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Il segmento testuale A.S è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 252

Brano: Opposizione nei partiti

ze tipici delle procedure elettorali democraticoborghesi, riconoscendo quindi all’opposizione politica interna il diritto di organizzarsi e di farsi ufficialmente rappresentare, i partiti terzinternazionalisti si sono costituiti secondo le regole dette del centralismo democratico che prevedono la univocità nella attuazione della linea politica e non consentono all’opposizione interna (eventualmente manifestatasi nel corso del dibattito politico) di organizzare in forma rappresentativa il proprio dissenso.

Nel P.S.I. e nei P.C.I.

Questo diverso costituirsi di procedure politiche interne ha continuato a caratterizzare, per esempio, i due principali partiti politici del movimento operaio italiano (il Partito socialista e il Partito comunista) nonostante il venir meno della vecchia distinzione fra « partito d’organizzazione » e « partito di mobilitazione e di quadri » (tanto che, per ciò che riguarda l’attività esterna, lo schema organizzativo centrale e periferico, la partecipazione alla vita pub[...]

[...] correnti di maggioranza e minoranza, scissione, costituzione di nuove correnti etc.).

Nella storia del P.C.I., le opposizioni interne che si sono di volta in volta manifestate non hanno mai avuto ufficialmente riconosciuto il diritto di organizzarsi in corrente e di essere proporzionalmente rappresentate negli organi dirigenti del partito. Così, negli anni della « bolscevizzazione », le opposizioni interne furono espulse o radiate, come nel caso di Angelo Tasca, Amedeo Bordiga, Pietro Tresso, Alfonso Leonetti e Paolo Ravazzoli (v. Comunista italiano, Partito).

Nel Secondo dopoguerra, i casi più noti di opposizione interna furono quelli manifestatisi dopo l’VIII Congresso (1956) e dopo la rivolta ungherese, quando si allontanarono dal partito alcuni suoi esponenti politici ed intellettuali e si costituì intorno alla rivista « Il Manifesto » (196970), un gruppo di militanti anch’essi radiati.

A. Man.

Opposizione operaia

Gruppo formatosi in seno al Partito comunista bolscevico e attivo in U.R.S.S. dal 1919 al 1928.

I dirigenti della Opposizione operaia, provenienti in gran parte dall'apparato sindacale, avevano un seguito considerevole tra la classe operaia del sudest [...]

[...] si allontanarono dal partito alcuni suoi esponenti politici ed intellettuali e si costituì intorno alla rivista « Il Manifesto » (196970), un gruppo di militanti anch’essi radiati.

A. Man.

Opposizione operaia

Gruppo formatosi in seno al Partito comunista bolscevico e attivo in U.R.S.S. dal 1919 al 1928.

I dirigenti della Opposizione operaia, provenienti in gran parte dall'apparato sindacale, avevano un seguito considerevole tra la classe operaia del sudest della Russia europea e a Mosca, soprattutto tra i metallurgici. L'esponente più noto era Alexandr Schliapnikov (18831943?) che fu anche commissario del popolo del Lavoro nel primo governo sovietico. A lui si affiancarono S. Medvedev, A.S, KiseJev e Celisev, membri della Commissione centrale di controllo del partito. Tutti erano di origine operaia. Negli anni 191920 il gruppo si limitò a difendere l’autonomia dei sindacati, sostenendo tale posizione nelle discussioni di partito, ma all’inizio del 1921, quando entrò a far parte del gruppo Aleksandra Kollontai (v.), l’Opposizione operaia acquistò più peso, organizzandosi di fatto come una vera e propria corrente interna. La Kollontai, che aveva un grande prestigio personale, stese la mozione programmatica deH’Opposizione operaia sulla questione sindacale, che venne poi sottopost[...]

[...]ia corrente interna. La Kollontai, che aveva un grande prestigio personale, stese la mozione programmatica deH’Opposizione operaia sulla questione sindacale, che venne poi sottoposta al X Congresso del partito (816.3.1921).

Nella mozione venivano sottolineate le condizioni economiche difficilissime cui avevano dovuto far fronte i lavoratori durante la guerra civile e si attirava l’attenzione del Congresso sul fatto che, in quegli anni, si era assistito alla crescita di un pesante apparato burocratico. Le radici di questo apparato venivano individuate al di fuori della classe operaia (nella intellighentsia, nei contadini, nei resti della vecchia borghesia. ecc.) e l’apparato stesso andava sempre più dominando, secondo gli oppositori, il sistema sovietico e il partito, generando pericolose tendenze verso il carrierismo e un cinico disprezzo per gli interessi proletari. Per l’Opposizione operaia,

lo Stato sovietico non era un organo proletario, piuttosto una istituzione eterogenea, obbligata a tenersi in equilibrio tra le diverse classi e strati della società russa. Si insisteva sul fatto che per assicurare alla rivoluzione la sua continuità, bisognava sottrarr[...]

[...]ntellighentsia, nei contadini, nei resti della vecchia borghesia. ecc.) e l’apparato stesso andava sempre più dominando, secondo gli oppositori, il sistema sovietico e il partito, generando pericolose tendenze verso il carrierismo e un cinico disprezzo per gli interessi proletari. Per l’Opposizione operaia,

lo Stato sovietico non era un organo proletario, piuttosto una istituzione eterogenea, obbligata a tenersi in equilibrio tra le diverse classi e strati della società russa. Si insisteva sul fatto che per assicurare alla rivoluzione la sua continuità, bisognava sottrarre la direzione delle fabbriche a tecnici che non fossero proletari e a organismi socialmente ambigui, rimettendo il potere alla autogestione degli operai che vi lavoravano. Gli organismi che meglio potevano esprimere i veri interessi del proletariato erano, secondo i presentatori della mozione, i sindacati, anzi più precisamente i sindacati dei lavoratori industriali, ai quali bisognava per ciò conferire il compito di creare la società comunista. Gli esponenti dell'Opposizione operaia spiegavano l’opportunismo dilagante nel partito[...]

[...]l partito con il fatto che, in questo, erano entrati a far parte sempre più membri di origine non proletaria. Per portare il partito sulla

via rivoluzionaria occorreva quindi un’epurazione operaista contro i membri non operai. Se il partito fosse stato composto in misura schiacciante da « puri » proletari dalle mani callose, tutto sarebbe andato bene.

L’Opposizione operaia non metteva in discussione la funzione dirigente del partito nella fase di dittatura del proletariato, tanto è vero che quando* divampò la rivolta di Kronstadt (v.), proprio mentre stava svolgendosi a Mosca il X Congresso, i dirigenti del gruppo si affrettarono ad aderire alla linea della maggioranza, fino a porsi essi stessi contro gli insorti. Nondimeno Lenin, Trotzkij e la maggioranza del Congresso attaccarono duramente l’Opposizione operaia, accusando i suoi dirigenti di subire l’influenza dei piccoloborghesi menscevichi e degli anarcosindacalisti.

La discussione sui sindacati

Il motivo centrale di controversia tra l’opposizione operaia e i massimi dir[...]

[...]X Congresso, i dirigenti del gruppo si affrettarono ad aderire alla linea della maggioranza, fino a porsi essi stessi contro gli insorti. Nondimeno Lenin, Trotzkij e la maggioranza del Congresso attaccarono duramente l’Opposizione operaia, accusando i suoi dirigenti di subire l’influenza dei piccoloborghesi menscevichi e degli anarcosindacalisti.

La discussione sui sindacati

Il motivo centrale di controversia tra l’opposizione operaia e i massimi dirigenti bolscevichi verteva sulla funzione che i sindacati avrebbero dovuto svolgere nel regime sovietico e, più in generale, sul ruolo spettante alla classe operaia nella fase di dittatura del proletariato. Nel partito erano emerse a tale riguardo tre posizioni: quella di Trotzkij, che sosteneva la necessità di una integrazione totale dei sindacati nello « Stato operaio » con il solo compito di stimolare la produttività del lavoro (Trotzkij pensava addirittura di applicare nelle fabbriche e in campo sociale gli stessi sistemi in uso neH’Armata Rossa, fino a sostenere la « militarizzazione del lavoro »); quella di Lenin che, convinto da parte sua che l’economia russa fosse obiettivamente ancora di tipo capitalista e precapitalista, sosteneva invece che i sindacati [...]

[...]n il solo compito di stimolare la produttività del lavoro (Trotzkij pensava addirittura di applicare nelle fabbriche e in campo sociale gli stessi sistemi in uso neH’Armata Rossa, fino a sostenere la « militarizzazione del lavoro »); quella di Lenin che, convinto da parte sua che l’economia russa fosse obiettivamente ancora di tipo capitalista e precapitalista, sosteneva invece che i sindacati avrebbero dovuto agire come organi di tutela della classe lavoratrice nei confronti dello Stato, perché questo non era uno Stato operaio puro, bensì uno « Stato operaio e contadino » affetto da « deformazioni burocratiche »; e infine, in polemica con Lenin e Trotzkij, quella dell’opposizione operaia che denunciava la militarizzazione e la burocratizzazione della società e del

lo Stato, opponendo la necessità di un « controllo operaio » sulla produzione delle aziende, controllo che doveva essere esercitato dai sindacati e da un congresso di produttori su scala nazionale.

Come misura immediata, gli oppositori rivendicavano l’uguaglianza


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine A.S, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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