quest'arte nuova e l'Ars nova, ormai passata al rango di Ars antigua, con cui s'era illustrato il nostro Maestro ».
Cala cosí la notte su di lui, tanto che nel 1880 uno studioso piemontese, F. Saraceno, imbattendosi nel nome di Dufay in alcune carte dell'Archivio di Stato di Torino, lo prende per un Carneade qualunque e non s'avvede dell'importanza del ritrovamento.
Tuttavia l'eclisse della fama di Dufay dura soltanto fin verso la metà dell'Ottocento. Il romanticismo s'impadronisce del suo nome in maniera fantasiosa ed altamente improbabile con una novella La vieillesse de Guillaume du Fay, pubblicata nel 1837 in un giornale di mode parigino. Fr. X. [...]

[...]squin avrebbe avuto 15 anni!), entrambi invaghiti della povera vedova d'un grande sonatore di rebecca, certo Thomas Chevru, ma entrambi ostacolati da bisbetiche governanti e portinaie. Il bambino della vedovella Elena s'ammala e muore nell'incendio delle cortine del suo letto. In preda al delirio Elena canta svagate canzoncine natalizie, come un'eroina di Donizetti. Dufay s'avvede che il canto ad ogni ripetizione è diverso, ma tale che può combinarsi con la versione precedente (il che, incidentalmente, può corrispondere esattamente allo stile di WechselMelodik attribuito dal
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Besseler al nostro autore). Dufay comunica la scoperta a Josquin, che conferma l'osservazione. Entusiasmo e abbraccio dei due amici, che cantano insieme a due voci la doppia melodia. « Le contrepoint venait d'être découvert! »
Se da un giornale di mode non si poteva aspettare di meglio, alla critica romantica si deve la prima intuizione della grandezza di Dufay. I due capitoli a lui dedicati da August Wilhelm Ambros nel secondo volume della sua ge[...]

[...]pere complete e con la frequenza d'esecuzioni che ne deriva, la sua arte si risveglia come una bella addormentata nel bosco. Comincia a risplendere il valore d'una vasta produzione posta a un crocevia dell'evoluzione musicale, e capace di condensare in una sintesi personale le diverse culture del suo tempo: quella francofiamminga o borgognona, quella inglese e quella italiana. La sua penetrazione è lenta e insinuante, ma non è destinata ad arrestarsi tanto presto, e già si va facendo strada presso certi studiosi la convinzione che in Duf ay si debba vedere uno dei piú grandi musicisti d'ogni tempo.
MASSIMO MILA
BIBLIOGRAFIA
FRANZ XAVIER HABERL, Wilhelm Du Fay. Monographische Studie über dessen Leben und Werke, in Bausteine für Musikgeschichte, Breitkopf und Härtel, Leipzig 1885; JOHN STAINER, Dufay and his contemporaries, Novello, London 1908; CHARLES VAN DEN BORREN, Guillaume Dufay. Son importance dans l'évolution de la musique au XV. siècle, Marcel Hayez, Bruxelles 1925; RUDOLF BOCKHOLDT, Die frühen Messekompositionen von Guillaume [...]

[...]BOCKHOLDT, Die frühen Messekompositionen von Guillaume Dufay, H. Schneider, Tutzing 1960; CH. E. HAMM, A chronology of the works of Guillaume Dufay based on a study of mensural practice, Princeton University Press, 1964; AUGUST WILHELM AMBROS, Geschichte der Musik, Zweiter Band, F.E.C. Leuckert, Leipzig 1891 (3a ed.), pp. 339395 e 437540; CHARLES VAN DEN BORREN, Dufay e la sua scuola, in Storia della musica (The New Oxford History of Music), IH, Ars nova e Umanesimo (13001450), cap. VII, pp. 239266, Feltrinelli Editore, Milano 1964; N. BRIDGMAN, La vie musicale au Quattrocento, Ed. Gallimard, Parigi 1963; H. C. WOLFF, Die Musik der alten Niederländer, Leipzig 1956; M. BUKOFZER, Studies in medieval and renaissance music, New York 1950; ARNOLD SCHERING, Studien zur Musikgeschichte der Frührenaissance, C. F. Kahnt Nachfolger, Leipzig 1914 (pp. 138141, su: Et in terra pax e su: Par droit je puis bien complaindre; pp. 164169 sulla canzone Se la face ay pale e sulla sua trascrizione organistica; p. 179 su un Salve Regina); S. CORDERO DI PAMPAR[...]

[...]l 1954; N. BRIDGMAN, in La Musica, vol. II, ad vocem, Ed. Utet, Torino 1966; M. MILA, Guillaume Dufay. I. Canzoni e Mottetti. II. Messe e altre composizioni liturgiche, Corsi universitari G. Giappichelli, Torino 1972 e 1973.
DISCOGRAFIA
GUILLAUME DUFAY, Missa sine nomine, Capella Cordina, Alejandro Planchart director, Lyrichord stereo, LLST 7234 (contiene anche la Missa Fuit homo missus, di Anonimo).
ID., Missa sine nomine, Clemencic Consort, Ars Nova (Harmonia Mundi) VST 6035 stereo (contiene anche: Danze medioevali, tra cui il rondeau Franc cuer gentil di Dufay, e il Libro di danze di Margherita d'Austria).
ID., Missa Caput, Clemencic Consort, Ars Nova (Harmonia Mundi) vsT 6072.
ID., Missa Caput. Isorhythmic Motets. Capella Cordina, Alejandro Planchart director, Lyrichord stereo, LLST 7190 (contiene i mottetti: Apostolo glorioso, Nuper rosarum gores, Fulgens iubar ecclesiae dei).
ID., Missa « Se la face ay pale », Vienna Chamber Choir « Musica antigua of Vienna », Dir. Hans Gillesberger, Vanguard, The Bach Guild DG653 (contiene anche la Missa « Sub tuum praesidium » di Obrecht).
ID., Missa « L'homme armé », The Berkeley Chamber Singers, Alden Gilchrist director, Lyrichord High Fidelity LL 150.
ID., Missa « Ave regina coelorum », Mi[...]

[...] coelorum », Missa « Ecce ancilla Domini », Prague Madrigal Singers, dir. Miroslav Venhoda. Supraphon stereo 1 12 0618G.
ID., Missa Ave« regina coelorum », Motets, Chansons, Capella Cordina, Alejan
dro Planchart director, Lyrichord stereo LLST 7233 (contiene il mottetto Lamentatio Sanctae Matris Ecclesiae Constantinopolitanae e le canzoni: Puisque vous êtes campieur e Se la face ay pale).
ID., Missa « Ave regina coelorum », Clemencic Consort, Ars Nova (Harmonia Mundi) vsT 6054 stereo.
ID., Messensätze, Motetten and Hymnen, Capella Antiqua, München, Leitung: Konrad Ruhland; Telefunken, Das alte Werk, sAWT 9439B (contiene: Kyrie paschale « Lux et origo », Gloria ad modum tubae, Sanctus papale, Audi benigne, Salve regina, Kyrie, Ave maris stella, Magnificat VI toni, Ave regina coelorum).
Voices of the Middle Ages. Music from the Gothic Cathedral, Capella Antiqua, München, Konrad Ruhland conductor, Nonesuch stereo, H71171 (contiene, di Dufay: Alleluja, veni, Sancte Spiritus, Conditor alme siderum, Alma Redemptoris mater, Magnificat octa[...]

[...]t, oltre a 12 composizioni di Anonimo, un Senza te, Sacra Regina di Andrea Antico, e un Komm, Gott Schöpfer, Heiliger Geist di Balthasar Resinarius).
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Archiv Produktion. Frührenaissance, GUILLAUME DUFAY, Geistliche Gesänge, Deutsche Grammophon Gesellschaft, 14019 (contiene la canzone Vergine bella, gli inni Vexilla regis e Veni creator, il mottetto Flos forum e l'antifona Alma Redemptoris mater; inoltre 8 Madrigali e Cacce dell'Ars nova italiana).
Guillaume Dufay und seine Zeit, Syntagma Musicum, dir. Kees Otten, Telefunken, Das alte Werk, 6.35257 ER, 2 longplayings (contengono, di Duf ay: Ave virgo, Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Ecclesiae militantis, Moribus et genere, Lamentatio Sanctae Matris Ecclesiae Constantinopolitanae, Qui latuit, Bon jour bon mois, Je vous prie, C'est bien raison, Mon chier amy, Bien veignez vous, Hélas mon deuil, J'ay mis mon cuer et ma pensée, La dolce vista, Dona i ardenti rai, L'alta bellezza tua, inoltre: FRANCESCUS ANDRIEU, Armes, Amours; GILLES BINCHOIS, Dueil angoisseus, Gloria, laus [...]

[...] Le souvenir de vous di ROBERT MORTON).
Music from the Court of Burgundy, Vocal and instrumental ensemble under the direction of Roger Blanchard, Nonesuch Records, stereo H71058 (contiene, di Duf ay: Vergine bella, Lamentatio Sanctae matris Ecclesiae Constantinopolitanae, inoltre: canzoni e mottetti di Nicolas Grenon, Pierre Fontaine, Gilles Binchois, Antoine Busnois, Gilles Mureau, Robert Morton, Hayne van Ghizeghem).
Music from the hundred years war, Musica reservata, Conducted by John Beckett, Philips SAL 3722, 839753 LY (contiene, di Duf ay: Franc cuer gentil per organo, Se la face ay pale per organo, Magnas me gentes, Donnés l'assaut à la forteresse, inoltre: Tuba gallicalis, di ANONIMO; Piange, regni respublica, di GUILLAUME DE MACHAULT; Blance flour, per organo, di ANONIMO; Par maintes fois, di JEAN VAILLANT; S'aincy estoit, di SOLAGE; J'ayme bien celuy, di PIERRE FONTAINE; Je demande, di ACOURT; Anglia tibi turbidas, Patriae pacis, Estampie, Deus tuorum militum, di ANONIMO; Sub Ar(c)turo plebs vallata, di JOHANNES ALANUS; Mutat[...]

[...]bella, Quam pulchra es, Ave, maris stella, Veni, sancte spiritus; inoltre: il mottetto In tua memoria di ARNOLD DE LANTINS; il Salve regina gregoriano di ADNEMAR; il mottetto Ave, regina coelorum di WALTER FRYE; l'inno gregoriano Alma Redemptoris mater, di ERMANNO IL CONTRATTO. Di ANONIMI: carola Sing we to this merry company; canzone Filles à marier; carola Deo gratias Anglia (« The Azincourt carol »); bassa danza La Spagna e offertorio Reges Tharsis).
Musique française des XV et XVI siècles, Ensemble polyphonique de l'O.R.T.F., Direction Charles Ravier, inédits O.R.T.F., distribution Barclay, 995001 (contiene, di Dufay: Lamentation de Constantinople; J'attendray tant qu'il vous plaira; Mon coeur me fait tout dit penser; inoltre canzoni di ATTAINGNANT, SERMISY, PIERRE FONTAINE, JOSQUIN, LEGRANT, ROBERT MORTON, HANCOUR).
Quattro secoli d'oro di musica vocale e strumentale, 11001400, Esecuzioni del Piccolo Complesso di Milano per iniziativa della Finmeccanica, elaborazioni di Angelo Paccagnini (Fuori commercio), Disco N. 3, facciata B: [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Ars, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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